sabato 31 maggio 2014

Anche in questo caso, a differenza dei populisti grillini e leghisti, dico che i nostri problemi non derivano dalla Merkel ma da noi italiani che abbiamo tollerato che cattivi politici per anni facessero i cattivi politici.

Matteo Renzi: "La Germania è un modello, ma all'Europa dico: cambia verso, basta austerità" (FOTO)

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Cambiamento. Sembra questo il leit motiv che accompagna la lunga intervista,pubblicata da La Stampa, che il premier Matteo Renzi rilascia al pool di giornalisti della stampa estera riuniti "per la terza volta in due anni" a Palazzo Chigi per ascoltare il presidente del consiglio italiano. "Non so se sia un bene o un male, ma credo che per qualche anno non ne vedrete altri", dice il premier, "l'Italia ha scelto la stabilità e per noi stabilità significa fare riforme molto dure e molto forti". Anche in Europa, che deve cambiare verso, deve ripensarsi. "Io dico che se vogliamo salvarla, dobbiamo cambiarla", spiega il presidente del Consiglio, "l'impostazione di fondo non deve essere centrata solo sull'austerità, ma anche sulla crescita, l'occupazione e le riforme".
Una stoccata alla politica della cancelliera tedesca Merkel con la quale, tuttavia, "ho un ottimo rapporto". Di più: "Trovo volgare e inelegante il modo in cui alcune forze politiche hanno cercato di prendere voti, parlando male della Germania. La Germania è un modello, non un nemico. Lo è quando penso al mercato del lavoro o alla sua struttura pubblica". Il clamoroso risultato che il Partito Democratico ha ottenuto alle recenti elezioni europee, ne è certo Renzi, "dimostra che l'Italia può giocare un ruolo, che l'Italia non è l'ultima ruota del carro, che l'Italia è un Paese che, se cambia, può diventare leader d'Europa".
Cambiamento, dunque. Riforme, in Italia e in Europa. E in tempi stretti. "Perché penso che con un governo di quarantenni, tra dieci anni i rottamati saremo noi e questa è una bella cosa!", spiega Renzi, "vivo con urgenza questo tempo: per me la clessidra è voltata ogni momento, nessun giorno è sbagliato per cominciare a cambiare davvero. Penso che tra dieci anni mi piacerebbe lasciare alla mia terza figlia Ester un Paese che sia guida dell'Europa, leader dell'innovazione e capace di attrarre talenti e non di cacciarli".
Poi uno sguardo agli avversari politici. Il flop di Grillo? "Ha avuto un risultato decisamente inferiore alle aspettative, però non è finito: finirà se noi non faremo le riforme e non saremo credibili". E Berlusconi? "Berlusconi è Berlusconi. Ha preso il 17%, un risultato che in Europa ancora molti definiscono inspiegabile. Continua ad esserci. Io non ignoro nessuno. Ma non ho paura di nessuno".

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