mercoledì 17 settembre 2014

Ah, ah, ah......c'è da crepare dalle risate. Questo prima dice una cosa e appena Grillo telefona ne dice un'altra. Grande politico.

Parma, Pizzarotti: «Non mi candido alle Provinciali»

Il sindaco: «Non vado in Provincia». L'alleanza col Pd aveva diviso gli M5s. E i dem.

17 Settembre 2014
La sua scelta di candidarsi alla Provincia di Parma con una lista istituzionale in alleanza col Partito democratico aveva diviso i grillini, ora Federico Pizzarotti ha deciso di fare un passo indietro.
E con lui, in polemica con l'esclusione di Andrea Defranceschi dalle candidature per le regionali, altri tre parlamentari hanno scelto di rinunciare alla campagna elettorale.
Una scelta che rappresenta lo strappo forse più esteso nella storia del Movimento 5 Stelle.
POLEMICA SUI SOCIAL MA GRILLO TACE. Tanto che i 'frondisti' aspettavano tuoni e fulmini dal blog di Beppe Grillo che però, un po' a sorpresa, ha deciso di ignorarli. Tutti, così, sono rimasti in silenzio ad aspettare le mosse altrui, mentre sulle varie pagine social degli eletti a 5 stelle il dibattito si è infiammato.
Il tema, come detto è l'esclusione di Defranceschi (indagato, in qualità di capogruppo uscente, nell'ambito dell'inchiesta sui rimborsi ai gruppi consiliari) in base ad una norma inedita che vieta anche agli indagati di candidarsi. I frondisti l'hanno giudicata una regola ad personam. Sullo sfondo c'è il solito tema della democrazia interna al movimento.
PIZZAROTTI: «SCELTA DOVEROSA E PONDERATA». Pizzarotti, sindaco di Parma, uno dei simboli del M5S, il 16 settembre sembrava sull'orlo dell'espulsione. Oltre alla fronda sulle regionali, aveva infatti aperto con Grillo anche il fronte sulle elezioni provinciali. Il sindaco di Parma aveva infatti promosso una lista 'istituzionale', in alleanza con il Pd e con il centrodestra, per eleggere un dem alla guida della nuova provincia, ma per gestire l'ente in maniera unitaria. Una proposta che, però, ha cozzato con il diktat di Grillo che ha vietato ai suoi di partecipare alle elezioni per le province. E così Pizzarotti ha annunciato che quell'accordo è saltato, dopo una riflessione «ponderata e doverosa», maturata anche grazie ai «contributi arrivati dalla Rete»: nessun M5s è ora candidato per la Provincia di Parma.
Inoltre, l'idea del 'listone' istituzionale ha avuto l'effetto di spaccare il Pd, fra favorevoli e contrari ad un'alleanza che, di fatto, non esiste più.
PER GRILLO ANCHE LA GRANA FABBRI. Sul tema delle Province, tuttavia, Grillo dall'Emilia Romagna ha un altro caso: quello di Marco Fabbri, sindaco di Comacchio, candidato in una lista di sindaci, a trazione Pd, ma che tiene dentro anche amministratori della Lega Nord. La bagarre, tuttavia, si è riflessa sulla composizione per le liste delle regionali che, evidentemente, qualche imbarazzo lo hano creato anche allo staff di Grillo, visto che, a 24 ore dalla chiusura delle urne, i risultati sono rimasti ancora ignoti.
I frondisti vogliono andare avanti e hano lasciato intendere la loro intenzone di ritirare l'indisponibilità a fare campagna elettorale solo qualora Defranceschi venga riammesso, possibilmente come candidato alla presidenza.
GIBERTONI POSSIBILE NOME ALLE ELEZIONI DEL 23 NOVEMBRE. La leadership del movimento alle elezioni del 23 novembre potrebbe, invece, andare a Giulia Gibertoni, la mirandolese che alle scorse europee era stata eletta al parlamento Ue, poi esclusa per sole due preferenze dopo un riconteggio della Corte d'appello. Lei inizialmente non l'aveva presa bene, poi, però, ha rinunciato al ricorso. La candidatura alla presidenza (e la praticamente automatica elezione in consiglio regionale anche in caso di sconfitta) potrebbe essere così un premio di consolazione.

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