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ROMA - Grillo caccia i cinque senatori dimissionari dal Movimento: "Si sono isolati e non possono continuare ad essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni. Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani, sono fuori dal M5S" avverte il leader dei 5 Stelle dal suo blog.

Possibili defezioni. Decisione che formalizza la rottura ormai avvenuta nei giorni scorsi, ma che potrebbe innescare una nuova frana all'interno del movimento. Secondo quanto si apprende in ambienti grillini a Palazzo Madama, altri 4-5 senatori 5 stelle starebbero infatti pensando di lasciare. Un senatore spiega che già oggi, alla riunione iniziata alle 17, potrebbero esserci le defezioni. Se le anticipazioni fossero confermate, salirebbe a 18 il numero di senatori che hanno lasciato il gruppo dall'inizio della legislatura su un totale di 54 eletti.
LA DIASPORA SUL TERRITORIO

Riunione al Senato. Alla riunione si sono presentati anche i cinque espulsi: Bignami, Casaletto, Mussini, Romani e Bencini, quest'ultima ancora una volta in lacrime. Prima di salire al terzo piano i cinque si sono ritrovati alla buvette dove si sono incrociati con Vito Crimi e Paola Taverna, ma senza degnarsi di un saluto.

Niente streaming. L'incontro si svolge a porte chiuse, senza streaming, nonostante la richiesta dei 5 senatori espulsi oggi via blog. Secondo quanto si apprende, la richiesta è stata respinta ma senza alcuna votazione. Il clima è teso e i giornalisti vengono tenuti a debita distanza e c'è il tentativo, da parte dei commessi e di un collaboratore dei 5 Stelle, di ulteriori allontanamenti dal momento che nonostante la porta chiusa si sente distintamente l'intervento polemico di alcuni degli espulsi.

Il "lodo" Bottici. A portare avanti un tentativo di mediazione sarebbe la senatrice Laura Bottici, una fedelissima del leader. "Se cambiamo insieme il regolamento del gruppo, ritirate le dimissioni?", avrebbe chiesto nel corso della riunione. I cinque starebbero prendendo tempo. Laura Bignami, intercettata dai cronisti mentre andava alla toilette, ha commentato: "Prima lo voglio leggere questo nuovo regolamento".

Un lodo contro il quale arriva il netto no della Mussini: "Non ho sentito uno qui dentro che abbia detto 'voi siete indispensabili per portare avanti questo progetto'. La proposta di ritirare le dimissioni è solo dettata dalla paura".

Le motivazioni di Grillo. I parlamentari allontanati oggi avevano rassegnato le dimissioni da senatori in segno di protesta per l'espulsione di 4 colleghi. "Questo gesto - scrive ora Grillo - non è stato motivato da particolari situazioni personali, familiari o di salute, come solitamente avviene in questi casi, ma come gesto politico in aperto conflitto e contrasto con quanto richiesto dal territorio, stabilito dall'assemblea dei parlamentari del M5S, confermato dai fondatori del M5S e ratificato dagli iscritti certificati in Rete, in merito ai quattro senatori espulsi".

FOTO: TUTTI GLI ADDII

"E' stato loro chiesto - prosegue il fondatore nel post - se confermassero o meno la propria posizione e l'hanno ribadita. I senatori dimissionari si sono pertanto isolati dal Movimento 5 Stelle e non possono continuare ad esserne rappresentanti ufficiali nelle istituzioni. Sono fuori dal M5S".

Minacce agli espulsi. A rendere la situazione ancora più tesa, il fatto che una busta contenente dei proiettili indirizzata "Al Parlamento Piazza Montecitorio, Roma", che ha come destinatari i senatori Lorenzo Battista e Luis Orellana, è stata intercettata al centro di smistamento di Roserio (Mi).

L'ironia di Battista. Lorenzo Battista, uno dei quattro senatori espulsi la settimana scorsa, ironizza: "Highlander! Resterete tu e Roberto. Ottima prova di democrazia". Poi è tornato ad ipotizzare la nascita di un nuovo gruppo a Palazzo Madama. "Il desiderio - spiega a Radio Città Futura - è quello ma adesso i numeri non ci sono. So che ci sono ancora cinque persone che hanno rassegnato le dimissioni dal Senato e non dal gruppo parlamentare. Penso che alla fine se ne andranno i migliori, vedo i miei colleghi che mentono, ma anche lo stesso Grillo. Come quando ha fatto quel post in cui diceva agli iscritti come votare: ha detto una serie di bugie".

Dissenso vietato. Fabrizio Bocchino, un altro dei primi quattro espulsi, intervenendo ad Agorà su Rai3 rincara: "Grillo non ha la cultura del dissenso, questo è il problema principale. Noi non sappiamo perché siamo stati cacciati, possiamo solo dedurre che tutto sia dovuto a un comunicato, comparso qualche giorno prima, in cui criticavamo il colloquio tra Renzi e Grillo, in modo peraltro moderato. Il pensiero critico in un movimento così variegato, che prende consensi da destra e da sinistra, è fondamentale".