Un italiano per curare i conti di Apple.
Maestri diventa responsabile finanze
Peter Oppenheimer lascerà a settembre e al suo posto di chief financial officer subentrerà Luca Maestri, che è il vice presidente della finanza
MILANO - Il chief financial officer di Apple, Peter Oppenheimer, lascerà l'incarico a settembre e il suo posto sarà preso da Luca Maestri, attuale vice presidente della finanza. Lo comunica Apple in una nota. "Peter è stato chief financial officer nell'ultimo decennio, durante il quale i ricavi annuali di Apple sono cresciuti da 8 miliardi di dollari a 171 miliardi di dollari. La sua leadership e la sua esperienza sono state strumentali al successo di Apple, non solo come chief financial officer ma in molte aree al di là della finanza", afferma in una nota l'amministratore delegato di Apple, Tim Cook. Che ha parole di elogio anche per Maestri, che appunto sostituirà Oppenheimer. "Quando lo abbiamo assunto sapevamo che sarebbe stato il successore di Peter. Il suo contributo ad Apple è già stato significativo e si è rapidamente guadagnato il rispetto dei colleghi".
Per Maestri si tratta una sfida di sicuro impegnativa, ma il manager italiano ha le spalle larghe. Prima di approdare alla società della Mela, infatti, Maestri aveva un ruolo analogo a quello che gli toccherà ora, ma in Xerox, fin dal 2011. La casella precedente della sua carriera è stata occupata da Nokia Siemens Networks e tra i suoi impieghi si annovera anche General Motors. Quanto ad Apple, si completa così un ulteriore tassello di un ricambio che ha portato a veri e propri terremoti tra la dirigenza, con l'uscita di pezzo da novanta come Scott Forstall e Ron Johnson.
"Prima
di arrivare in Apple nel marzo 2013", spiega proprio il gruppo di Cupertino parlando del manager italiano, "Maestri è stato direttore finanziario di Nokia Siemens Networks e Xerox". Il manager ha "iniziato la sua carriera in General Motors e ha trascorso 20 anni in ruoli finanziari ed operativi nelle Americhe, nell'Asia-Pacifio e in Europa". In Gm, "è stato membro del team che ha creato le attività regionali nell'Asia-Pacifico inclusi investimenti nel manifatturiero in Cina e Tailandia. Successivamente è stato direttore finanziario del team che ha ristrutturato le operazioni in Brasile e Argentina garantendone il ritorno alla redditività. Il suo ultimo ruolo in Gm è stato quello di direttore finanziario per tutte le operazioni del gruppo auto in Europa, che spaziavano in oltre 45 Paesi con ricavi netti annuali per circa 40 miliardi di dollari".Per Maestri si tratta una sfida di sicuro impegnativa, ma il manager italiano ha le spalle larghe. Prima di approdare alla società della Mela, infatti, Maestri aveva un ruolo analogo a quello che gli toccherà ora, ma in Xerox, fin dal 2011. La casella precedente della sua carriera è stata occupata da Nokia Siemens Networks e tra i suoi impieghi si annovera anche General Motors. Quanto ad Apple, si completa così un ulteriore tassello di un ricambio che ha portato a veri e propri terremoti tra la dirigenza, con l'uscita di pezzo da novanta come Scott Forstall e Ron Johnson.
"Prima
Maestri, 50 anni (1 in meno di Oppenheimer), comincerà la transizione nell'incarico dal prossimo giugno. Quando è approdato a Cupertino, i report di stampa ne hanno messo in evidenza il profilo cosmopolita: ha vissuto in sette Paesi e parla tre lingue come fossero la prima. Fin da subito si è capito che il suo destino era diventare il numero uno delle finanze. Romano, laureato in economia alla Luiss, ha ben presto lasciato il Belpaese spontandosi dagli Usa alla Thailandia, passando per Brasile e Svizzera. La riservatezza, testimoniata anche dalle esigue battute in pubblico e sulla stampa, pare fosse una dote che ha convinto Apple - molto gelosa dei suoi piani - a volerlo con sé. Ora Maestri siede su una liquidità di circa 147 miliardi di dollari (alla fine dell'esercizio 2013), che ha subito più volte la pressione dei soci, su tutti Carl Icahn, perché fosse liberata. Motivo per cui Cupertino ha annunciato un buyback da 14 miliardi di dollari, che lo stesso Icahn ha giudicato non sufficiente, salvo poi calmare le proprie mire.
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