Jobs act, governo: ok a tutele crescenti. Sacconi esulta: "E' riforma dell'art.18". Camusso: "E' uno scalpo per i falchi Ue"
Roma, 17 settembre 2014 - La strada per ilsuperamento dello Statuto dei lavoratori è aperta, ma il nodo su cui da sempre è catalizzato il dibattito politico, quello dell'articolo 18, non è ancora sciolto. Il Governo ha depositato questa mattina in commissione al Senato un emendamento alla legge delega sul lavoro che prevede, "per le nuove assunzioni, il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (SCHEDA - Ecco come funziona) in relazione all'anzianità di servizio". Di certo questo non basta a Susanna Camusso, che riguardo all'articolo 18 affila gli artigli, sostenendo che "rappresenta uno scalpo per i falchi dell'Unione europea" nel corso del comitato direttivo della Cgil.
ART 18 - Un punto a favore dei detrattori dell'articolo 18, poiché in questo modo si elimina il reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa per tutti i nuovi assunti, almeno all'inizio del rapporto di lavoro, e si sostituisce con un indennizzo crescente con il crescere dell'anzianità aziendale. Non è escluso però che il decreto attuativo del Governo, che dovrà arrivare entro 60 giorni dall'approvazione della delega, possa prevedere, tra le tutele, il ripristino del reintegro ex-articolo 18 per il lavoratore che abbia maturato un certo numero di anni di anzianità. Un'ipotesi, forse solo teorica, che per il momento consente alla maggioranza di mantenere una posizione unitaria e scongiurare l'ipotesi decreto legge minacciata ieri da Renzi. "Quando faremo i decreti attuativi prenderemo una decisione" sull'art.18, ha detto il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, alla Camera. Il ministro rispondendo ai giornalisti che chiedevano se nell'attesa dei decreti non ci sarebbero state strumentalizzazioni ha risposto "quando sara' il momento discuteremo anche di questo".
DEMANSIONAMENTI - Un'altra novità introdotta dall'emendamento è la possibilità per l'azienda di demansionare un dipendente. Il testo, che modifica di fatto l'articolo 13 dello Statuto dei lavoratori, delega il Governo ad adottare "una revisione della disciplina delle mansioni, contemperando l'interesse dell'impresa all'utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l'interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della porfessionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell'inquadramento".
COMPENSI CO.CO.CO - Prevista anche una revisione dei controlli a distanza, al momento vietati dall'articolo 4 dello Statuto, che dovrà tener conto "dell'evoluzione tecnologica" e contemperare "le esigenze produttive e organizzative dell'impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore". Il testo depositato al Senato introduce poi, "eventualmente anche in via sperimentale", il compenso orario minimo anche per i co.co.co e per i lavoratori subordinati che appartengono a settori non regolati da contratti collettivi. La mediazione che governo e relatore hanno individuato riguarda l'applicazione del nuovo contratto a tempo indeterminato - nel quale le tutele diventano progressive in relazione all'anzianità di servizio - alle nuove assunzioni.
SACCONI SODDISFATTO - "Esprimo piena soddisfazione per il nuovo testo dell'articolo 4 della legge delega sul lavoro. Esso raccoglie le forti sollecitazioni poste da tutti i moderati dell'area di governo a partire da Angelino Alfano che con coraggio ha direttamente posto la necessità della riforma dello Statuto dei lavoratori e in esso in modo particolare dell'articolo 18 con lo scopo di incrementare la propensione a fare impresa e a fare lavoro in un tempo carico di aspettative incerte", dichiara, in una nota ,il capogruppo al Senato del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi.
"Così come va riconosciuto il coraggio del presidente Renzi nel sollecitare una riforma ambiziosa fino al punto di ipotizzarne una anticipazione con un ulteriore decreto legge", aggiunge. "La nuova formulazione dell'articolo - spiega il capogruppo di Ncd a palazzo Madama - prevede la redazione di un testo unico semplificato sulla disciplina complessiva dei rapporti di lavoro, sostitutivo dello Statuto dei lavoratori con particolare riguardo ai tanto discussi articoli 4, 13 e 18". "Specifici contenuti di delega sono infatti il superamento del divieto delle tecnologie di controllo a distanza (art. 4), la flessibilità delle mansioni (art.13), la revisione delle tutele del lavoratore nel contratto a tempo indeterminato (art.18)", prosegue Sacconi.
"La mediazione che Governo e relatore hanno individuato riguarda l'applicazione del nuovo contratto a tempo indeterminato, nel quale le tutele diventano progressive in relazione all'anzianità di servizio,alle nuove assunzioni: il che significa che gradualmente, esaurendosi i contratti in essere, il nuovo contratto a tempo indeterminato a regime sarà per tutti quello ipotizzato", aggiunge. "E' evidente che nel contratto tipico che ha oggi oltre l'80 per cento degli italiani la progressività della tutela non potrà che essere un indennizzo proporzionato, o più che proporzionato, al tempo trascorso nell'impresa: non si parla più infatti di una nuova tipologia contrattuale, di una sorta di contratto di inserimento per il quale poteva avere senso la distinzione di due fasi di vita lavorativa", spiega ancora. "Non posso non ricordare oggi chi come Marco Biagi ha tanto auspicato la riforma dello Statuto dei lavoratori e mi auguro che il Governo, nell'esercizio della delega, saprà tener conto anche dei materiali copiosi che egli ha lasciato sulla base di straordinarie intuizioni", conclude.
L'EMENDAMENTO - Allo scopo di "rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che sono in cerca di occupazione, nonché di riordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli maggiormente coerenti con le attuali esigenze del contesto occupazionale e produttivo e di rendere più efficiente l'attività ispettiva, il Governo - si legge nel testo dell'emendamento - è delegato ad adottare, su proposta del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi di cui uno recante un testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro".
Tra i principi e criteri direttivi da rispettare, "in coerenza con la regolazione comunitaria e le convenzioni internazionali", si indica quello di "individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esistenti, ai fini di poterne valutare l'effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo nazionale e internazionale, anche in funzione di eventuali interventi di semplificazione delle medesime tipologie contrattuali". E, più avanti, "l'abrogazione di tutte le disposizioni che disciplinano le singole forme contrattuali, incompatibili con le disposizioni del testo organico semplificato, al fine di eliminare duplicazioni normative e difficoltà interpretative e applicative".
CAMUSSO - Ma intanto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha chiesto al Direttivo di dare mandato alla segreteria per valutare iniziative di mobilitazione e il primo passo da fare sarebbe aprire una discussione con Cisl e Uil per possibili forme di mobilitazione unitaria, con al centro il lavoro. E' quanto emerso da fonti presenti al Direttivo. Ad oggi sono state già annunciate alcune iniziative da parte dei diversi sindacati e delle singole categorie. La stessa Cgil aveva espresso l'intenzione di organizzare una manifestazione per il lavoro nella prima decade di ottobre. La Fiom, invece, ha già indicato la data del 25 ottobre, per una manifestazione nazionale da tenersi a Roma, accompagnata da un pacchetto di otto ore di sciopero (ancora da definire). E da ultimo, ieri, la Cisl ha dichiarato la volontà di realizzare manifestazioni territoriali da concentrare per la giornata del 18 ottobre. Sono quindi queste le iniziative in campo mentre la leader della Cgil propone di reagire con una mobilitazione unitaria, tesa a coinvolgere anche gli altri sindacati confederali. "Non escludo alcuna delle iniziative possibili", risponde la Camusso, alla domanda se lo sciopero sia un'opzione. Camusso spiega come sia stato chiesto un confronto a Cisl e Uil sul punto quindi "prima si discute poi si dicono quali sono le ipotesi". E aggiunge: "Faremo di tutto" affinché il confronto sia a breve.
BONANNI - L'articolo 18 è una "ossessione. Si vuol dare in pasto all'opinione pubblica una discussione che non ha alcun senso". Così il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, osservando, a Rai News24, che la Cisl è un "sindacato molto pragmatico: chiediamo a Poletti di rassegnare alle opinione pubblica i dati sulla gestione dell'articolo 18 dalla ultima riforma fatta positivamente ad oggi".
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