Dietro la porta dell'ufficio di Maurizio Santangelo, capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, c'è una lavagna bianca. Un pennarello nero l'ha suddivisa in rettangoli, tanti quante sono le Commissioni di Palazzo Madama. All'interno, i nomi dei componenti grillini, così come si erano suddivisi all'inizio del mandato. Ma, da domani, quelle caselle dovranno essere riallocate.
I nomi di Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Orellana, espulsi con un voto sul blog, sono così cerchiati in rosso. Quelli di Maurizio Romani (un lancio d'agenzia che lo riguarda è stato stampato ed è in bella vista sulla scrivania), Monica Casaletto, Laura Bignami, Maria Mussini e Monica Casaletto sono evidenziati da una sottolineatura. Anche i cinque dimissionari, pur avendo detto di voler abbandonare il Parlamento ma non il M5s, sono stati cacciati, questa volta direttamente da un post di Beppe Grillo, e dovranno essere sostituiti nelle varie Commissioni.
Presidente Santangelo, ha scritto lei l'intervento che è stato pubblicato sul blog che pone di fatto i cinque senatori che hanno presentato le dimissioni fuori dal Movimento?
È un post che è stato concordato con Grillo, con il quale ci sentiamo in continuazione, che è il nostro garante. Abbiamo cercato fino all'ultimo di trovare una mediazione, di far rientrare le dimissioni.
Perché non aspettare?
Abbiamo esigenze di funzionamento interno del gruppo, rispetto, per esempio, alla distribuzione nelle commissioni.
Almeno tre di loro hanno ribadito di voler lasciare Palazzo Madama ma non i 5 stelle.
Da un punto di vista politico è impossibile.
E dunque meglio accelerare con un'espulsione?
Questa non è stata un'espulsione. Sono loro che si sono dimessi adducendo motivazione politiche molto forti, non rispettando la volontà del territorio, dell'assemblea dei parlamentari e della rete sull'espulsione dei loro colleghi. Preso atto del disaccordo sulla decisione politica, prendiamo anche atto che sono fuori dal Movimento.
Ma loro continuano a dire di non sentirsi fuori.
Nessuno gli vieta di portare avanti le nostre idee. Ma non potranno più candidarsi, né rappresentare pubblicamente i 5 stelle. Si sono dimessi da senatori del M5s. Dunque non possono far più parte del M5s
Romani, in risposta alla sua mail...
Ecco, faccio notare che è stata resa pubblica una mail privata.
Preso atto, lei gli chiedeva di comunicare una scelta definitiva in ragione della possibile calendarizzazione delle dimissioni già dalla prossima capigruppo, come le aveva spiegato la presidenza. Romani ha affermato di aver parlato con Pietro Grasso, il quale gli ha assicurato di non averne mai parlato con lei.
Il discorso della calendarizzazione di una richiesta di dimissioni non lo decide il presidente o un singolo capogruppo, ma la conferenza dei capigruppo. E già alla prossima riunione potrebbero inserirle in calendario, per questo avevamo esigenze di chiarezza.
Avete già avvertito il presidente che i cinque non fanno più parte del gruppo?
Stiamo predisponendo la lettera.
Ma esattamente quale punto del regolamento hanno violato?
Sulle dimissioni non ci sono punti del regolamento. Se ti dimetti prendi e vai a casa. Non può essere contestata e calpestata la volontà dei cittadini che hanno votato sul blog. Qui non siamo in Purgatorio, o a perdere tempo. Abbiamo obiettivi precisi da portare avanti, e avevamo già passato una settimana nel tentativo di trovare una mediazione.
Potranno argomentare la propria posizione?
Potranno partecipare all'assemblea di stasera, ma solo in forma preliminare.
Il Senato assegna i fondi destinati ai gruppi in base alla loro composizione. Avrete problemi di bilancio, visti i nove usciti in pochi giorni?
Avremo una serie di problemi organizzativi, tra cui sicuramente anche quelli di bilancio.
Prevedete altri abbandoni?
Per ora non abbiamo alcuna notizia ufficiale.