Beppe Grillo e Silvio Berlusconi negano la sconfitta. M5s: "Nessuna Caporetto". Ex Cav: "Forza Italia non ha perso"
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Sull'interpretabilità dei numeri, ovvero metamorfosi di una sconfitta. Potrebbe essere questo il titolo con cui raccontare le dichiarazioni odierne di Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, entrambi impegnati nel difficile tentativo di minimizzare la delusione post elettorale. Grillo sul suo blog e Berlusconi di fronte al comitato di presidenza del suo partito hanno cercato di tirare su i rispettivi sostenitori, dando ognuno la propria narrazione del risultato uscito dalle urne domenica scorsa.
"La nostra affermazione, anche se non possiamo nascondere che volevamo arrivare prima del Pd, è stata trasformata in una sconfitta storica, una Caporetto, una Waterloo. Ma quanto vino (scadente) bevono prima di scrivere? Il M5s è qui per restare e per contare in Europa". Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo in un post dal titolo 'Non vi resta che piangere'.
"Siamo la prima forza di opposizione in Italia (l'unica in realtà dopo decenni) - aggiunge Grillo - in attesa di diventare forza di governo. La maggioranza relativa degli italiani che hanno tra 18 e 29 anni vota M5s. È solo una questione di tempo. Poi tutto cambierà e ai partiti e ai loro media asserviti non resterà che piangere".
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Berlusconi è stato ancora più netto nel ridimensionamento della sconfitta. "Noi non abbiamo perso. Il 50% degli elettori non ha compreso che doveva essere protagonista del voto", ha detto l'ex premier. Impossibile, tuttavia, negare la delusione: "Pensavo di superare il 20% per l'entusiasmo che trovavo e trovo in giro, quindi sono deluso". Nessuna intenzione di fare un passo indietro, anzi: "Non parlate più dei miei figli, resto io alla guida di Forza Italia", avrebbe affermato durante la riunione dell'Ufficio di presidenza del partito.
Questo il testo integrale del post di Grillo:
Dopo le autoflagellazioni, le richieste di autocritica, il maalox, le dimissioni chieste a Grillo senza specificare peraltro da quale carica da miracolati della politica usciti allo scoperto, forse è il caso di cercare un minimo di obiettività e di realismo nel valutare il risultato elettorale. Il M5S ha oggi 17 europarlamentari da zero, è il secondo partito del Paese e il primo movimento, ha, per ora, un nuovo sindaco e partecipa a 12 ballottaggi in città importanti come Livorno, Modena, Fano e Civitavecchia, oltre 500 nuovi consiglieri comunali. Il M5S è nato nell'ottobre del 2009, il Pd, pur con continui cambi di nome dal dopoguerra, allora si chiamava Pci. Per una mutazione completa dovrebbe chiamarsi PDC (Partito democratico cristiano), un preludio al nome finale, DC, per chiudere il cerchio. I nipotini di De Mita, i selfie storici di Renzie e di Letta e di Alfano con De Mita sono rintracciabili in rete, hanno fagocitato la sinistra come un pitone inghiotte un topo e il bello che è i post comunisti sono pure contenti. La nostra affermazione, anche se non possiamo nascondere che volevamo arrivare prima del PD, è stata trasformata in una sconfitta storica, una Caporetto, una Waterloo. Ma quanto vino (scadente) bevono prima di scrivere? Il M5S è qui per restare e per contare in Europa. Siamo la prima forza di opposizione in Italia (l'unica in realtà dopo decenni), in attesa di diventare forza di governo. La maggioranza relativa degli italiani che hanno tra 18 e 29 anni vota M5S. E' solo una questione di tempo. Poi tutto cambierà e ai partiti e ai loro media asserviti non resterà che piangere.
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