Invia per email
Stampa
GENOVA - Tiziano Renzi, padre del premier Matteo, è indagato per bancarotta fraudolenta dal Tribunale di Genova. La vicenda è relativa al fallimento della società di distribuzione di giornali e campagne pubblicitarie Chil Post, nel maggio 2013. Il curatore avrebbe rilevato passaggi sospetti dei rami d'impresa, e comunque delle uscite di denaro ingiustificate. L'inchiesta, iniziata sei mesi fa, è del pm Marco Airoldi,  e seguita in prima persona dal procuratore aggiunto Nicola Piacente. La bancarotta viene contestata ad altre due persone, ex amministratori della società, e cioè Gianfranco Massone e Antonello Gabelli, subentrati nel 2010 a Tiziano Renzi nella titolarità della società, poi fallita nel 2013.

L'avviso di garanzia è stato notificato a Tiziano Renzi tre giorni fa, e coincide con la richiesta di proroga di indagini al Gip.

Renzi padre non è "preoccupato e ringrazia la magistratura". Raggiunto telefonicamente dall'Asca, non vuol commentare nel dettaglio il provvedimento: "Ne prendo atto, ringrazio la magistratura, è un atto a mia tutela, ma essendo io indagato non posso dire niente. Appena avrò tempo, a dimostrazione di quanto sono preoccupato, farò un comunicato stampa".

La società per il cui fallimento si sta indagando su Tiziano Renzi era stata ceduta ad un imprenditore genovese. Ma in passato c'erano stati altri passaggi azionari e di gestione: e lo stesso Matteo Renzi, insieme alle sorelle, ne era stato amministratore. Tempi molto lontani: dal 1999 al 2004, quando per un breve periodo - l'attuale premier aveva 22 anni- risultava anche dipendente della Chil Spa. La vicenda aveva sollevato delle polemiche da parte dei consiglieri di centrodestra quando Renzi era stato eletto presidente della Provincia di Firenze, perché aveva avuto il distacco dall'azienda dopo averne ceduto il 40% di quote, una scelta che garantisce la possibilità di ottenere contributi per nove anni. Ma tutte le polemiche erano state smorzate con i documenti che attestavano la regolarità della vicenda. 

La società, con sede a Rignano sull'Arno, aveva aperto la filiale genovese una decina di anni fa. Nel 2005 lascia gli uffici, ma si apre un contenzioso con il proprietario per le condizioni in cui sono stati lasciati i locali e perchè non sono stati pagati gli ultimi tre mesi, per un totale di 8000 euro. Un decreto ingiuntivo chiederà poi il pagamento di una somma superiore (11 mila euro).  Nel dicembre del 2010 Tiziano Renzi cede un ramo dell'azienda ad un'altra realtà, la Eventi 6 srl , mentre la Chil Post viene ceduta a Gian Franco Massone, vicepresidente di un'altra società di consegne, la Delivery Service Italia. Ma la società non decollò e venne dichiarata fallita. Tiziano Renzi è stato anche in affari con l'esponente di Forza Italia Denis Verdini, come racconta questo articolo dell'Espresso.