mercoledì 2 luglio 2014

Dopo aver contribuito a distruggere l'Alitalia insieme ai suoi due soci Cisl e Uil adesso la Cgil fa finta di fare la voce grossa sapendo che è una sceneggiata napoletana perché non vi è un'altra soluzione.

Alitalia, la Camusso a gamba tesa sul nodo degli esuberi

di   - 02/07/2014 - Confronto al ministero dei Trasporti tra il governo e i sindacati, che chiedono garanzie sul futuro dei lavoratori. Lupi conferma il numero dei dipendenti in uscita: «Sono 2251, poi valutare ricollocamenti»

Alitalia, la Camusso a gamba tesa sul nodo degli esuberi
«Quando c’è di mezzo il futuro di migliaia di persone non esiste un “prendere o lasciare”». La segretaria della Cgil Susanna Camusso è tornata a chiedere garanzie sui lavoratori Alitalia, presentandosi al tavolo di consultazione tragoverno e sindacati al Ministero dei Trasporti. Resta la questione esuberi il principale nodo da risolvere nella definizione della trattativa con Etihad, che ha già un accordo per acquisire una quota del 49% del vettore italiano, investendo 560 milioni di euro di capitale (più 600 milioni in quattro anni). Anche il leader Cisl, Raffaele Bonanni ha chiesto tutele: «Per noi va bene qualsiasi soluzione che mantenga in vita l’occupazione».

XVII Congresso della Cisl - Tavola rotonda
Susanna Camusso – Photocredit: Lapresse

ALITALIA, IL NODO ESUBERI – Per rilevare la quota di Alitalia il nuovo socio ha imposto 2251 esuberi, considerando le uscite tra i punti “non derogabili” dell’accordo. Numeri confermati dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che ha precisato però come «bisogna verificare se all’interno del perimetro e della filiera industriale, prima della mobilità, si possa trovare una ricollocazione».
Contro gli esuberi si erano subito scagliati i sindacati, che non accettano un così alto numero di licenziamenti dei dipendenti dell’azienda (1.084 del personale di terra, 380 del personale di volo, più 787 lavoratori già in cassa integrazione volontaria a zero ore: «Non diciamo no, ma chiediamo di ridurli e gestirli, tutelando le persone e garantendo loro un reddito», aveva spiegato il segretario generale della Fit Cisl, Giovanni Luciano. Tra le misure proposte, anche la «ricollocazione in altre aziende della maggior parte delle persone a rischio esubero», sulla quale ha spiegato di riflettere lo stesso ministero dei Trasporti. Tra le possibilità circolate, l’assunzione di alcune decine di dipendenti in Poste italiane (oggi azionista di punta di Alitalia con il 19,45% del capitale, ndr).
Era stato il quotidiano “La Repubblica” a riportare come un accordo tra governo e sindacati potrebbe portare a una riduzione sostanziosa degli esuberi in Alitalia: fino a 1.500 complessivi, circa 750 in meno rispetto alla proposta del piano di Etihad, che punta ad abbassare il costo del lavoro. Il via libera dei sindacati al piano industriale resta comunque necessario anche per le banche, come ha chiarito anche Gros-Pietro (Intesa San Paolo): «Senza accordo, noi ci tiriamo fuori». Una vera trattativa partirà comunque da martedì prossimo 8 luglio: «Per ora abbiamo fatto una panoramica», ha precisato il segretario Ugl, Giovanni Centrella. L’obiettivo del ministro è quello di trovare un accordo e «chiudere entro la prossima settimana, lavorando a oltranza sui punti indicati dal governo».
LO SCIOPERO DEI PILOTI – Sindacati e lavoratori si sono però divisi. Piloti e assistenti di volo, che si sentono esclusi dalle trattative, hanno annunciato unosciopero generale di 24 ore per il prossimo 20 luglio: «Il ministero dei Trasporti reitera l’incomprensibile scelta di non convocare le associazioni sindacali di piloti e assistenti di volo sul tema Alitalia-Etihad», hanno spiegato in una nota congiunta Anpac, Avia ed Anpav. Le associazioni di categoria hanno contestato l’esecutivo, bollato come “miope”, per la scelta di ascoltare soltanto sindacati «scarsamente rappresentativi del personale navigante di Alitalia»: «Questo rende estremamente più difficile la ricerca di soluzioni idonee. Forse si è dimenticato che Anpac, Avia ed Anpav sono titolari di tutti i contratti ed accordi aziendali in essere», hanno concluso.

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