“Il Sud non chiede soldi, abbiamo progetti che vogliamo poter realizzare. Noi abbiamo creato una sorta di distretto fra le Province di Catania, Siracusa e Ragusa che non sente di avere un gap con il resto del Paese, abbiamo progetti e idee su cui convergono le associazioni di categoria e i sindacati e che abbiamo illustrato al Governo”. Il vice presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, esce rinfrancato dall’incontro di stamattina a Siracusa con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, e il sottosegretario Graziano Delrio, che ha la delega alla Coesione territoriale, “un incontro che ha visto grande partecipazione, è stata apprezzata la disponibilità all’ascolto dei territori”.
Renzi è entrato nel merito delle questioni, “ci ha ascoltato, ma soprattutto era arrivato all’incontro preparato sui temi. Sa essere brillante, ma è stato anche puntuale e concreto” spiega Lo Bello, intervistato da HuffPost. “Lo ho apprezzato soprattutto perché è venuto al Sud senza promettere piani speciali o interventi straordinari. Non abbiamo bisogno di piani speciali, le nostre esigenze come imprenditori siciliani sono le stesse di quelli veneti, lombardi o piemontesi. Ci serve una tassazione minore, una burocrazia più efficiente, maggiori infrastrutture, un uso serio dei fondi comunitari, una direzione strategica di rilancio della scuola”.
Lo Bello fa notare che la Sicilia orientale è un’area “a forte innovazione, che genera gran parte del Pil regionale. Vogliamo rafforzare la centralità dello scalo di Catania, ampliare il porto di Augusta aumentando le sinergie con quello di Catania, puntare sull'innovazione a partire dalla diffusione della banda larga. Questi sono i progetti che abbiamo sottoposto al premier”. Davanti al Governo si è presentato “un pezzo del mondo economico che ha assunto il ruolo di classe dirigente e lo fa non in base a interessi corporativi, ma ragionando nell’interesse generale”.
Renzi ha annunciato per mercoledì prossimo provvedimenti corposi, che "vanno nella direzione giusta e sosteniamo". Gli imprenditori siciliani chiedono al Governo soprattutto di non recedere dalle riforme istituzionali. “È la sfida vera” conclude Lo Bello, che punta l’attenzione soprattutto sulla modifica del Titolo V della Costituzione. “La revisione è stata una disgrazia per il Paese, perché la competenza concorrente ha rallentato investimenti importanti a livello locale”.