Pd, Pier Luigi Bersani: «Sostegno a Matteo Renzi»
L'ex segretario: «Non cerco rivincite. Aiuterò il premier». E sul lavoro dice: «Art.18? Non è un tabù».
Avanti al fianco di Matteo Renzi.
Ripresosi dalla mallatia, dopo essere tornato alla Camera e aver partecipato alCongresso del partito Socialista europeo, Pier Luigi Bersani, in un'intervista rilasciata il 2 marzo a la Repubblica, è tornato a parlare di politica garantendo il suo sostegno al presidente del Consiglio sottolineando di avere «votato il governo con spirito collaborativo».
Certo, «il premier e il suo governo non brillano per umiltà. Il punto è che hanno creato aspettative altissime ma resta l'indeterminatezza degli obiettivi». E ha assicurato piena disponibilità a dare una mano: «Se bisogna aiutare Matteo a rendere più concreti i suoi progetti, noi lo aiuteremo».
NESSUNA RIVINCITA. Pier Luigi Bersani ha ricordato che non è in cerca di «rivincite». L'ex segretario del Partito democratico, ritiene che «il centrosinistra ha già vissuto molte lotte fratricide che non hanno portato bene».
Ha affermato di essere «d'accordo» sulla flex security, di cui ha evidenziato però gli alti costi. Ma ha sottolineato: «Se ci fossero le coperture, un sostegno di quattro anni alle persone che perdono il lavoro può sostituire l'articolo 18. Il grande tabù della sinistra è già stato sostituito in molto casi dalla cassa integrazione in deroga. Allora sarebbe molto meglio scegliere la strada di un reddito di disoccupazione che dura quattro anni magari accompagnandolo a un efficace sistema di formazione professionale».
Per Pier Luigi Bersani la cassa integrazione ordinaria oggi «non basta più e quando la cassa è in deroga il modello somiglia sempre di più alla flex security senza averne le regole e in contrappesi».
PD, PROFUMO DI PRESIDENZA. E in merito alle voci sulla sua possibile presidenza del Pd ha risposto: «Questa è una domanda da non fare. Non all'ordine del giorno».
Ripresosi dalla mallatia, dopo essere tornato alla Camera e aver partecipato alCongresso del partito Socialista europeo, Pier Luigi Bersani, in un'intervista rilasciata il 2 marzo a la Repubblica, è tornato a parlare di politica garantendo il suo sostegno al presidente del Consiglio sottolineando di avere «votato il governo con spirito collaborativo».
Certo, «il premier e il suo governo non brillano per umiltà. Il punto è che hanno creato aspettative altissime ma resta l'indeterminatezza degli obiettivi». E ha assicurato piena disponibilità a dare una mano: «Se bisogna aiutare Matteo a rendere più concreti i suoi progetti, noi lo aiuteremo».
NESSUNA RIVINCITA. Pier Luigi Bersani ha ricordato che non è in cerca di «rivincite». L'ex segretario del Partito democratico, ritiene che «il centrosinistra ha già vissuto molte lotte fratricide che non hanno portato bene».
Ha affermato di essere «d'accordo» sulla flex security, di cui ha evidenziato però gli alti costi. Ma ha sottolineato: «Se ci fossero le coperture, un sostegno di quattro anni alle persone che perdono il lavoro può sostituire l'articolo 18. Il grande tabù della sinistra è già stato sostituito in molto casi dalla cassa integrazione in deroga. Allora sarebbe molto meglio scegliere la strada di un reddito di disoccupazione che dura quattro anni magari accompagnandolo a un efficace sistema di formazione professionale».
Per Pier Luigi Bersani la cassa integrazione ordinaria oggi «non basta più e quando la cassa è in deroga il modello somiglia sempre di più alla flex security senza averne le regole e in contrappesi».
PD, PROFUMO DI PRESIDENZA. E in merito alle voci sulla sua possibile presidenza del Pd ha risposto: «Questa è una domanda da non fare. Non all'ordine del giorno».
Domenica, 02 Marzo 2014
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