Il Movimento 5 Stelle si spacca: nasce il fronte pro Pizzarotti
di Stefania Carboni - 28/05/2014 - Prevista per oggi l'assemblea dei deputati. I 'comunicatori' riporteranno cosa è emerso dall'incontro tra Grillo e Casaleggio a Milano per le Europee. Ma a Montecitorio si sostiene il pensiero del sindaco di Parma: parte la caccia agli Yes Man
Colpa di Grillo, colpa dell’elettorato: il Movimento è diviso ed è a un passo dall’implosione. La tensione resta alta, specialmente alla Camera, le interviste e le dichiarazioni scappano dal controllo dello staff comunicazione. Arrivano come coltellate mentre l’ultimo ricordo del capo del Movimento è solo in rete e in compagnia del suo Maalox. «Grillo si deve dimettere», alza il tiro Tommaso Currò. Il deputato, da sempre dissidente con la linea milanese, versa le sue critiche al sito de l’ Espresso, come un fiume in piena. Da una parte si parla, dall’altra si cerca di tamponare. «Non c’è stata alcuna emorragia di voti -spiegano in una nota dal gruppo – dobbiamo smentire alcune leggende metropolitane. Sbagliato affermare che abbiamo perso quasi 3 milioni di voto». «Bisognerà capire perché gli elettori M5S questa volta sono rimasti a casa», precisa Roberto Fico. Altri deputati ortodossi come Manlio Di Stefano e Carlo Sibilia sottolineano che «il voto è volatile, così come lo perdi poi lo riconquisti anche facilmente». Già ma come? L’autocritica è una parola interpretata in modo bipolare dentro il Movimento 5 stelle. Da una parte c’è chi pensa che le recenti affermazioni diFederico Pizzarotti («doverosa autocritica») vadano sostenute, dall’altra c’è chi punta il dito contro il cittadino di Parma e le sue «basse percentuali».
IL CAMBIA VERSO DI PIZZAROTTI - Federico, sindaco grillino di Parma, è stato più volte a rischio espulsione. Stavolta va giù duro: «Il Movimento è stato sconfitto, ed è da qui che ripartiremo con maggiore slancio e più forti di prima. Ma dobbiamo dircelo e dobbiamo riconoscerlo. C’è il tempo delle vittorie e dei successi, ma c’è anche il tempo della sconfitta e di una doverosa autocritica». «Non dobbiamo – precisa – essere quelli che “danno la colpa agli altri”, ma quelli che “possono fare diversamente”. O facciamo autocritica per crescere o rimarremo relegati all’opposizione». Walter Rizzetto, altro deputato già inserito tra le voci critiche al Movimento, ironizza via Twitter:
Per Rizzetto Pizzarotti si è mostrato una «persona ragionevole, coerente e che ha cuore le sorti del M5S». «Non ascoltarlo – ha specificato – significherebbe andare avanti con il paraocchi e non analizzare pro e contro rispetto al voto. Ma attendiamo cosa ci indica la nostra comunicazione». L’ordine per ora è quello di mantenere il silenzio. In queste ultime ore è stata convocata una assemblea congiunta tra senatori e deputati, poi rinviata all’ultimo. Meglio «far sbollire», meglio parlare a «stomaco vuoto». Ma la bile è alta. Così la convocazione arriva forte e chiara. Giovedì per i senatori e oggi per i deputati: tutti riuniti a Montecitorio. Ordine del giorno? Non specificato. Ci si incontrerà a fine seduta d’aula. I pro Federico sono tanti. «Pizzarotti – spiega il deputato Cristian Iannuzzi in rete agli attivisti – è una persona per bene che sta facendo un ottimo lavoro a Parma. Oltre a questo ha anche una sua opinione e non ha paura di esprimerla. Mi sembra un portavoce innamorato, come molti di noi, del progetto del Movimento 5 Stelle nella sua versione originale».
MALEDETTO CERCHIO MAGICO – Il problema è l’origine, quella che ha portato al boom nel 2013 e che ora, tra caroselli di pasdaran e scontrini, si è persa. Per questoCurrò e altri chiedono a Milano di «legittimare ad esistere chi manifesta un’indole un po’ più mite, un po’ più calata sulla materia lavorativa per iniziare ad avere un dialogo interno». «Non è possibile – spiega il siculo – che Grillo porti sul palco soltanto cinque o sei persone, i fedeli servitori, in una manifestazione plastica di come lui intende un gruppo parlamentare». Gli Yes Man si devono addossare tutta la colpa dell’allontanamento dell’elettorato. C’è chi nel suo piccolo chiede scusa, come il capogruppo del movimento a Genova. Perdono per non aver spinto a votare. E il capo?
«BEPPE E’ STANCO» – Grillo non dovrebbe venire a Roma per l’assemblea congiunta. Non è previsto neanche per quella più piccola a Montecitorio stasera. «E’ stanco», spiegano dall’entourage. Si prenderà qualche settimana di «vacanza». Il genovese continua a ripetere che lui si «esprime così», come in un sadico gioco del frainteso. E chi è vicino gli rimane fedele: «Sì, forse i toni in campagna elettorale sono stati troppo violenti – osserva Di Stefano – ma il problema è anche il sistema dell’informazione che si limita a estrapolare parole, quelle su Hitler o su Dudù senza capire che era una battuta, ed era evidente… ». Dopo il lungo incontro con Casaleggio Beppe sfugge agli obiettivi che ha monopolizzato per settimane. «E’ sereno», spiega la moglie Parvin ai cronisti appostati fuori dalla villa di Sant’Ilario. «Vi garantisco, però, che oggi non parla».
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