domenica 29 giugno 2014

Avevano trovato l'America in Italia quando al governo c'erano il PDL e la lega Nord.

"Bunga bunga" e processo Ruby: che fine hanno fatto le "Olgettine": Ruby, Nicole Minetti, Barbara Faggioli, Alessandra Sorcinelli (FOTO)

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OLGETTINE

“Olgettine” non lo sono più da un pezzo. Perché la diaspora, da quel palazzo signorile che prende il nome dall’omonima via, è ormai quasi completa. Alcune di loro fanno le emigranti, di lusso, negli Stati Uniti. O almeno così dicono. Altre, più semplicemente, si sono spostate in umili appartamenti in affitto nella zona di piazzale Loreto, a due passi dalla (ormai ex) agenzia di Lele Mora, la LM Management, alla quale adesso la magistratura ha posto i sigilli, il quartier generale di vip e soubrette da dove – nelle calde notti del Bunga Bunga - auto cariche di affascinanti fanciulle partivano dirette alla volta di Arcore.
Di sicuro, si guardano bene dal mettere ancora piede a Mediaset. Visto che per molte, nell’ultimo anno, la sorpresa è stata amara: si sono viste annullare i sostanziosi contratti che avevano firmato con l’impero televisivo del Cavaliere e si sono ritrovate di punto in bianco disoccupate. Come se ci fosse una invalicabile rete di sicurezza per tenere a distanza quelle stesse ragazze che fino a pochi anni fa animavano le serate di villa San Martino.
In aula al processo Ruby
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Quindi che fine hanno fatto le papi-girls, a quattro anni dalla bufera giudiziaria che ha travolto l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e che ha svelato al mondo intero i segreti delle notti di Arcore?
Il processo Ruby è ormai in fase di Appello, la sentenza potrebbe arrivare già il 18 luglio, e mentre pubblica accusa e difesa ripercorrono in aula davanti alla corte tutte le tappe che hanno segnato questa inchiesta – dalla notte in Questura della minorenne marocchina alle serate del “Bunga Bunga” – c’è ancora un dubbio che attanaglia i magistrati: le olgettine sono ancora oggi a libro paga di Silvio, come rivelarono loro stesse un anno fa in aula, oppure il leader di Forza Italia ha davvero tagliato i ponti con ognuna di loro, come vorrebbe far credere?
Ruby, la fotostory
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Ufficialmente sembrerebbe di sì, a sentire i loro racconti. Alcune di loro si sono riciclate aspiranti cantanti, aspiranti attrici, ragazze immagine, businesswomen in attesa di aprire una loro linea di vestiti e persino cameriere. E girano il mondo fra hotel di lusso.
La questione non è secondaria, visto che molte di queste ragazze sono indagate nel terzo filone dell’inchiesta Rubygate, il cosiddetto “Ruby ter”, il processo-costola che vede coinvolte 45 persone, fra cui una trentina di olgettine. Le ragazze del Bunga Bunga, in particolare, sono infatti sospettate di essere state corrotte da parte di Berlusconi e dei suoi avvocati per alleggerire la posizione dell’imputato nel processo principale.
Le indagini preliminari sul Ruby-ter, infatti, sono formalmente ancora in corso. E se i magistrati titolari del fascicolo, il procuratore aggiunto Pietro Forno e il pubblico ministero Luca Gaglio, dovessero riscontare che gli “aiuti economici” alle fanciulle del Bunga Bunga proseguono ancora oggi, per il leader di Forza Italia sarebbero guai seri. Sarebbe accusato di reiterazione del reato, e per lui potrebbe scattare anche il congelamento dei conti correnti dai quali sono partiti questi versamenti. Molte delle olgettine, in tutto una trentina, infatti, per loro stessa ammissione, non avrebbero solamente ricevuto un bonifico mensile di 2.500 euro per rimediare “ai danni d’immagine provocati dall’inchiesta” ma anche e soprattutto case, appartamenti, automobili, versamenti e gioielli. Come hanno confermato loro stesse – candidamente - davanti ai giudici. Tutte transazioni economiche comprovate dalle indagini.
I protagonisti del processo Ruby
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Loro, però, spiegano che i generosi rubinetti della società “Dolcedrago srl” amministrata direttamente dal ragionier Giuseppe Spinelli, uomo di fiducia di Berlusconi, si sarebbero chiusi da un pezzo. “Il mitico Spinaus? Non lo sentiamo più”, rispondono unanimi le olgettine. “Silvio ci aveva aiutato perché per colpa di questa inchiesta non riuscivamo a trovare lavoro e tutti ci additavano come poco di buono”.
In effetti, molte delle papi-girls, il lavoro lo hanno perso per davvero. Come la bionda Giovanna Rigato, ex concorrente del Grande Fratello, che fino a un anno fa era retribuita con un contratto annuale in casa Mediaset da 50mila euro all’anno per partecipare a trasmissioni e talk show. Contratto che, oggi, è sfumato nel nulla. E così la procace veneta medita di trasferirsi all’estero: “Parlo tre lingue, se non salta fuori qualcosa qui in Italia sono pronta a lasciare il Paese”.
Più o meno quello che è accaduto ad Aris Espinosa, che lavorava nel corpo di ballo di molte trasmissioni del Biscione, di punto in bianco lasciata a casa, tanto da essere stata costretta a lanciare un appello: “Non mi fanno più lavorare, dovrò andarmene da qui”.
All’estero sono emigrate, anche, la 36enne Barbara Guerra, Barbara Faggioli, Alessandra Sorcinelli e la ex bad-girl Marysthell Polanco, ex valletta di Colorado Cafè nonché presenza fissa ad Arcore, che è da poco diventata mamma per la seconda volta. Anche per loro niente più ingaggi in televisione e pochissimi contatti con il mondo dello spettacolo. La Guerra, in particolare, stava meditando di aprire una linea di intimo e costumi da bagno. E nel frattempo si fa fotografare su Twitter in pose sensuali nelle suite di lusso in giro per il mondo.
Processo Ruby: le "olgettine" del Cavaliere
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Dopo intere stagioni passate sulle copertine di tutti i rotocalchi, non vuole più far sapere nulla di sé neanche la “regina” del Bunga Bunga, Nicole Minetti, ex consigliere regionale lombardo. Di sicuro, però, la bella Nicole non se la passa male: durante le indagini sul processo Ruby sono risultati a lei intestati, nel residence di Segrate, ben quattro appartamenti. Mentre nel 2011 la Banca d'Italia ha segnalato a suo favore pure un bonifico da 100 mila euro. Oggi è proprietaria di un appartamento in via della Spiga.
Un’incognita è anche la vita di Iris Berardi, origini brasiliane e un’impressionante somiglianza fisica con Ruby Rubacuori. Pure lei, come la giovanissima marocchina, quando entrò nel circo di Arcore per la prima volta aveva solo 17 anni. Almeno, è il sospetto dei magistrati. Iris è una delle pochissime a non aver lasciato il residence di via Olgettina.
E lei, la protagonista assoluta Karima El Mahroug detta “Ruby Rubacuori”? Neomamma, dopo una lunga avventura in Messico dove meditava di aprire insieme al compagno Luca Risso uno stabilimento di pasta fresca, ora è ritornata mestamente a Genova. “Ho cercato lavoro come cameriera ma nessuno mi voleva assumere”, ha dichiarato pochi giorni fa in un’intervista a Il Giornale, “ora forse ho trovato posto in un ristorante a Milano”. Eppure, stando ad alcune testimonianze, la giovanissima Ruby, coperta di gioielli, sarebbe stata vista pochi mesi fa negli Emirati Arabi mentre depositava un sostanziosissimo gruzzolo di denaro alla “National Bank of Abu Dhabi”.
Processo Ruby, parla Faggioli
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Non tutte le papi-girls, però, sono state scaricate dal Cavaliere. Silvia Trevaini, giornalista professionista, anche lei indagata nel Ruby-ter, si tiene ben stretto il suo contratto a tempo indeterminato con Videonews, la testata di casa Mediaset che si occupa di programmi e approfondimento. Durante il processo, la giovane cronista aveva spiegato ai giudici che oltre al proprio regolare stipendio da 3mila euro percepiva, anche, un bonus mensile di 2.500 euro per “i danni di immagine subiti”.
A lei, inoltre, oltre a macchine e a regalìe varie, nel corso degli anni sono state versati più di 800mila euro che le sono serviti per comprare prima un appartamento a Milano Due e poi un altro nel pieno centro di Milano. Oggi anche la bella Silvia ha dovuto rinunciare al bonus, tenendosi però casa e stipendio fisso.
Pur essendo stata una delle ragazze più “fortunate” della cerchia delle olgettine, c’è da giurare però che neppure lei abbia potuto mantenere ancora contatti con Silvio.
Così come è successo con tutte altre, estromesse dalla vita dell’ex premier in un’accuratissima operazione di presa di distanza.
“Berlusconi? Anche se volessi sentirlo non è più contattabile da noi ragazze”, rivela la Rigato all’Huffington Post, “non possiamo più avvicinarlo. Ci hanno espressamente detto che è bene mantenere le distanze con tutte le persone che sono state coinvolte nell’inchiesta giudiziaria, Lele Mora compreso”.
Barbara Guerra (foto da Twitter)
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