All'indomani del videomessaggio del premier Matteo Renzisulla delega che completa il Jobs act, il tema del lavoro continua a dividere. Ma le posizioni dei sindacati sono più concilianti. Con la Cgil che propone di «guardarsi negli occhi e discutere» e la Cisl che si dice disponibile a confrontarsi sul contratto a tutele crescenti per eliminare la precarietà, anche a costo di «una rimodulazione dell'articolo 18».
Cgil: «Basta insulti al sindacato»
Il sindacato guidato da Susanna Camusso replica a Renzi usando twitter, il social più caro al capo del Governo, e coniando un nuovo hastag: #fattinonideologia. «Non vogliamo che chi lavora possa essere licenziato senza una ragione », comincia la raffica di tweet. E poi: «Mandare tutti in serie B non è estendere i diritti e le tutele». E ancora: «Stesso lavoro, stessa retribuzione. No al demansionamento». Però non è muro contro muro, anzi. Sul contratto a tutele crescenti la Cgil apre: «Sì se si cancellano i tanti contratti che creano precarietà». E in generale la porta non è chiusa, a patto che i toni si abbassino: «Basta insulti al sindacato: guardiamoci negli occhi e discutiamone».
Cisl: il contratto a tutele crescenti assorba tutte le precarietà
Da Viterbo il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ribadisce la disponibilità a discutere del contratto a tutele crescenti già espressa in una lettera aperta ad Avvenire: «A me interessa capire se il Governo ha intenzione di finirla con l'area precaria più pesante che abbiamo nel Paese. Un esercito di giovani truffati, che non risolveranno i loro problemi con il contratto a tutele crescenti se non si aboliscono le false partite iva, i co. co. co e co.co.pro». Tutti contratti che «devono andare dentro il contratto a tutele crescenti, che a quel punto avrebbe senso. La Cisl è pronta a ogni soluzione, anche a una rimodulazione dell'articolo 18, pur di arrivare a questo». Bonanni è severo: «Lo scontro tra Renzi e la Cgil è tutta una vicenda di partito. Camusso ha sbagliato, un sindacalista non si deve mettere nei meccanismi di partito. Questa storia ci sta portando alla rovina».
Grasso: «Il Parlamento rimane sovrano»
Se per il presidente del Senato, Pietro Grasso, sulla riforma «comunque il Parlamento rimane sovrano, la presidente della Camera Laura Boldrini, interpellata sull'argomento a margine di un convegno a Conversano, si limita a un auspicio: «Io non sono qui a dare pagelle: posso dire, comunque, che mi auguro che da questo scontro, anche aspro, si arrivi a una tutela effettiva dei lavoratori, sia dei più garantiti sia dei precari, soprattutto di quelle donne che per troppo tempo hanno dovuto scegliere tra maternità e
lavoro».