giovedì 29 maggio 2014

Riceviamo é pubblichiamo.

I cinque motivi per cui Farage e Grillo sono incompatibili

di   - 29/05/2014 - Il comico genovese è volato a Bruxelles in vista di possibili alleanze. Ma su alcuni punti M5S e UKIP potrebbero non andare d'accordo: uno fra tutti, le fonti rinnovabili. E nel Movimento 5 Stelle cresce il malumore

I cinque motivi per cui Farage e Grillo sono incompatibili
Nigel Farage è leader dell’ “UK Independence party”, Partito per l’Indipendenza del Regno Unito. Oggi ha incontrato Beppe Grillo a Bruxelles in vista di possibili alleanze per un gruppo al Parlamento Europeo. C’è bisogno di 25 membri composti da sette stati diversi e Farage, più in difficoltà rispetto al Front National di Marie Le Pen, ha bisogno dei numeri dei 5 stelle per poter aver più presa nell’Europarlamento. Il Movimento e l’UKIP hanno in comune il sostegno al reddito minimo garantito e il referendum sull’euro. Ma il resto? Il programma dell’Efd (gruppo di cui fanno parte i populisti inglesi) presenta alcuni punti molto generali. Troppo: quando si tratterà di entrare in merito a specifiche questioni, come rinnovabili ed immigrazione, ci sono alcuni aspetti chepotrebbero entrare in contrasto con l’anima del UKIP e le aspirazioni a 5 stelle. Vediamo quali.
Farage festeggia la vittoria. Credits: Getty Images
Farage festeggia la vittoria. Credits: Getty Images/Credits copertina LaPresse
UNO: PAESI DELL’EST – Una delle accuse più comuni che si rivolgono all’UKIP è quella di razzismo. Il gruppo di Farage ha espresso posizioni molto critiche verso i paesi più poveri dell’Unione. Un esempio è quello della Romania. In una intervista alla BBC (che ha sollevato diverse polemicheFarage ha parlato di “reti criminali” collegabili a tale popolazione. Ha detto (dicendo di esser stato frainteso) di non gradire come vicini «persone provenienti dall’Est europa». Secondo l’europarlamentare il 7 per cento di questo fenomeno in Europa è attribuibile ai romeni: «È tutta una questione di scala, su base proporzionale il problema più grande viene dalla Romania», ha precisato, cercando di “scusarsi”. Eppure nel 2013 c’era un altro clima. Beh più o meno.
(Farage nella comunità Rom/Fonte Mirror)
DUE: DIRITTI LGBT - Il leader Ukip non prende una chiara posizione sulle unioni gay. «Stiamo aprendo un grande vaso di Pandora qui, con molti grossi rischi», disse a marzoin merito alla questione tra sentenze di Strasburgo e matrimoni omosex. «Penso che la Chiesa d’Inghilterra stia attraversando un momento molto difficile e miserabile trascinata dai giudici di Strasburgo. Non posso anticipare cosa accadrà lì, ma forse sarà costretta a celebrare matrimoni gay nelle chiese anche contro la volontà della stragrande maggioranza dei fedeli». Sulla questione il leader evita di prendere posizioni decise per il partito, ma ammette: «Io non sostengo i matrimoni tra lo stesso sesso ma dopotutto siamo sotto gli auspici della Corte europea dei diritti dell’uomo».
TRE: FONTI RINNOVABILI - Ha criticato la chiusura delle centrali elettriche a carbone ed è antagonista alla politica di creazione di parchi eolici nel Regno Unito. Per unMovimento 5 stelle vicino alle rinnovabili un Farage che ammette i pericoli delle fonti alternative potrebbe creare imbarazzo. «Si sta pagando una maggiorazione del 12 per cento sulle bollette energetiche per sovvenzionare un programma di turbine eoliche che semplicemente non funziona», ha detto in passato il leader inglese. L’esponente nel 2013 aveva le idee chiare sulla Green Agenda o sulla “ossessione ecologica”: «E’ ora di finire con questa stupidaggine».
QUATTRO: CASE POPOLARI – La carenza di alloggi popolari in alcune parti di Londra,secondo Farage, è dovuta in gran parte dall’alto numero di immigrati provenienti dall’Europa dell’Est. Secondo il leader populista occorre prima risolvere il problema per gli inglesi o per chi ha parenti con cittadinanza nel Regno Unito. Ecco qui come cerca di risolvere il problema dell’housing (case popolari) nel Regno Unito. Sollevando mormorii.
CINQUE: IMMIGRAZIONE – Questo argomento sarà uno dei punti forti che l’Italia dovrà trascinare sul tavolo europeo. Davanti alla mole di sbarchi sulle nostre coste in Inghilterra Farage ha una sua politica d’immigrazione: adottare un sistema simile a quello australiano, con permessi di lavoro brevi. Non solo: Farage auspica il divieto a ”benefits” per cinque anni rivolto a chiunque si rechi nel Regno Unito con l’intento di “stabilirsi”. «I cittadini europei che si trovano nel Regno Unito da sette anni – ha specificato – a seconda delle circostanze, potranno chiedere un permesso permanente (a condizione che siano idonei al rilascio di un permesso di lavoro)». Tornando sui migranti l’UKIP ritene di non dare benefici pubblici o alloggi agli stranieri: devono pagare le imposte nel Regno Unito per cinque anni prima di ottenerli. Se si apre la questione dello ius soli a livello europeo sarebbe un bel problema. Anche se Farage ha recentemente aperto verso l’antiproibizionismo sulle droghe leggere in questi frangenti il Movimento 5 stelle si deve muovere con cautela. Nel gruppo che si formerà (se si formerà) ci dovrà esser uno statuto con una dichiarata affinità politica. Altrimenti si rischia di finire come i radicali con Le Pen negli anni ’80, con la Corte di Giustizia europea che appoggiò la decisione del Parlamento Europeo di annullamento della strana aggregazione. Farage, per corteggiare Grillo, ha proposto il “libero voto” anche in dissenso dal gruppo. Ma l’indentità del Movimento in Europa quale sarà? Ad maiora: soprattutto quando si cercherà l’intesa possibile.

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