martedì 27 maggio 2014

Ormai fanno ridere come ci capita di fare con la lega nord.


EUROPEE

Movimento 5 Stelle, se uno vale l'altro
Vanno in Europa i primi in ordine alfabetico

La scelta dei pentastellati di presentare le liste senza capilista come gli altri partiti, favorisce i candidati con il cognome che inizia con le lettere A e B. E il più votato in Italia è un ripescato delle parlamentarie

DI MANFREDI BARCA



Movimento 5 Stelle, se uno vale l'altro 
Vanno in Europa i primi in ordine alfabetico
Dall'uno vale uno, all'uno vale l'altro. La tornata delle elezioni europee si è trasformata inaspettatamente in una sconfitta per ilMovimento 5 Stelleche, oltre al flop di voti, deve fare però i conti con un'altra delusione: quella dellepreferenze. E con un suo curioso “effetto collaterale”.

La scelta del Movimento di presentare le liste in rigoroso ordine alfabetico, senza quindi stilare elenchi con capilista come gli altri partiti, ha portato infatti a un esito quanto mai insolito: a fare il pieno di preferenze sono stati gli eurocandidati con i cognomi che iniziano per A e B, quelli che negli elenchi fuori dai seggi erano nelle posizioni più alte. Un vantaggio “grafico” che ha probabilmente avuto effetto sugli elettori che non conoscevano i candidati e che si sono semplicemente segnati i primi negli elenchi.

Ecco allora che, guardando i più votati nelle 5 circoscrizioni, si trovano tutti i fortunati con le prime lettere dell'alfabeto. 

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Nell'Italia Nord-Orientalefanno il pieno David Borrelli (25mila) e Marco Affronte (18mila), mentre nella circoscrizione meridionale vince Isabella Adinolfi (67 mila preferenze). Nella circoscrizionecentrale la più votata è invece Laura Agea (39 mila preferenze), che alle primarie del Movimento aveva preso meno voti di tutti gli altri candidati della zona. Parziale eccezione a questa regola è quella della circoscrizione nord-ovest, dove trionfa Tiziana Beghin, solo terza nell'ordine alfabetico, ma prima tra le donne. La Beghin potrebbe essere stata indirettamente premiata dalla doppia preferenza di genere, ma già nelle primarie interne al Movimento era stata tra le più votate.

Ancora più significativo è infine il caso dell'Italia insulare, vera roccaforte dei Cinque Stelle. Il candidato più votato nelle Isole (e anche in tutta Italia), è stato Ignazio Corrao, con le sue 70mila preferenze. L'attivista del Movimento, fino ad oggi collaboratore del gruppo alla Regione Sicilia, ha avuto una doppia fortuna: oltre ad essere primo nell'ordine alfabetico, è passato dalle parlamentarie dei 5 Stelle per il rotto della cuffia: escluso dalla prima lista, è stato infatti ripescato dopo la rinuncia di un altro candidato. 

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A segnalare la distorsione creata da questo sistema è anche uno degli esponenti locali del Movimento, il consigliere del comune di Torino Vittorio Bertola, che nel suo profilo Facebook chiede allo staff di ripensare alla scelta di stilare liste in ordine alfabetico: “in politica lo sanno tutti: milioni di elettori italiani, sentendosi obbligati per qualche motivo a scrivere comunque una preferenza, leggono il nome del capolista e scrivono quello, e quindi chi è capolista parte con un bonus molto significativo di preferenze. Morale: siamo sicuri che mettere i candidati in ordine alfabetico abbia senso?”. Un dibattito interno al Movimento su questo tema si è quindi aperto e la scelta politica di uniformare i candidati tra loro viene messa in discussione. 

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Ma il problema della distribuzione delle preferenze tra i Cinque Stelle si somma al numero complessivamente molto bassodi scelte espresse per i suoi specifici candidati. Prendendo ad esempio l'Italia nord-occidentale, i pentastellati hanno ottenuto 1.467 mila voti e 203 mila preferenze: si arriva quindi a un rapporto di appena 13 preferenze espresse ogni cento voti, quando il numero massimo di preferenze espresse sarebbe stato 300. Per fare un paragone con gli altri partiti, nella stessa zona il Pd prende oltre 3 milioni di voti e quasi un milione di preferenze (28 preferenze ogni cento voti) e Forza Italia arriva a 32 preferenze ogni 100 voti. Il rapporto migliora andando verso Sud, ma resta comunque largamente più basso rispetto a quello degli altri partiti.
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