ZOCCOLO DURO
Movimento 5 stelle: Beppe Grillo e il suo cerchio magico
Da Dettori, depositario dell'agenda, alla Virgulti, tivù coach. Gli uomini di fiducia del comico. Che caccia altri 5 senatori.
di Paola Alagia
Mentre continua l’emorragia all'interno del Movimento 5 stelle, i fedelissimi di Beppe Grillo si stringono sempre più attorno al loro leader.
Dopo l’espulsione dei quattro senatori dissidenti, il M5s ha perso altri cinque parlamentari. Sono i dimissionari Laura Bignami, Alessandra Bencini, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani. A metterli alla porta, il 6 marzo, è stato Grillo in persona: «Si sono isolati e non possono continuare a essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni». D’altronde, il comico ligure, annunciando il 26 febbraio scorso la votazione per cacciare Battista, Bocchino, Orallana e Campanella, era stato chiaro: «Così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti».
Gli appuntamenti elettorali, in primis con le Europee, si avvicinano e l’obiettivo principale dei vertici pentastellati è sempre più quello di poter presentare un movimento compatto e omogeneo. Almeno a livello di gruppi parlamentari. Nonostante il cerchio magico grillino sia il più ampio tra quelli visti fino a ora nei partiti della Seconda Repubblica.
COMUNICAZIONE AL POTERE. Niente a che fare, per esempio, col cordone di protezione dell’era Bossi nella Lega. E niente a che fare neppure con la catena di comando, per lo più al femminile, di Silvio Berlusconi. Pochi eletti, in entrambi i casi, ad avere il diritto di confrontarsi con il leader e incidere sulle scelte politiche. Un po’ come, del resto, accade anche nel Pd a trazione renziana. Il Movimento 5 stelle, invece, fa le cose in grande: la pattuglia di fedelissimi che ha contatti con i vertici infatti è ben più numerosa.
«Il vero cerchio magico», ha confidato a Lettera43.it una deputata che preferisce rimanere anonima, «è costituito dagli uomini della comunicazione». In prima fila ci sarebbe Pietro Dettori: «È lui il depositario dell’agenda di Casaleggio, oltre a seguirlo nelle riunioni romane con i parlamentari. Ma tra i suoi fidatissimi c’è pure Filippo Pittarello che ha un ruolo altrettanto strategico nel Movimento».
DETTORI E PITTARELLO, UOMINI DI CASALEGGIO. Proprio Pittarello «ad aprile scorso durante una riunione ci aveva spiegato in maniera chiara che noi parlamentari non abbiamo alcuna delega dagli elettori», si è sfogata, «salvo poi chiarirci che invece i capigruppo a rotazione avrebbero dovuto avere la nostra».
Sia Dettori sia Pittarello, però, sono uomini vicini a Casaleggio più che a Grillo. «Sì, ma è anche vero», ha spiegato a Lettera43.it un altro parlamentare sotto anonimato, «che Beppe è per lo più l’uomo della comunicazione. Una sorta di ariete di sfondamento del M5s. Per tutte le questioni strategiche e operative, invece, il perno è Casaleggio. È a lui che si fa capo per i contenuti».
Dopo l’espulsione dei quattro senatori dissidenti, il M5s ha perso altri cinque parlamentari. Sono i dimissionari Laura Bignami, Alessandra Bencini, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani. A metterli alla porta, il 6 marzo, è stato Grillo in persona: «Si sono isolati e non possono continuare a essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni». D’altronde, il comico ligure, annunciando il 26 febbraio scorso la votazione per cacciare Battista, Bocchino, Orallana e Campanella, era stato chiaro: «Così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti».
Gli appuntamenti elettorali, in primis con le Europee, si avvicinano e l’obiettivo principale dei vertici pentastellati è sempre più quello di poter presentare un movimento compatto e omogeneo. Almeno a livello di gruppi parlamentari. Nonostante il cerchio magico grillino sia il più ampio tra quelli visti fino a ora nei partiti della Seconda Repubblica.
COMUNICAZIONE AL POTERE. Niente a che fare, per esempio, col cordone di protezione dell’era Bossi nella Lega. E niente a che fare neppure con la catena di comando, per lo più al femminile, di Silvio Berlusconi. Pochi eletti, in entrambi i casi, ad avere il diritto di confrontarsi con il leader e incidere sulle scelte politiche. Un po’ come, del resto, accade anche nel Pd a trazione renziana. Il Movimento 5 stelle, invece, fa le cose in grande: la pattuglia di fedelissimi che ha contatti con i vertici infatti è ben più numerosa.
«Il vero cerchio magico», ha confidato a Lettera43.it una deputata che preferisce rimanere anonima, «è costituito dagli uomini della comunicazione». In prima fila ci sarebbe Pietro Dettori: «È lui il depositario dell’agenda di Casaleggio, oltre a seguirlo nelle riunioni romane con i parlamentari. Ma tra i suoi fidatissimi c’è pure Filippo Pittarello che ha un ruolo altrettanto strategico nel Movimento».
DETTORI E PITTARELLO, UOMINI DI CASALEGGIO. Proprio Pittarello «ad aprile scorso durante una riunione ci aveva spiegato in maniera chiara che noi parlamentari non abbiamo alcuna delega dagli elettori», si è sfogata, «salvo poi chiarirci che invece i capigruppo a rotazione avrebbero dovuto avere la nostra».
Sia Dettori sia Pittarello, però, sono uomini vicini a Casaleggio più che a Grillo. «Sì, ma è anche vero», ha spiegato a Lettera43.it un altro parlamentare sotto anonimato, «che Beppe è per lo più l’uomo della comunicazione. Una sorta di ariete di sfondamento del M5s. Per tutte le questioni strategiche e operative, invece, il perno è Casaleggio. È a lui che si fa capo per i contenuti».
Da Virgulti a Messora, la cinghia di trasmissione tra il guru e il Movimento
Tuttavia, alla corte del guru 5 stelle hanno accesso pure i responsabili della comunicazione di Camera e Senato, Nicola Biondo e Claudio Messora.
«Oltre a Silvia Virgulti, l’ultima arrivata in squadra da Milano col ruolo preciso di tivù coach», ha commentato un altro eletto M5s. «Tutti e cinque, insomma, rappresentano la cinghia di trasmissione tra noi parlamentari e Casaleggio, vengono coinvolti e ascoltati».
«Poi, però, c’è tutta la schiera dei parlamentari più ortodossi», ha continuato la deputata.
«E tra questi figurano, senza dubbio, Luigi Di Maio, Alessandro di Battista, Roberto Fico, Laura Castelli, Nicola Morra e Vito Crimi».
LE FEDELISSIME RUOCCO E TAVERNA. «All’elenco», ha incalzato un’altra fonte, «bisogna aggiungere inoltre fedelissime come Carla Ruocco, Paola Carinelli e Paola Taverna. Senza dimenticare Federico D’incà, Riccardo Fraccaro e Carlo Sibilia. Anche se non tutti loro, alla fine, sono in contatto continuo con Casaleggio».
Chi ha allora, davvero, la possibilità di alzare il telefono e comunicare direttamente con il guru? «Credo che tra i parlamentari siano in pochi a poterlo fare e tra questi immagino ci siano Castelli e Di Battista».
ZOCCOLO DURO DI 50 PARLAMENTARI. Nel complesso, comunque, la rete difensiva dei dettami pentastellati è affidata a una dozzina di parlamentari «e non tutti di antica acquisizione. Alcuni sono acquisti recenti. Se per esempio Crimi è un’amicizia di vecchia data per i vertici del Movimento, una persona come Paola Taverna, invece, si è conquistata la fiducia sul campo, grazie alle capacità di resa mediatica. Ma c’è un elemento che li accomuna tutti ed è il rapporto di affiliazione con i capi».
Ma non finisce qui. La fonte, infine, ha tracciato un secondo livello di cerchio magico: «In generale sono una quarantina i deputati e una decina i senatori che costituiscono lo zoccolo duro grillino. E, tra l’altro», ha concluso, «saranno anche coloro che vedremo in prima fila per le Europee negli incontri in giro per il Paese».
«Oltre a Silvia Virgulti, l’ultima arrivata in squadra da Milano col ruolo preciso di tivù coach», ha commentato un altro eletto M5s. «Tutti e cinque, insomma, rappresentano la cinghia di trasmissione tra noi parlamentari e Casaleggio, vengono coinvolti e ascoltati».
«Poi, però, c’è tutta la schiera dei parlamentari più ortodossi», ha continuato la deputata.
«E tra questi figurano, senza dubbio, Luigi Di Maio, Alessandro di Battista, Roberto Fico, Laura Castelli, Nicola Morra e Vito Crimi».
LE FEDELISSIME RUOCCO E TAVERNA. «All’elenco», ha incalzato un’altra fonte, «bisogna aggiungere inoltre fedelissime come Carla Ruocco, Paola Carinelli e Paola Taverna. Senza dimenticare Federico D’incà, Riccardo Fraccaro e Carlo Sibilia. Anche se non tutti loro, alla fine, sono in contatto continuo con Casaleggio».
Chi ha allora, davvero, la possibilità di alzare il telefono e comunicare direttamente con il guru? «Credo che tra i parlamentari siano in pochi a poterlo fare e tra questi immagino ci siano Castelli e Di Battista».
ZOCCOLO DURO DI 50 PARLAMENTARI. Nel complesso, comunque, la rete difensiva dei dettami pentastellati è affidata a una dozzina di parlamentari «e non tutti di antica acquisizione. Alcuni sono acquisti recenti. Se per esempio Crimi è un’amicizia di vecchia data per i vertici del Movimento, una persona come Paola Taverna, invece, si è conquistata la fiducia sul campo, grazie alle capacità di resa mediatica. Ma c’è un elemento che li accomuna tutti ed è il rapporto di affiliazione con i capi».
Ma non finisce qui. La fonte, infine, ha tracciato un secondo livello di cerchio magico: «In generale sono una quarantina i deputati e una decina i senatori che costituiscono lo zoccolo duro grillino. E, tra l’altro», ha concluso, «saranno anche coloro che vedremo in prima fila per le Europee negli incontri in giro per il Paese».
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