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ROMA - Grillo caccia i cinque senatori dimissionari dal Movimento: "Si sono isolati e non possono continuare ad essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni. Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani, sono fuori dal M5S" avverte il leader dei 5 Stelle dal suo blog.

Durante la riunione del gruppo M5s al Senato, tenuta nel pomeriggio, i dimissionari non hanno fatto passi indietro, tra urla, interventi appassionati e lacrime. Alla fine, Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani sono andati via convinti della loro scelta. Vi sarebbero altri 4 o 5 senatori decisi a lasciare, in polemica con l'autoritarismo di Grillo, ma non stasera. Una nuova assemblea dei senatori si terrà lunedì e servirà anche a discutere della redistribuzione degli incarichi nelle commissioni parlamentari: il gruppo al Senato si è ridimensionato da 50 a 41 senatori e i posti lasciati vacanti dagli espulsi dovranno essere riempiti. Ma il punto, che pure oggi era all'ordine del giorno, non è stato trattato e se ne parlerà lunedì prossimo.

LA DIASPORA SUL TERRITORIO

Riunione al Senato. Prima di riunirsi con gli ormai ex colleghi di movimento, Bignami, Casaletto, Mussini, Romani e Bencini si sono ritrovati alla bouvette, dove si sono incrociati con Vito Crimi e Paola Taverna, ma senza degnarsi di un saluto. L'incontro si è svolto a porte chiuse, senza streaming, nonostante la richiesta dei 5 senatori espulsi oggi via blog. , Richiesta respinta, secondo quanto si apprende, senza alcuna votazione. Clima teso, giornalisti tenuti a debita distanza. E il tentativo dei commessi e di un collaboratore dei 5 Stelle di ulteriori allontanamenti dal momento che, nonostante la porta chiusa, si sentiva distintamente l'intervento polemico di alcuni degli espulsi.

Il "lodo" Bottici. A portare avanti un tentativo di mediazione sarebbe stata la senatrice Laura Bottici, una fedelissima del leader. "Se cambiamo insieme il regolamento del gruppo, ritirate le dimissioni?", avrebbe chiesto nel corso della riunione. Idea irrealizzabile. L'ortodossa Barbara Lezzi taglia corto: "Non c'è nulla di cui discutere e, se avessero voluto ritirare le loro dimissioni, lo avrebbero già fatto". D'altronde, l'altra sponda non prende in considerazione la cosa. Un "lodo" contro il quale arriva il netto no della Mussini: "Non ho sentito uno qui dentro che abbia detto 'voi siete indispensabili per portare avanti questo progetto'. La proposta di ritirare le dimissioni è solo dettata dalla paura".

Le motivazioni di Grillo. I parlamentari allontanati oggi avevano rassegnato le dimissioni da senatori in segno di protesta per l'espulsione di 4 colleghi. "Questo gesto - scrive Grillo - non è stato motivato da particolari situazioni personali, familiari o di salute, come solitamente avviene in questi casi, ma come gesto politico in aperto conflitto e contrasto con quanto richiesto dal territorio, stabilito dall'assemblea dei parlamentari del M5S, confermato dai fondatori del M5S e ratificato dagli iscritti certificati in Rete, in merito ai quattro senatori espulsi".

FOTO: TUTTI GLI ADDII

"E' stato loro chiesto - prosegue il fondatore nel post - se confermassero o meno la propria posizione e l'hanno ribadita. I senatori dimissionari si sono pertanto isolati dal Movimento 5 Stelle e non possono continuare ad esserne rappresentanti ufficiali nelle istituzioni. Sono fuori dal M5S".

Minacce agli espulsi. A rendere la situazione ancora più tesa, il fatto che una busta contenente dei proiettili indirizzata "Al Parlamento Piazza Montecitorio, Roma", che ha come destinatari i senatori Lorenzo Battista e Luis Orellana, è stata intercettata al centro di smistamento di Roserio (Mi).

L'ironia di Battista. Lorenzo Battista, uno dei quattro senatori espulsi la settimana scorsa, ironizza: "Highlander! Resterete tu e Roberto. Ottima prova di democrazia". Poi è tornato ad ipotizzare la nascita di un nuovo gruppo a Palazzo Madama. "Il desiderio - spiega a Radio Città Futura - è quello ma adesso i numeri non ci sono. So che ci sono ancora cinque persone che hanno rassegnato le dimissioni dal Senato e non dal gruppo parlamentare. Penso che alla fine se ne andranno i migliori, vedo i miei colleghi che mentono, ma anche lo stesso Grillo. Come quando ha fatto quel post in cui diceva agli iscritti come votare: ha detto una serie di bugie".

Dissenso vietato. Fabrizio Bocchino, un altro dei primi quattro espulsi, intervenendo ad Agorà su Rai3 rincara: "Grillo non ha la cultura del dissenso, questo è il problema principale. Noi non sappiamo perché siamo stati cacciati, possiamo solo dedurre che tutto sia dovuto a un comunicato, comparso qualche giorno prima, in cui criticavamo il colloquio tra Renzi e Grillo, in modo peraltro moderato. Il pensiero critico in un movimento così variegato, che prende consensi da destra e da sinistra, è fondamentale".