Per far funzionare l'Italia, è necessario ricorrere alle macroregioni. Senza escludere una divisione di memoria borbonica. Beppe Grillo sventola dal suo blog uno dei vecchi cavalli di battaglia della Lega - le macroregioni, appunto - arrivando a immaginare una divisione dell'Italia.
Parole che subito fanno drizzare le orecchie alla Lega Nord, che con il segretario Matteo Salvini commenta così le dichiarazioni del leader M5s: "Liberi e indipendenti, da Roma e da Bruxelles! Benvenuto Grillo, basta che non cambi idea come su Euro e immigrazione: se dai una mano alla Lega non ci ferma nessuno. E magari comincia a sostenere il referendum per un Veneto Indipendente".
E se domani, alla fine di questa storia, iniziata nel 1861, funestata dalla partecipazione a due guerre mondiali e a guerre coloniali di ogni tipo, dalla Libia all'Etiopia. Una storia brutale, la cui memoria non ci porta a gonfiare il petto, ma ad abbassare la testa. Percorsa da atti terroristici inauditi per una democrazia assistiti premurosamente dai servizi deviati(?) dello Stato. Quale Stato? La parola "Stato" di fronte alla quale ci si alzava in piedi e si salutava la bandiera è diventata un ignobile raccoglitore di interessi privati gestito dalle maitresse dei partiti.
E se domani, quello che ci ostiniamo a chiamare Italia e che neppure più alle partite della Nazionale ci unisce in un sogno, in una speranza, in una qualunque maledetta cosa che ci spinga a condividere questo territorio che si allunga nel Mediterraneo, ci apparisse per quello che è diventata, un'arlecchinata di popoli, di lingue, di tradizioni che non ha più alcuna ragione di stare insieme? La Bosnia è appena al di là del mare Adriatico. Gli echi della sua guerra civile non si sono ancora spenti.
E se domani i Veneti, i Friulani, i Triestini, i Siciliani, i Sardi, i Lombardi non sentissero più alcuna necessità di rimanere all'interno di un incubo dove la democrazia è scomparsa, un signore di novant'anni decide le sorti della Nazione e un imbarazzante venditore pentole si atteggia a presidente del Consiglio, massacrata di tasse, di burocrazia che ti spinge a fuggire all'estero o a suicidarti, senza sovranità monetaria, territoriale, fiscale, con le imprese che muoiono come mosche.
E se domani, invece di emigrare all'estero come hanno fatto i giovani laureati e diplomati a centinaia di migliaia in questi anni o di "delocalizzare" le imprese a migliaia, qualcuno si stancasse e dicesse "Basta!" con questa Italia, al Sud come al Nord? Ci sarebbe un effetto domino. Il castello di carte costruito su infinite leggi e istituzioni chiamato Italia scomparirebbe.
È ormai chiaro che l'Italia non può essere gestita da Roma da partiti autoreferenziali e inconcludenti. Le regioni attuali sono solo fumo negli occhi, poltronifici, uso e abuso di soldi pubblici che sfuggono al controllo del cittadino. Una pura rappresentazione senza significato. Per far funzionare l'Italia è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di macroregioni, recuperando l'identità di Stati millenari, come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie. E se domani fosse troppo tardi? Se ci fosse un referendum per l'annessione della Lombardia alla Svizzera, dell'autonomia della Sardegna o del congiungimento della Valle d'Aosta e dell'Alto Adige alla Francia e all'Austria? Ci sarebbe un plebiscito per andarsene. E se domani...
Il commento di Salvini. "Non vorrei che, essendo in difficoltà, Grillo inseguisse la Lega", ma se da lui non ci saranno "solo parole" fra M5s e Lega "sarà una battaglia comune". Così Matteo Salvini, all'ANSA, commenta il post sul blog di Grillo che ipotizza un'Italia divisa in futuro. Salvini chiede a Grillo di sostenere già l'indipendenza del Veneto.
"Se è coerente - sostiene Salvini a proposito del post odierno - Grillo sosterrà subito il referendum per l'indipendenza del Veneto e quando in Lombardia chiederemo lo statuto speciale ci sosterrà". Il leader della Lega osserva che il suo movimento "è da vent'anni che fa battaglie per l'autonomia". Se ci starà ora anche il leader M5s, aggiunge, "meglio tardi che mai: ma non vorrei che essendo in difficoltà, Grillo inseguisse la Lega".
Per questo Salvini a questo punto si aspetta che "non rimangano solo parole, perché a parole i grillini erano contro l'immigrazione clandestina e poi hanno votato contro il reato, a parole erano contro l'euro poi è rimasta solo la Lega: se non saranno solo parole sarà una battaglia comune - conclude - perché è certo che se mettiamo insieme le forze da questo punto di vista non ce n'è per nessuno".
La conferenza stampa di Beppe Grillo
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V3day, Beppe Grillo in piazza a Genova
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