Grillo-Farage, Alan Sked: «Ukip, ricettacolo di razzisti e carrieristi»
Un opportunista. Che pensa solo per sé. E senza un pensiero forte sui grandi temi. Il fondatore dell'Ukip Sked contro Farage. E mette in guardia Grillo: «Vanno in Europa solo per i soldi».
INTERVISTA
Alan Sked sta a Nigel Farage come i primi attivisti del Movimento 5 stelle stanno a Beppe Grillo.
Professore di Storia internazionale alla London School of Economics, convinto anti europeista, è stato infatti tra i fondatori dello Ukip.
IL PADRE DELLO UKIP. Correva l'anno 1993 e all'indomani della firma del Trattato di Maastricht, Sked e Farage diedero vita a quello che oggi è diventato il primo partito di Gran Bretagna. Le cose, però, non andarono come avrebbe voluto il professore.
Negli Anni 90 il padre del partito per l'indipendenza ha visto la sua creatura spostarsi verso l'estrema destra e a poco a poco s'è convinto ad abbandonarla (dopo aver cercato anche di far espellere Farage, 'reo', a suo dire, di volere cambiare strategia dopo una sconfitta elettorale).
Il professore euroscettico è così finito ai margini della scena politica, mentre il suo vecchio amico ne conquistava il centro.
LO STRAPPO SUL NATIONAL FRONT. Lo strappo decisivo si consumò proprio su quelrazzismo che Grillo oggi smentisce convintamente.
Anche Farage ha sempre negato l'episodio, ma Sked, che nel 2013 ha fondato New Deal - movimento antieuropeista, ma di centrosinistra - insiste nella ricostruzione: «Stavamo discutendo dell'opportunità di candidare nelle liste un candidato proveniente dal National front (il movimento britannico riservato ai bianchi e con legami neonazisti, ndr), poi entrato nel partito. Io mi opponevo e invece Farage era favorevole: i negri, mi disse, non voteranno mai per noi».
Professore di Storia internazionale alla London School of Economics, convinto anti europeista, è stato infatti tra i fondatori dello Ukip.
IL PADRE DELLO UKIP. Correva l'anno 1993 e all'indomani della firma del Trattato di Maastricht, Sked e Farage diedero vita a quello che oggi è diventato il primo partito di Gran Bretagna. Le cose, però, non andarono come avrebbe voluto il professore.
Negli Anni 90 il padre del partito per l'indipendenza ha visto la sua creatura spostarsi verso l'estrema destra e a poco a poco s'è convinto ad abbandonarla (dopo aver cercato anche di far espellere Farage, 'reo', a suo dire, di volere cambiare strategia dopo una sconfitta elettorale).
Il professore euroscettico è così finito ai margini della scena politica, mentre il suo vecchio amico ne conquistava il centro.
LO STRAPPO SUL NATIONAL FRONT. Lo strappo decisivo si consumò proprio su quelrazzismo che Grillo oggi smentisce convintamente.
Anche Farage ha sempre negato l'episodio, ma Sked, che nel 2013 ha fondato New Deal - movimento antieuropeista, ma di centrosinistra - insiste nella ricostruzione: «Stavamo discutendo dell'opportunità di candidare nelle liste un candidato proveniente dal National front (il movimento britannico riservato ai bianchi e con legami neonazisti, ndr), poi entrato nel partito. Io mi opponevo e invece Farage era favorevole: i negri, mi disse, non voteranno mai per noi».
- Alan Sked, fondatore dell'Ukip.
DOMANDA. Farage, però, nega questa dichiarazione sugli elettori di colore.
RISPOSTA. Sta attento a non essere sfacciatamente razzista, ma allo stesso tempo dà l'impressione ai suoi seguaci che la gran parte dei problemi del Paese abbiano a che fare con gli stranieri.
D. Pensa che il leader sia responsabile anche per i membri del suo partito?
R. Penso che il leader dia in qualche modo il tono, in ogni caso l'Ukip è pieno di antislamici e omofobici e ogni giorno qualche candidato fa una gaffe contro i gay.
D. Farage dice che nel gruppo europeo gli xenofobi vengono espulsi.
R. Qualcuno, è vero, viene espulso, ma sono molti di più quelli che il partito tiene nelle sue fila.
D. Grillo sostiene che Nigel è spiritoso: lei lo ha conosciuto bene, condivide il giudizio?
R. Non penso che il suo sia vero sense of humour: è un opportunista, capace, che vuole fare carriera.
D. Non fa semplicemente politica?
R. Sulla maggioranza degli argomenti l'Ukip non ha una vera politica. Non ha un pensiero forte su economia, educazione e sanità. Anche di fronte alla crisi economica, non hanno ricette serie: è un partito in cui manca il ragionamento.
D. Anche in Europa?
R. Vanno al parlamento europeo solo per avere status e soldi. A loro non interessa essere costruttivi. Denigrano le istituzioni europee, però intascano lo stipendio.
D. Bè, Farage almeno a parole si dà da fare.
R. Da quando è a Strasburgo, Farage ha incassato oltre 2 milioni di sterline.
D. Tuttavia hanno fatto un percorso: non crede che le proposte dello Ukip siano cambiate?
R. Nel 2014 hanno presentato un nuovo manifesto, ma la base della strategia resta la stessa: senza un vero programma, ma con una forte posizione anti-immigrazione.
D. Ha più visto Farage da quando ha lasciato il partito?
R. No.
D. Se vi incontraste cosa gli direbbe?
R. Gli direi di guardare cosa è diventato l'Ukip, doveva essere un movimento critico, capace di raccogliere intelligenze e realizzare il meglio per i cittadini: Farage, lo hai trasformato semplicemente in un ricettacolo di pregiudizi.
RISPOSTA. Sta attento a non essere sfacciatamente razzista, ma allo stesso tempo dà l'impressione ai suoi seguaci che la gran parte dei problemi del Paese abbiano a che fare con gli stranieri.
D. Pensa che il leader sia responsabile anche per i membri del suo partito?
R. Penso che il leader dia in qualche modo il tono, in ogni caso l'Ukip è pieno di antislamici e omofobici e ogni giorno qualche candidato fa una gaffe contro i gay.
D. Farage dice che nel gruppo europeo gli xenofobi vengono espulsi.
R. Qualcuno, è vero, viene espulso, ma sono molti di più quelli che il partito tiene nelle sue fila.
D. Grillo sostiene che Nigel è spiritoso: lei lo ha conosciuto bene, condivide il giudizio?
R. Non penso che il suo sia vero sense of humour: è un opportunista, capace, che vuole fare carriera.
D. Non fa semplicemente politica?
R. Sulla maggioranza degli argomenti l'Ukip non ha una vera politica. Non ha un pensiero forte su economia, educazione e sanità. Anche di fronte alla crisi economica, non hanno ricette serie: è un partito in cui manca il ragionamento.
D. Anche in Europa?
R. Vanno al parlamento europeo solo per avere status e soldi. A loro non interessa essere costruttivi. Denigrano le istituzioni europee, però intascano lo stipendio.
D. Bè, Farage almeno a parole si dà da fare.
R. Da quando è a Strasburgo, Farage ha incassato oltre 2 milioni di sterline.
D. Tuttavia hanno fatto un percorso: non crede che le proposte dello Ukip siano cambiate?
R. Nel 2014 hanno presentato un nuovo manifesto, ma la base della strategia resta la stessa: senza un vero programma, ma con una forte posizione anti-immigrazione.
D. Ha più visto Farage da quando ha lasciato il partito?
R. No.
D. Se vi incontraste cosa gli direbbe?
R. Gli direi di guardare cosa è diventato l'Ukip, doveva essere un movimento critico, capace di raccogliere intelligenze e realizzare il meglio per i cittadini: Farage, lo hai trasformato semplicemente in un ricettacolo di pregiudizi.
Sabato, 31 Maggio 2014© RIPRODUZIONE RISERVATA
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