M5s, lo staff comunicazione alla resa dei conti
Biondo nel mirino per il 'giornalista del giorno'. La tivù coach Virgulti critica Casaleggio. Messora verso l'Ue. E Casalino rischia di saltare. Le beghe negli uffici stampa pentastellati. La verità su Farage.
CAOS IN PARLAMENTO
Non bastava il mix esplosivo di consensi in calo, rischio scissione e caso-Farage.
Il Movimento 5 stelle si è risvegliato dopo il 25 maggio con un'altra grana interna. Che subito sui media si è trasformata in «resa dei conti» e «grande caos». Si tratta dell'aspra polemica nata tra gli staff di comunicazione.
CAOS NEGLI UFFICI STAMPA. Lo stato di agitazione in cui versano i gruppi parlamentari dopo l'emorragia di voti delle elezioni europee 2014 (quasi 3 milioni di preferenze perse rispetto alle politiche 2013) ha, infatti, contagiato anche gli uffici stampa dei pentastellati.
PROCESSO DI DOMINIO PUBBLICO. Così nel fermento sono sbucate critiche messe nero su bianco e fatte circolare tramite documenti di analisi del voto che dovevano rimanere riservati ai soli grillini. Ma sono diventati di dominio pubblico, facendo imbestialire il leader Beppe Grillo e il guru Gianroberto Casaleggio. E aprendo una vecchia ferita mai guarita: quella di una turbolenta lotta intestina nel settore della comunicazione che dura sin dallo sbarco nei palazzi della politica di Roma nel 2013.
Il Movimento 5 stelle si è risvegliato dopo il 25 maggio con un'altra grana interna. Che subito sui media si è trasformata in «resa dei conti» e «grande caos». Si tratta dell'aspra polemica nata tra gli staff di comunicazione.
CAOS NEGLI UFFICI STAMPA. Lo stato di agitazione in cui versano i gruppi parlamentari dopo l'emorragia di voti delle elezioni europee 2014 (quasi 3 milioni di preferenze perse rispetto alle politiche 2013) ha, infatti, contagiato anche gli uffici stampa dei pentastellati.
PROCESSO DI DOMINIO PUBBLICO. Così nel fermento sono sbucate critiche messe nero su bianco e fatte circolare tramite documenti di analisi del voto che dovevano rimanere riservati ai soli grillini. Ma sono diventati di dominio pubblico, facendo imbestialire il leader Beppe Grillo e il guru Gianroberto Casaleggio. E aprendo una vecchia ferita mai guarita: quella di una turbolenta lotta intestina nel settore della comunicazione che dura sin dallo sbarco nei palazzi della politica di Roma nel 2013.
Silvia Virgulti, la tivù coach che accusa lo stile di Casaleggio
- Un corso di inglese della tivù coach del M5s Silvia Virgulti (video da YouTube).
Chi sono i responsabili di testi piuttosto spietati sugli errori commessi in campagna elettorale?
Le frecciate più velenose sono state scagliate da Silvia Virgulti, la tivù coach venuta da Milano, come confermato da rumor vicini agli ambienti grillini.
UNA FIGURA 'TECNICA'. Si tratta di una figura 'trasversale', che lavora in entrambi i rami del parlamento. Una persona indipendente con un profilo 'tecnico' che ha scritto quello che pensava. Senza filtri, non badando troppo alle conseguenze politiche.
Finora aveva prestato aiuto ai singoli parlamentari del M5s, divisi in gruppetti piccolissimi - due o tre unità - cui avrebbe dovuto insegnare come ottimizzare la diffusione dei messaggi politici verso l'esterno. Concentrandosi soprattutto su televisione, giornali e comunicazione non verbale.
CASALEGGIO «INQUIETANTE». I suoi appunti non sono piaciuti per niente ai vertici: nel testo si parlava persino di effetto «inquietante» che aveva l'abbigliamento 'dark' di Casaleggio (impermeabile e cappellino nero per coprire le conseguenze dell'operazione alla testa) sul palco in piazza San Giovanni a Roma.
Le frecciate più velenose sono state scagliate da Silvia Virgulti, la tivù coach venuta da Milano, come confermato da rumor vicini agli ambienti grillini.
UNA FIGURA 'TECNICA'. Si tratta di una figura 'trasversale', che lavora in entrambi i rami del parlamento. Una persona indipendente con un profilo 'tecnico' che ha scritto quello che pensava. Senza filtri, non badando troppo alle conseguenze politiche.
Finora aveva prestato aiuto ai singoli parlamentari del M5s, divisi in gruppetti piccolissimi - due o tre unità - cui avrebbe dovuto insegnare come ottimizzare la diffusione dei messaggi politici verso l'esterno. Concentrandosi soprattutto su televisione, giornali e comunicazione non verbale.
CASALEGGIO «INQUIETANTE». I suoi appunti non sono piaciuti per niente ai vertici: nel testo si parlava persino di effetto «inquietante» che aveva l'abbigliamento 'dark' di Casaleggio (impermeabile e cappellino nero per coprire le conseguenze dell'operazione alla testa) sul palco in piazza San Giovanni a Roma.
Nicola Biondo, l'ideatore del premio 'giornalista del giorno'
- Nicola Biondo.
Il dossier presentato dallo staff della Camera proponeva, invece, di investire meglio sulla tivù, cambiare metodo di selezione dei parlamentari e presentare una squadra di governo.
Qui nel mirino è finito Nicola Biondo, responsabile comunicazione a Montecitorio. L'ex firma deL'Unità fu definito «cronista di carta stampata che non ha la più pallida idea di come funzioni un gruppo liquido avvezzo alla Rete» da Daniele Martinelli, ex consulente per il M5s.
LA GOGNA MEDIATICA PER TUTTI. Biondo è però l'inventore del concorso 'giornalista del giorno', la gogna mediatica inflitta tramite il blog di Grillo agli autori di articoli non graditi.
Un titolo guadagnato, tra gli altri, da Stefano Menichini di Europa, Giuliano Ferrara de Il Foglio,Michele Santoro di Servizio pubblico, Vittorio Zucconi de La Repubblica, Alessandro Sallustide Il Giornale, Massimo Gramellini de La Stampa e Maria Novella Oppo (per due volte) deL'Unità.
GLI SCONTRI RIPETUTI CON MESSORA. La trovata non piacque tuttavia a Claudio Messora, il capo staff comunicazione del Senato. In una mail interna ai parlamentari specificò subito di non essere lui il responsabile, sottolineando ironicamente la «brillante idea» di Biondo.
Un'altra iniziativa che provocò attriti fu la cosiddetta black list con le direttive per parlare ai giornali. Messora spiegò che «i senatori sono stati eletti dal popolo e hanno il diritto di parlare dove vogliono, quando vogliono e con chi vogliono».
Qui nel mirino è finito Nicola Biondo, responsabile comunicazione a Montecitorio. L'ex firma deL'Unità fu definito «cronista di carta stampata che non ha la più pallida idea di come funzioni un gruppo liquido avvezzo alla Rete» da Daniele Martinelli, ex consulente per il M5s.
LA GOGNA MEDIATICA PER TUTTI. Biondo è però l'inventore del concorso 'giornalista del giorno', la gogna mediatica inflitta tramite il blog di Grillo agli autori di articoli non graditi.
Un titolo guadagnato, tra gli altri, da Stefano Menichini di Europa, Giuliano Ferrara de Il Foglio,Michele Santoro di Servizio pubblico, Vittorio Zucconi de La Repubblica, Alessandro Sallustide Il Giornale, Massimo Gramellini de La Stampa e Maria Novella Oppo (per due volte) deL'Unità.
GLI SCONTRI RIPETUTI CON MESSORA. La trovata non piacque tuttavia a Claudio Messora, il capo staff comunicazione del Senato. In una mail interna ai parlamentari specificò subito di non essere lui il responsabile, sottolineando ironicamente la «brillante idea» di Biondo.
Un'altra iniziativa che provocò attriti fu la cosiddetta black list con le direttive per parlare ai giornali. Messora spiegò che «i senatori sono stati eletti dal popolo e hanno il diritto di parlare dove vogliono, quando vogliono e con chi vogliono».
Claudio Messora, il blogger pronto per Bruxelles
- Claudio Messora (©Imagoeconomica).
Ma chi è Messora? Blogger e guru della comunicazione a Palazzo Madama, è noto sul web con il nome di Byoblu.
Sta con Casaleggio dal 2009 ed è considerato dai 5 stelle come l'uomo del capo. Martinelli lo chiamava «il piccolo Becchi», paragonandolo al professore vicino ai pentastellati e recentemente 'scomunicato' da Grillo.
Nemmeno lui, però, è immune a gaffe e scivoloni, anzi.
INSULTI SESSISTI ALLA BOLDRINI. Rivolse alla presidente dalla Camera Laura Boldrini uninsulto sessista su Twitter: «Anche se noi del blog di Grillo fossimo tutti potenziali stupratori... tu non corri nessun rischio!».
Travolto da una valanga di critiche, pensò bene di cancellare il messaggio che tutti ormai avevano riprodotto e diffuso ampiamente.
POST EQUIVOCI SULLE EX MINISTRE. Il vizietto però era antico: dal passato sbucò un altro post discutibile datato luglio 2010: sopra una foto delle ex ministre berlusconiane Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Stefania Prestigiacomo campeggiava un titolo ambiguo: «Ho fatto una cosetta a tre con la Carfagna, la Gelmini e la Prestigiacomo».
ORA È DIRETTO VERSO L'UE. Macchie che non hanno scalfito più di tanto la sua reputazione, se è vero che Grillo sta pensando di trasferirlo a Bruxelles e Strasburgo per seguire i 17 grillini neoeletti al parlamento europeo.
Non pare essere lui insomma la vittima di un possibile azzeramento degli uffici stampa che avrebbe in mente Casaleggio.
Sta con Casaleggio dal 2009 ed è considerato dai 5 stelle come l'uomo del capo. Martinelli lo chiamava «il piccolo Becchi», paragonandolo al professore vicino ai pentastellati e recentemente 'scomunicato' da Grillo.
Nemmeno lui, però, è immune a gaffe e scivoloni, anzi.
INSULTI SESSISTI ALLA BOLDRINI. Rivolse alla presidente dalla Camera Laura Boldrini uninsulto sessista su Twitter: «Anche se noi del blog di Grillo fossimo tutti potenziali stupratori... tu non corri nessun rischio!».
Travolto da una valanga di critiche, pensò bene di cancellare il messaggio che tutti ormai avevano riprodotto e diffuso ampiamente.
POST EQUIVOCI SULLE EX MINISTRE. Il vizietto però era antico: dal passato sbucò un altro post discutibile datato luglio 2010: sopra una foto delle ex ministre berlusconiane Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Stefania Prestigiacomo campeggiava un titolo ambiguo: «Ho fatto una cosetta a tre con la Carfagna, la Gelmini e la Prestigiacomo».
ORA È DIRETTO VERSO L'UE. Macchie che non hanno scalfito più di tanto la sua reputazione, se è vero che Grillo sta pensando di trasferirlo a Bruxelles e Strasburgo per seguire i 17 grillini neoeletti al parlamento europeo.
Non pare essere lui insomma la vittima di un possibile azzeramento degli uffici stampa che avrebbe in mente Casaleggio.
Rocco Casalino, la testa che potrebbe saltare
- Rocco Casalino (©Imagoeconomica).
A rischiare molto di più è Rocco Casalino.
Famoso per essere stato un ex concorrente della prima edizione del reality show Grande fratello, entrò nella squadra della comunicazione grillina ad aprile 2013 con uno stipendio di 4 mila euro lordi al mese.
LA PEDINA PIÙ A RISCHIO. Nella riorganizzazione interna avrebbe dovuto prendere il posto di Messora come responsabile unico dello staff a Palazzo Madama.
Ma dopo il fattaccio del documento segreto finito sui giornali potrebbe essere sua la testa che Grillo e Casaleggio vogliono vedere rotolare, stando anche a quanto hanno confermato aLettera43.it fonti vicine al Movimento.
«ASSUNTO FINO A FINE LEGISLATURA». Il diretto interessato ha ricordato di essere «assunto con un contratto che scade a fine legislatura». E ha fatto sapere di considerare la notizia di un suo licenziamento come frutto di dichiarazioni anonime di qualche senatore o deputato del M5s.
Famoso per essere stato un ex concorrente della prima edizione del reality show Grande fratello, entrò nella squadra della comunicazione grillina ad aprile 2013 con uno stipendio di 4 mila euro lordi al mese.
LA PEDINA PIÙ A RISCHIO. Nella riorganizzazione interna avrebbe dovuto prendere il posto di Messora come responsabile unico dello staff a Palazzo Madama.
Ma dopo il fattaccio del documento segreto finito sui giornali potrebbe essere sua la testa che Grillo e Casaleggio vogliono vedere rotolare, stando anche a quanto hanno confermato aLettera43.it fonti vicine al Movimento.
«ASSUNTO FINO A FINE LEGISLATURA». Il diretto interessato ha ricordato di essere «assunto con un contratto che scade a fine legislatura». E ha fatto sapere di considerare la notizia di un suo licenziamento come frutto di dichiarazioni anonime di qualche senatore o deputato del M5s.
Nick il Nero, bizzarro camionista videomaker
- Nick il Nero.
Del gruppo che cura le relazioni pubbliche fa parte anche il bizzarro Nick il Nero: ex camionista e videomaker, nel 2013 è diventato consulente al Senato per la comunicazione video del M5s. Compito: realizzare filmati sui lavori dei parlamentari. Una sorta di cameraman, insomma.
GLI ATTACCHI ALLA CASTA. «Al di là dei fenomeni di costume, è un ottimo supporto, perché ci manca chi faccia i video da diffondere sulla Rete», spiegò Messora.
Sul web Nick era diventato celebre per le sue sparate contro la Casta e i giornalisti. Registrate direttamente dal camion.
PONZANO, L'EX CONDUTTORE DE LA COSA. Menzione finale per Matteo Ponzano, più conosciuto come dj Matteo. È stato lo storico conduttore della web tivù La Cosa, organo semi-ufficiale dei pentastellati che mandava in onda le dirette dei grandi eventi del movimento di Grillo.
Ha detto addio a inizio 2014 perché, a suo dire, la televisione «pian piano, per restare sostenibile economicamente, si è trasformata in qualcosa d'altro. E non mi sembrava più giusto restarci senza condividere».
L'ennesima dimostrazione che le «beghe di pollaio» (copyright di Martinelli) affliggono il gruppo comunicazione da sempre.
GLI ATTACCHI ALLA CASTA. «Al di là dei fenomeni di costume, è un ottimo supporto, perché ci manca chi faccia i video da diffondere sulla Rete», spiegò Messora.
Sul web Nick era diventato celebre per le sue sparate contro la Casta e i giornalisti. Registrate direttamente dal camion.
PONZANO, L'EX CONDUTTORE DE LA COSA. Menzione finale per Matteo Ponzano, più conosciuto come dj Matteo. È stato lo storico conduttore della web tivù La Cosa, organo semi-ufficiale dei pentastellati che mandava in onda le dirette dei grandi eventi del movimento di Grillo.
Ha detto addio a inizio 2014 perché, a suo dire, la televisione «pian piano, per restare sostenibile economicamente, si è trasformata in qualcosa d'altro. E non mi sembrava più giusto restarci senza condividere».
L'ennesima dimostrazione che le «beghe di pollaio» (copyright di Martinelli) affliggono il gruppo comunicazione da sempre.
Sabato, 31 Maggio 2014
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