lunedì 3 marzo 2014

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Giovanni Favia anche lui espulso. Ormai siamo all'Unione Sovietica. Manca solo che i dissidenti li mandino in siberia.

la-grande-bellezza
Tendenzialmente cerco di ignorare il teatrino della politica nazionale, in particolare quello che riguarda il movimento che ho contribuito a fondare. Ciclicamente però la fanno così grossa che non riesco a tacere. È un difetto.
L’altro giorno, di getto e senza pensarci, ho scritto su Facebook e poi sul mio blog del Fatto Quotidiano due pensieri sul fango tirato dalla macchina comunicativa 5 Stelle (mantenuta con soldi pubblici) ai 4 espulsi. Li potete leggere qui.
Non ho diffamato nessuno. Anzi mi sono trattenuto rispetto quello che ci sarebbe da dire sul “partito agenzia” di oggi. Mi viene sempre un gran dispiacere pensando a quello che è diventato oggi l’attuale “partito agenzia”. Per me era un sogno collettivo a cui avevo creduto e dato tutto me stesso in tempi in cui non c’erano soldi, voti o poltrone da Vicepresidente della Camera a disposizione. Insomma, per capirci, quando Di Battista votava Veltroni mentre noi dichiaravamo guerra al PD.
Di Maio non l’ha presa bene e oggi risponde in maniera scomposta qui. Nella prima parte, in merito al suo taglio dello stipendio, ripropone cose che ormai sanno tutti a memoria perché elencate in ogni sede televisiva cui è costantemente ospitato. Nell’altra invece mi diffama attingendo dal manuale di eliminazione dell’ex grillino. Ognuno di noi “ex”, infatti, ha un suo file dedicato cui i FANS della curva possono attingere a piene mani per i loro due minuti d’odio quotidiano. Di Maio però, sproloquio a parte, non risponde alle domande che pongo. Io ho citato lui e la Taverna perché conosciuti, ma il tema riguarda la coerenza dei principi del M5s in tema di soldi con quello che accade in tutto il gruppo parlamentare. Loro non hanno colpe particolari.
Invito il Vice Presidente della Camera, che ha una funzione istituzionale delicata e che rappresenta tutti i cittadini italiani, anche il sottoscritto, a prendere le critiche oggettive come le mie, con più serenità e senza macchiarsi del reato di diffamazione. Io ho solo riportato i dati che loro hanno pubblicato sul sito Tirendiconto.itmostrando che lui alla fine della fiera si prende 6000 euro/mese. Tutti con i giustificativi regolari? Benissimo, mai detto il contrario, ma allora quando si attacca lo stipendio parlamentare della casta non si può dare la cifra al lordo dei rimborsi per suscitare scandalo e quando si parla di se stessi comunicare in Tv solo l’indennità base di 2500 euro (che poi sono diventati 3000 e passa). Molti militanti 5 Stelle, dopo il mio post sono andati a vedere i conti dei loro parlamentari (stranamente fermi ad ottobre) e non l’hanno presa bene.
La Taverna, di cui avevo riportato i rimborsi presi in un mese di 1500 euro invece (incredibile ma vero), ha risposto con aplomb e signorilità, due righe dicendo che aveva pagato anche per il suo collaboratore. Peccato che il suo collaboratore potesse anche fare da solo, guardando questi numeri, guardando questi numeriQUI sul suo stipendio.
Per tutte le palle invece che racconta sul mio conto (non lo querelo perché non sono permaloso come Casaleggio) rimando a questo link. Tralascio che ben prima di lui ho rinunciato a soldi, vitalizi e indennità per cariche istituzionali (ero e sono presidente di commissione) tralascio anche il mio indice di attività (denunce esposti interrogazioni leggi) facilmente comparabile con il loro e sintetizzo che: non sono rinviato a giudizio, non sono indagato e non c’è neppure un processo, né per i rimborsi del gruppo né per la bufala delle interviste a pagamento.
A proposito, io quando ero nel M5s tenevo tutti gli scontrini (a differenza loro non ero terrorizzato a questa idea) delle mie spese e chi mi chiese di verificarli poté venire nel mio ufficio, aprire il raccoglitore e controllare. Non solo, quando cenavo con ospiti come rappresentanti di sindacati associazioni etc, sul sito scrivevo nome del ristorante, motivo dell’incontro, numeri di coperti e spesa totale. Forse il M5s di oggi, quello orgogliosamente populista, dovrebbe venire a lezioni di trasparenza da noi del primo M5s, quello delle idee, delle poche apparizioni in tv e dell’inclusione partecipativa, non della propaganda di marketing virale e delle espulsioni.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Ps. Finché non applicherete la trasparenza che richiedete al sistema (giustificativi di spesa ad esempio) a voi stessi non sarete credibili, e legittimerete a pensare che qualcuno di voi, con la diaria si faccia la cresta sui rimborsi magari pagandosi con quei soldi la donna delle pulizie o le cravatte. Con tremila euro al mese e più le cravatte potete comprarvele da soli.
Pps. A quelli che come Di Maio (privo di fantasia) che dicono “devi dimetterti” rispondo: vi dimenticate che ho sempre specificato, che prima avrei portato a termine questioni importantissime per il futuro della regione. Questioni su cui ho investito anni di studio e che ora stanno arrivando al rush finale, quali ad esempio il piano rifiuti ed il piano delle mobilità regionale. Amnesia chirurgica? I temi e le battaglie non vi interessano più? solo brand vero? In ogni caso quelle mie dichiarazioni furono una fesseria e non ho problemi a riconoscerlo, io. Nella sostanza non ho rimpatriato dissidenti Kazaki e nemmeno sponsorizzato dei dirigenti nelle Asl. Perché dovrei dimettermi? Sono stato eletto con quasi diecimila preferenze dei cittadini (un record nel m5s) non nominato con poche manciate di voti virtuali nelle parlamentarie. E quando sono stato in contrasto col padrone, i militanti, la base del m5s, quella vera e non quella dietro la tastiera (quasi mille persone reali con voto certificato in tutta la regione) era con me (link). Nemmeno ho cambiato casacca. Sono stato espulso, in seguito alla degenerazione del mio movimento senza aver violato nessuna regola. Regole che invece tu stai violando, invadendo i talk show, da Vespa a Giletti, quando nel vostro codice comportamentale parlamentare (link) è vietato andarci. Perché non ti processano in streaming? La verità è che da voi le regole non contano nulla. Il capo fa, il capo disfa. Sempre secondo il suo interesse del momento.

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