venerdì 4 luglio 2014

La macchina del fango tutti i giorni anche contro cittadini perbene continuamente infamati dall'intreccio tra politici delinquenti e sindacalisti corrotti. Tutte le persone perbene si uniscano contro la parte più sporca del nostro paese.

LA MACCHINA DEL FANGO
Daniela Santanché ha smentito Vittorio Feltri sul caso Boffo, e si è detta pronta a difendere la propria immagine «in ogni sede».
La deputata di Forza Italia era stata citata dal giornalista, assieme al cardinale Tarcisio Bertone e a Luigi Bisignani, davanti ai pubblici ministeri di Napoli, come uno degli anelli della 'catena' che avrebbe diffuso il falso scoop del 2009 che fece saltare il direttore di Avvenire. Ma Vittorio Feltri ha replicato confermando tutto, e ha definito il terzetto «fonte infedele e imbrogliona».
SANTANCHÉ: «SONO FANTASIE».Santanché non ha usato mezzi termini: «Smentisco categoricamente la fantasiosa ricostruzione che Vittorio Feltri avrebbe fatto davanti ai magistrati della procura di Napoli, che mi vorrebbe in qualche modo coinvolta nella diffusione della notizia sulla condanna dell'allora direttore di Avvenire», ha dichiarato al settimanale L'Espresso, che ha anticipato la notizia.
Le parole di Feltri sarebbero «frutto di supposizioni maligne e squallidi pettegolezzi, che mi sorprende vengano accreditati da un giornalista autorevole. Non capisco a che titolo io venga chiamata in causa in una vicenda che non conosco e che ho appreso dalla lettura dei giornali», ha detto stizzita la deputata azzurra. «Ovviamente mi riservo di tutelare la mia immagine in ogni sede».
FELTRI: «FUI RASSICURATO DA SALLUSTI». Feltri, però, ha confermato tutto. Indicando come fonte della falsa notizia proprio il terzetto Santanché-Bisignani-Bertone. Senza le «ampie rassicurazioni» ricevute all'epoca «da Alessandro Sallusti», circa l'attendibilità delle informazioni che gli sarebbero state passate, Feltri «mai e poi mai» ne avrebbe «autorizzato la pubblicazione» sul Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi di cui era direttore nel 2009. «Soltanto in seguito la documentazione risultò parzialmente inesatta», ha proseguito il giornalista, che ha ricordato di essere stato «sospeso dall'Ordine per tre mesi» e di aver dovuto rinunciare alla direzione del quotidiano di via Negri. «Al mio posto guarda caso subentrò Sallusti», ha insinuato Feltri.
«BERTONE MI AVREBBE RINGRAZIATO». Ma c'è di più. Perché, sempre secondo Feltri, «la signora Santanchè» disse che il cardinale Bertone lo avrebbe invitato in Vaticano per ringraziarlo «di aver pubblicato la vicenda Boffo». Invito che Feltri non ricevette mai. Interrogato sui fatti nel 2012 dalla procura di Napoli, di fronte ai pubblici ministeri, l'ex direttore avrebbe «rinunciato al segreto professionale, perché sarebbe stato assurdo coprire una fonte infedele e imbrogliona». Sallusti, al contrario, avrebbe «protetto i falsari» che lo avevano danneggiato.
Venerdì, 04 Luglio 2014

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