Primo giorno di scuola, Renzi a Palermo: «Ringrazio gli insegnanti che si mettono al servizio del Paese»
Il premier ha parlato ai ragazzi dell'istituto scolastico intitolato a don Peppino Puglisi, nel quartiere Brancaccio: «Se vuoi cambiare la scuola, ascolta chi nella scuola ci lavora»
Oggi per gli studenti la campanella è tornata a suonare in quasi tutte le regioni italiana anche se qualcuno ha già cominciato da qualche giorno, come nella province di Trento e Bolzano, Abruzzo, Molise, Valle D’Aosta e alcuni istituti della Lombardia. Ma è stato anche il primo giorno di scuola dei ministri, che hanno risposto all’appello di Matteo Renzi,ha invitati ad andare in visita in alcuni istituti per sottolineare che la scuola e l’educazione hanno una grande importanza per l’esecutivo.
RENZI IN VISITA A PALERMO - Renzi ha aspettato l’inizio delle lezioni in un’aula dell’istituto scolastico intitolato a Don Peppino Puglisi, nel quartiere Brancaccio di Palermo, proprio nel giorno dell’anniversario dell’omicidio dela parroco, ucciso il 15 settembre 1993 .«Brancaccio è la capitale delle scuole d’Italia – ha detto Renzi – credo che finchè nelle scuole italiane ci sarà un insegnante che ha il tempo per educare alla bellezza della musica, alla bellezza di una poesia, o al rigore di un’equazione, potremo dire che quel giorno non sarà perso. Per questo ringrazio gli insegnanti che si mettono al servizio del Paese». «Se vi dico Italia qual è la parola che vi viene in mente?», ha chiesto il premier agli studenti. Un ragazzino ha risposto: »Alè» . E Renzi scherzando ha replicato: «Se dicevi Forza si andava su tutti i giornali». Renzi poi ha parlato di riforme: «Noi presentiamo il documento per la buona scuola che abbiamo preparato durante gli ultimi due mesi. Prima ogni ministro presentava la sua piccola riformava che riformava la riformite e nessuno ci capiva più niente. Adesso si fa sul serio. Se vuoi cambiare la scuola – noi sosteniamo – ascolta chi nella scuola ci lavora, a partire dagli insegnanti. La scuola funzionerà se saremo in grado di educarvi e di educarci alla bellezza della poesia. E l’esempio di Padre Puglisi è fortissimo».
BOSCHI: «NUOVO CONCORSO PER GLI INSEGNANTI» - Il sottosegretario della presidenza del consiglio Graziano Delrio è andato alla primaria Matilde di Canossa di Reggio Emilia, scuola che ha frequentato da bambino, mentre il ministro per le riforme Maria Elena Boschi si è recata a Laterina, in provincia di Arezzo, alla scuola elementare Goffredo Mameli, dove ha promesso che vi sarà un nuovo concorso per gli insegnanti: «Dobbiamo esaurire le graduatore che già ci sono, dopodiché resterà il concorso lo strumento per accedere all’insegnamento in modo trasparente». «Cercheremo il prossimo anno – ha continuato – di mettere chiarezza nella situazione degli insegnanti che sono precari da anni. Dovremo sostituire chi va in pensione, affronteremo anche le nuove esigenze perché sappiamo che sarà necessario avere più insegnanti per far fronte alle esigenze degli studenti». Il ministro si è poi rivolta ai bambini: «Sono qui per consegnarvi il programma del governo per farvi vedere come sarà la scuola nei prossimi anni. Tra due mesi come in tutte le altre scuole d’Italia torneremo per decidere quali sono le vostre idee per la scuola e voi mi direte che cosa vi piacerebbe studiare e cosa vorreste fare. Ci diamo appuntamento tra due mesi». La Boschi ha concluso con una battuta: «Dovete essere un pochino rompiscatole con i vostri insegnanti, fare un sacco di domande e essere curiosi».
GIANNINI: «CAMBIAMO LA PROVA DI MATURITÀ - Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione invece è rimasta nella capitale e ha visitato l’Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni, situato nella periferia di Roma. Il ministro ha inaugurato un birrificio artigianale allestito all’interno dell’istituto e ha parlato della campagna sulla “buona scuola”, argomento che tratterà anche in altri istituti d’Italia. Oggi inoltre parte la consultazione online sul sito Labuonascuola.gov.it che durerà due mesi e dovrà dire al ministero e al governo se “La buona scuola” dei 150 mila insegnanti precari da assumere e i privati a finanziare laboratori, della “più musica e più arte” e la fine degli scatti d’anzianità, a studenti-famiglie-docenti e lobbies italiane è piaciuta. Durante un’intervista a Repubblica, il ministro dell’Istruzione ha anche parlato della nuova prova di maturità: «Siamo avanti nella definizione di una nuova maturità. Non abbiamo voluto inserirne i dettagli nel dossier presentato il 3 settembre, ma non è detto che non possa entrare nel decreto legge che vareremo a inizio gennaio», aggiungendo di avere una nuova proposta: «La metterò a disposizione di sottosegretari e collaboratori. L’esame di maturità deve perdere quell’aspetto da giudizio divino, che tra l’altro lo ha fatto diventare costoso. Deve riprendere un ruolo di appuntamento di sintesi di un anno scolastico, addirittura di un ciclo». In pratica, spiega la Giannini: «Nella stagione 2015-2016 dovremo tornare ai commissari interni, niente più convocazioni da lontano. E un presidente di garanzia, che non deve arrivare per forza da fuori provincia. Chiuderei l’esperienza della tesina di fine anno, un atto compilativo che è diventato solo un fiore al bavero, una collanina graziosa. Gli studenti dovranno presentare un progetto che riguardi tutto l’anno trascorso: un lavoro più teorico per i licei e un prodotto finito per i tecnici. Ascolteremo i pareri, in questi due mesi, anche su questo argomento».
LA PROTESTA DAVANTI AL MIUR - E con il primo giorno di scuola prendono il via le proteste, infatti questa mattina all’alba davanti al Miur, a Roma, in viale Trastevere, è stato srotolato uno striscione con la scritta “La scuola siamo noi”. Il portavoce nazionale della Rete Studenti Medi Alberto Irone ha dichiarato: «La scuola siamo noi studenti, viviamo sulla nostra pelle tutti i suoi problemi, le sue contraddizioni e i suoi successi, ed è per questo che dobbiamo essere i protagonisti di questa rivoluzione. Vogliamo informare gli studenti, discutere ed elaborare insieme e in maniera capillare il nuovo modello di scuola che vogliamo». «Oggi comincia la scuola ed il nostro autunno di informazione e mobilitazione studentesca. Saremo davanti alle scuole di tutta Italia, oggi, per l’inizio delle lezioni per far scrivere agli studenti le loro idee su cosa e come vogliono studiare in classe, su come vogliono essere valutati e che cosa vogliono fare all’interno delle loro scuole aperte il pomeriggio per poi spedirle a Matteo Renzi e al Ministro Stefania Giannini. Continueremo tutti i giorni nelle nostre classi e nelle nostre città fino ad arrivare al 10 ottobre. Continueremo a dire nelle nostre piazze che noi siamo la Grande Bellezza di questo paese e dobbiamo essere ascoltati», ha concluso Irone.
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