M5S: perché Defranceschi è stato escluso regionali in Emilia
Da Bologna a Reggio si discute per ex candidati dell'Italia dei Valori e compagne di consiglieri candidate per la nuova corsa elettorale
DEFRANCESCHI, SOSTENUTO DAI CRITICI EMILIANI – Con la nuova regola posta per le candidature è vietata la corsa agli attivisti che risultano inquisiti. E l’unico consigliere regionale a 5 stelle Andrea Defranceschi, reo di aver avviato con un esposto l’indagine che ora coinvolge i consiglieri in regione Emilia Romagna, figura tra gli indagati nel nuovo filone d’indagine sulle spese pazze in Regione. Una mossa disposta a tutti i capigruppo politici e con l’esclusione ora sul blog richia di generare fratture all’interno del Movimento. Il portavoce nei giorni scorsi aveva infatti ribadito di voler continuare la sua corsa: «Ho cliccato appena aperte le liste, prima di far caso all’introduzione del nuovo parametro di selezione. Quello di inquisito. Il mio casellario giudiziale è pulito, vi vengono iscritti solo procedimenti penali in corso. Cosa che io non ho». Tale posizione è sostenuta da diversi attivisti locali, dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti (“Visto il valore dimostrato in questi cinque anni non possiamo perderlo per una norma uscita adesso”), da eurodeputati M5S come Marco Affronte e da parlamentari come Mara Mucci ed Elisa Bulgarelli. I portavoce perplessi davanti a tale norma hanno chiesto una riflessione digitale (sondaggio tra gli iscritti) per poter meglio vagliare la novità. «Vi do una notizia – ha spiegato qualche giorno fa la senatrice Bulgarelli su Fb – il movimento è spaccato. Da una parte le persone che vorrebbero controllare il m5s perché lo credono il loro “orticello” e dall’altra le persone che vivono il movimento». «Ancora una elezione. Ancora una clausola “casualmente” ad personam. Non pensavo le persone in gamba facessero paura e anche questo non è da movimento». Perché questa amara confessione?
BOLOGNA E I DUE PESI E DUE MISURE – La risposta forse va cercata tutte nelle candidature emiliane di oggi (e in fratture non sanate da troppo tempo). Anche perché si potrebbe discutere nei gruppi di due pesi e due misure. Per la lista bolognese figura infatti per esempio Dario Pattacini (ne parlammo qui). Giornalista tv e radio a livello locale, Pattaccini è molto vicino al capogruppo in Comune Massimo Bugani, e nel 2009 è stato candidato nella lista Idv alle elezioni comunali (senza essere eletto) ed è stato ammesso nonostante una delle norme che regola la consultazione vieti di partecipare a chi è stato «candidato in una lista contro il Movimento Cinque Stelle». Ma la questione sembra non preoccupare: «Nel 2009 mi presentai come riempilista dell’Idv, per correttezza nei confronti delle persone che avevo frequentato fino a quel momento con i quali mi ero battuto per mesi ai banchetti, raccogliendo le firme per i vari referendum che anche Beppe Grillo sosteneva», ha spiegato il giornalista sul suo blog. «Passate le elezioni ho abbandonato definitivamente quel partito e ho contribuito con il mio video (registrato da ‘Nikilnero’, all’interno del negozio di Massimo Bugani) e con le mie dichiarazioni alla Finanza, a smascherare quel qualcosa che non funzionava nel partito locale e che avevo già denunciato con lettera privata a Antonio di Pietro».
Insomma tutto regolare per Pattaccini che su Fb risponde a tono: «Se mi permettono di candidarmi vuol dire che sono in regola… Io ho dato la disponibilità, ora chi è iscritto al Blog di Beppe Grillo può votarmi e se prendo più voti di altri, vengo candidato». Altri candidati più popolari in lista a Bologna sono Caterina Giusberti, giornalista di Repubblica, Silvia Piccinini, ultima capolista alle Europee, e Nunzio Diana, ex consigliere comunale di Castenaso.
REGGIO, LA COMPAGNA DI VACCARI E LE POLEMICHE – E non si parla solo a Bologna. Nel Movimento di Reggio si discute sulla candidatura di Paola Cardelli, compagna dell’attuale capogruppo 5 stelle in sala Tricolore, Norberto Vaccari. Secondo quanto riporta la Gazzetta di Reggio per quanto non sia lecita la decisione di Cardelli c’è qualche ostacolo. Il quotidiano cita infatti il caso di Rimini «dove il capogruppo M5S in consiglio, Luigi Camporesi, è pronto a dimettersi e ha rimesso l’incarico nelle mani della base degli attivisti». Perché? Perché la moglie, Elena Cipolletta, ha scelto di candidarsi alle primarie M5S per le Regionali dell’Emilia-Romagna. Per tutelare il Movimento di Rimini, Camporesi rimette le dimissioni dalla carica di consigliere comunale «alle decisioni della base». Vaccari invece sostiene di esser in una situazione differente: «È una situazione diversa. Io e la mia compagna non siamo sposati, viviamo in due case diverse, e siamo cresciuti insieme nel movimento: se dovesse risultare candidata, ho già detto che non l’aiuterò nella campagna elettorale. Parliamo sempre di pari opportunità e ci scandalizziamo se una donna si candida?».Insomma libera interpretazione in libero meetup: Defranceschi invece stavolta salta il giro.
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