Il mistero della mail sullo scontro Grillo-Pizzarotti
di Alberto Sofia - 07/03/2014 - Secondo Repubblica all'origine dei malumori ci sarebbe la richiesta del sindaco ad altri colleghi grillini di prendere le distanze dall'ex comico, difendendo i quattro senatori espulsi. Il pentastellato di Parma ha negato via Facebook. Ma il primo cittadino di Mira ha confermato di aver ricevuto la mail
All’origine dello scontro ci sarebbe stata una mail, inviata ad altri sindaci pentastellati per dissociarsi da Beppe Grillo e difendere Orellana, Battista, Bocchino e Campanella, i quattro senatori cacciati dal MoVimento 5 Stelle. Secondo l’edizione bolognese di Repubblica sarebbe questa la causa deicontrasti - poi, a quanto pare, rientrati – tra Federico Pizzarotti e l’ex comico. Una versione che è stata però smentita dallo stesso grillino di Parma, attraverso il proprio profilo su Facebook. «Prima il sottosegretario al Governo Letta, poi la vicinanza a Civati, ora una mail in cui avrei difeso i dissidenti: si sta facendo di tutto pur raccontare falsità verso la mia persona e il mio lavoro da Sindaco, anche dopo i chiarimenti dei giorni scorsi», ha replicato il sindaco pentastellato.
«Si fa di tutto pur di gettare fango in un momento delicato per il Movimento e cercando di aprire una breccia. Non ho preso le difese di nessuno, la settimana scorsa ho espresso la mia opinione alla luce del sole, con estrema sincerità. Io vado avanti, convinto del mio lavoro e della mia onestà», ha concluso , attaccando la «quotidiana distrazione di massa di Repubblica». Eppure, come ha spiegato il quotidiano, è stato il sindaco di Mira(Venezia), il 28enne Alvise Maniero, a confermare di aver ricevuto la mail collettiva di Pizzarotti: «Certo che l’ho ricevuta», ha spiegato. Poi, ha precisato Repubblica, «qualche amministratore solerte ha inoltrato la mail di Pizzarotti a Grillo», scatenando la reazione del “Semplice Portavoce” del MoVimento 5 Stelle. Ovvero, la scomunica arrivata via Twitter, dove si contestava al sindaco di Parma di non aver concordato né con lui né con il suo staff l’organizzazione della riunione tra amministratori a 5 Stelle per il prossimo 15 marzo. Un evento già sperimentato lo scorso anno, con l’obiettivo di incontrare gli aspiranti candidati grillini e concordare strategie politiche e campagne elettorali.
LA QUERELLE GRILLO-PIZZAROTTI E LA MAIL - Dopo il post di Grillo era stato lo stesso sindaco di Parma, sempre via Twitter, a ricordare il precedente, spiegando a Beppe grillo «È stato organizzato come quello dello scorso anno. Se fare rete non va bene fate voi». Per poi “disubbidire” alla scomunica e confermare l’incontro del 15 marzo. All’assise non parteciperà però lo stesso sindaco di Mira, che ha chiarito a Repubblica di non essere d’accordo con Pizzarotti:
«Io non sono d’accordo con Federico e gliel’ho scritto. Il nostro Paese ha bisogno di riforme, di un cambiamento radicale, chi non è d’accordo è meglio che se ne vada. Un gruppo politico avrà ben il diritto di autodeterminarsi…».
Non ci sarà nemmeno il collega Marco Fabbri, sindaco del comune ferrarese di Comacchio, impegnato a un incontro a Caltanissetta, in Sicilia. Fabbri ha però cercato di minimizzare lo scontro tra il sindaco di Parma e Beppe Grillo: «Secondo me non c’è stata nessuna litigata con Grillo, era un tweet ironico, avete frainteso. Federico è una brava persona, l’ho sentito anche prima», ha spiegato a Repubblica.
PIZZAROTTI E LA DIFESA DEGLI EPURATI – Nella lettera citata dal quotidiano diretto da Ezio Mauro e che Pizzarotti avrebbe inviato ad altri sindaci a 5 Stelle, il sindaco avrebbe chiesto di prendere le distanze da Grillo e dalla logica delle espulsioni. Poche righe nelle quali si difendevano i quattro epurati (ai quali si sono di recente aggiunti i dimissionari “cacciati” Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani, ndr) e si spiegava come i senatori Luis Orellana, Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella non avessero violato il regolamento o commesso nulla di grave. Tanto che Pizzarotti riteneva la loro epurazione come ingiustificata. «Difendiamo gli epurati di Grillo», avrebbe così spiegato nella mail Pizzarotti. Già dopo il voto del web che aveva ratificato le espulsioni dei quattro senatori, il sindaco aveva scritto su Facebook un post in cui si dissociava dalla cacciata, spiegando di non aver capito quali fossero le colpe degli eletti espulsi. Poi c’è stato lo scontro con Grillo via Twitter sull’incontro del 15 marzo. Nonostante la conferma di Alvise Maniero, il sindaco di Parma ha però negato, sempre attraverso il profilo Facebook, di aver inviato una mail dove difendeva i dissidenti. Già due giorni fa aveva smentito altre voci, quelle sulla vicinanza con il “malpancista” del Pd Giuseppe Civati. Con tanto di attacco ai media, come già fatto in passato:
Allo stesso modo aveva smentito che ci fossero delle iniziative prese dalla propria amministrazione “non in linea con il M5S”. Eppure, nonostante le telefonate “chiarificatrici” di facciata tra gli staff di Grillo e Pizzarotti, secondo Repubblica la tensione tra sindaco ed ex comico sarebbe ancora alta. «Tanto che ai fedelissimi il guru avrebbe confidato pochi giorni fa: “Resta sindaco, ma ormai è fuori dal Movimento”», si legge. E non manca chi, come un altro epurato grillino storico, Giovanni Favia, lo indica come un possibile catalizzatore di proteste, un «simbolo» per le voci critiche: qualora decidesse di rompere con Grillo, altri potrebbero seguire il sindaco di Parma.
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