lunedì 26 maggio 2014

Andatevene dall'Italia grillini

EUROPEE

M5S, il risultato del Movimento è deludente
Quanto pesano le colpe di Beppe Grillo

I grillini perdono consensi rispetto alle politiche e vedono sfumare il sogno di un sorpasso sul Pd. E ora tra i pentastellati si deve aprire una nuova fase

DI TOMMASO CERNO
M5S, il risultato del Movimento è deludente 
Quanto pesano le colpe di Beppe Grillo
Beppe Grillo
Il Movimento 5 stelle delude. In un altro Paese europeo avrebbero esultato per questo risultato elettorale, ma non in Italia, dove l’autocritica dei partiti tradizionali aveva fatto annusare addirittura il sorpasso, il risultato del M5s - pur alto - va considerato una sconfitta. Non solo non c’è stato, ma il Pd di Matteo Renzi ha ottenuto un risultato al di là delle attese della stessa dirigenza democratica. Difficile dire, a poche ore dal voto, quale fattore abbia contribuito più di altri a stabilizzare la forbice fra M5s e Pd a queste percentuali, ma certamente per il movimento di Grillo inizia una fase non facile. Il tema della “paura” e quello del confronto interno al Parlamento sulla necessità di una iniziativa legislativa più forte prenderanno la scena. Si può dire, a poche ore dal voto, che il limite del movimento stellato è stato, forse, per la prima volta, il suo leader.
"Se perdiamo le elezioni non ho assolutamente più voglia di continuare. Ma io voglio la prova. Voglio sentire gli italiani". Queste le parole di Beppe Grillo lo scorso ottobre in una conferenza stampa al Senato. Il leader del Movimento 5 Stelle aveva poi aggiunto, riferendosi a possibili elezioni politiche: "Noi vogliamo rifare lo stato italiano, vogliamo andare al voto il prima possibile"

Grillo, che alle elezioni politiche attraeva consenso bipartisan, è stato segnato in questa campagna elettorale da prese di posizioni che lo hanno reso l’unico elemento esposto del M5, alimentando quindi il dissenso da un’area di sinistra che alle scorse elezioni politiche - delusa dalla vittoria di Pier Luigi Bersani - aveva scelto un voto di protesta. Voto che Grillo non è riuscito a tenere, soprattutto perché il Pd ha assunto nel proprio Dna non solo il cambiamento di leadership rappresentato da Renzi, ma anche buona parte dei cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle, a partire dalla battagia contro casta e privilegi.

Questo non significa, però, che Renzi debba stare sereno.

Il  Pd di Renzi incassa infatti una vittoria elettorale non scontata, ma il coro di festeggiamenti non scaccia del tutto il fantasma di Beppe Grillo che, a una prima lettura italica del voto per le Europee, sembra domato. Almeno fino a quando Renzi non sarà capace di governare con i proprio voti e con una pattuglia parlamentare che rappresenti questo voto. Per ora il centrodestra crea al premier due problemi: il primo è il dato di Angelino Alfano e dell’Ncd, che avrà bisogno di connotarsi, pena l’estinzione, con terremoti in vista per un governo che nelle case degli italiani può anche puntare alla maggioranza, ma in aula ha bisogno di voti esterni; il secondo dato è Silvio Berlusconi che, pur condannato, decaduto, in crisi di idee, resta forte nella logica di una maggioranza solida e reale, capace di votare in Parlamento quelle riforme che potrebbero chiudere davvero Grillo in un angolo.

Un risultato, insomma, che non va letto con la retorica del “vinco io, perdi tu”, se vuole essere compreso a fondo. Proprio perché l’assetto dei partiti tradizionali, con il risultato storico di Renzi, può solo penalizzare la coalizione di governo, spingendo il premier a elezioni anticipate.

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