Alzatevi e abbiate il coraggio di dire, per il futuro della Scozia, "No"
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Questo post è una versione non rimaneggiata del discorso fatto da Gordon Brown alla manifestazione Better Together di mercoledì 17 settembre Maryhill Community Central Hall, prima del referendum di indipendenza scozzese.
Voglio parlare agli Scozzesi della visione patriottica sul futuro della Scozia. Orgoglioso della nostra identità scozzese. Orgoglioso delle nostre istituzioni distintive. Orgoglioso del Parlamento scozzese che abbiamo creato. Orgoglioso del fatto che con i poteri che gli abbiamo attribuito e senza il bisogno della separazione il National Health Service in Scozia sarà sempre in mani pubbliche, finanziato a dovere e con tutta la libertà necessaria, fino a quando gli Scozzesi lo vorranno.
E orgoglioso del fatto che i poteri di quel Parlamento aumenteranno - potrebbe essere deciso domani con un "No", e consegnato il giorno successivo - il che significherà un cambiamento più veloce, migliore e più sicuro dell'incertezza e del disordine offerti dai nazionalisti.
E sono anche orgoglioso - questo è il mio modo di essere patriottico - del fatto che noi Scozzesi abbiamo introdotto la cooperazione e la condivisione nel Regno Unito, dalla nostra politica di difesa comune alla valuta unica, dalle pensioni britanniche al minimo salario britannico nelle quattro nazioni, con contributi proporzionali e secondo le necessità di ciascuno.
E ora mettete a confronto questa visione patriottica con quella nazionalista, che significa interrompere ogni rapporto con il Regno Unito, con tutti i rischi che implica.
Il voto di domani riguarda questo. Non la Scozia come nazione, noi siamo e saremo sempre una nazione - ieri, oggi, domani. Non il Parlamento scozzese, lo abbiamo e i suoi poteri aumenteranno, ma - questo è il punto - il volere interrompere ogni legame con il Regno Unito, e io dico: non voglio porre fine alle pensioni britanniche, ai passaporti britannici, alla moneta britannica, allo stato sociale britannico, al servizio sanitario britannico o al salario minimo britannico.
Perciò diciamo alle persone quello che abbiamo raggiunto assieme. Dite loro che abbiamo combattuto e vinto una guerra contro il fascismo, assieme. Dite loro che non c'è cimitero di guerra in Europa in cui le truppe Scozzesi, Inglesi, Gallesi e nord-Irlandesi non siano sepolte fianco a fianco. Abbiamo combattuto assieme, sofferto assieme, ci siamo sacrificati assieme, abbiamo pianto assieme e infine abbiamo festeggiato assieme. E dite loro che non soltanto abbiamo vinto una guerra assieme - abbiamo costruito una pace assieme, abbiamo creato il sistema sanitario nazionale assieme, abbiamo costruito uno stato sociale assieme.
E abbiamo fatto tutto questo senza sacrificare la nostra identità all'unità, la nostra cultura e la nostra tradizione di Scozzesi. La nostra "Scottishness" non è più debole, ma più forte. E non possiamo permettere che il nazionalismo distrugga quello che abbiamo creato fino ad oggi. E dite agli indecisi, a quelli che tentennano e a quelli che non hanno ancora preso una decisione, a cui viene falsamente detto che non è possibile essere orgogliosamente scozzesi e allo stesso tempo votare "no", che QUESTA è la nostra Scozia.
Dite loro che la Scozia non appartiene allo Scottish National Party. Dite loro che la Scozia non appartiene alla campagna del "sì". Che non appartiene ad Alex Salmond o a Mr Swinney, o a me o a qualsiasi altro politico. Dite loro che la Scozia appartiene a tutti noi. E dite ai nazionalisti che non è la loro bandiera, la loro cultura, la loro nazione o le loro strade. Sono la bandiera, la cultura, la nazione e le strade di tutti. E dire loro che la nostra visione patriottica è molto più forte del nazionalismo; non vogliamo che la Scozia lasci il Regno Unito ma che lo guidi, e che attraverso la guida del Regno Unito guidi il mondo.
Dite loro che la Scozia non appartiene allo Scottish National Party. Dite loro che la Scozia non appartiene alla campagna del "sì". Che non appartiene ad Alex Salmond o a Mr Swinney, o a me o a qualsiasi altro politico. Dite loro che la Scozia appartiene a tutti noi. E dite ai nazionalisti che non è la loro bandiera, la loro cultura, la loro nazione o le loro strade. Sono la bandiera, la cultura, la nazione e le strade di tutti. E dire loro che la nostra visione patriottica è molto più forte del nazionalismo; non vogliamo che la Scozia lasci il Regno Unito ma che lo guidi, e che attraverso la guida del Regno Unito guidi il mondo.
E dite agli indecisi, agli incerti, a quelli che pensano di votare "sì" ma che domani potrebbero essere convinti a votare "no". Dite loro che chi vota "no" ama la Scozia. La Scozia dell'Illuminismo scozzese e degli inventori scozzesi; la Scozia pioniera per i diritti dei lavoratori e sì, per il diritto alla sanità pubblica gratuita; la Scozia madre dello stato sociale e dell'aiuto internazionale. E abbiamo ottenuto tutto questo e molto di più non senza l'Unione, ma dentro l'Unione. Non nonostante l'Unione, ma attraverso l'Unione. E non c'è parte di noi che ne sia stato diminuito. E così dite agli indecisi, a quelli che possono cambiare idea e a quelli che volevano votare "sì" e che ora si rendono conto dei rischi. Parlate loro dei rischi.
Dite loro dei sette pericolosi rischi economici dai quali non c'è scampo. Il "sì" porta con sé l'incertezza per il futuro della moneta e la minaccia di un default, il rischio di dovere mettere da parte velocemente decine di miliardi di sterline, il rischio di trovare prezzi più alti nei negozi, più alti tassi di ipoteca, di rendere precari un milione di posti di lavoro in settori quali la difesa e la finanza, il rischio di un ammanco sul gettito fiscale.
Prima era il rischio dell'ignoto. Ora è il rischio di risvegliare la realtà di quel che al contrario è fin troppo chiaro. Ma il rischio più grande per i nostri servizi sanitari e pubblici non è l'indipendenza. La minaccia più grande al nostro Servizio Sanitario Nazionale non è l'Unione. Con il suo piano segreto per un taglio da un miliardo di sterline, la vera minaccia è lo Scottish National Party (SNP).
Diciamo agli Scozzesi che non stanno salvando il Servizio Sanitario Nazionale (NHS), ma stanno usando il NHS per salvare il SNP. Chiariamo bene agli Scozzesi che il SNP non si è svegliato una mattina con l'idea di salvare il NHS, ma con la missione di sfruttarlo per creare uno stato separato. E poi diciamo agli indecisi, che non hanno ancora preso una decisione, a quelli che sono consapevoli dei rischi e che pensano che quelli del SNP siano dei progressisti, diciamo loro che abbiamo una visione per il futuro della Scozia. Una visione che renderà di nuovo la Scozia unita. Non una Scozia che risulta agli occhi del mondo come un paese di intimidazioni, minacce, insulti, abusi e recriminazioni. So che la Scozia di Adam Smith e John Smith è migliore di così. Una Scozia con un Parlamento scozzese forte e giusto. E sì, forte per l'uguaglianza in tutto il Regno Unito.
Non è solo per noi stessi che ci battiamo; non cerchiamo la prosperità, la sicurezza e la forza solo per noi. Dappertutto, in ogni tempo e in ogni caso, anche nel Regno Unito, il nostro istinto, il nostro desiderio, le nostre richieste, il nostro sogno per una giustizia sociale non si raggiungono tramite la separazione. Questo è il sogno per il quale possiamo vivere e che non morirà mai. Questa è la grande causa per la quale vale la pena combattere, ora e sempre. La vera separazione non è quella dall'Inghilterra, ma dalla povertà.
L'indipendenza che vogliamo non è quella dai nostri vicini di casa, ma dall'ineguaglianza e dalle mancanze. E la vera libertà e liberazione che vogliamo non è quella dal paese, ma la libertà dall'ingiustizia per tutti gli stati, in ogni parte del mondo, ora e nei prossimi decenni a venire. E quale messaggio manderebbe un "Sì" a un mondo di discordie, conflitti e divisioni? Che gli Scozzesi, che per secoli si sono battuti per la cooperazione attraverso alleanze di solidarietà e condivisione con il Regno Unito, si sono arresi, hanno smesso di condividere e hanno distrutto la partnership con i propri alleati. Che gli Scozzesi hanno abbandonato la cooperazione e voltato le spalle alla solidarietà. Che quella nazione un tempo faro dell'umanità è diventata più piccola, non più grande agli occhi del mondo. Dite loro che è vero l'opposto. Venerdì, se ci sveglieremo con il "No", saremo ancora Scozzesi, Scozzesi ieri, oggi e domani, e così il lavoro per la giustizia sociale andrà avanti.
Perciò domani voterò pensando non a me, ma ai miei figli, a tutti i figli della Scozia e al loro futuro. E ai nazionalisti che dicono che è il nostro momento dico, sappiate che il voto è irreversibile, che non possiamo pensare solo a noi. Non può essere un voto dato pensando soltanto a oggi. Non può essere un voto egoistico, neppure per un momento.
Non è un voto solo per il nostro tempo, è un voto per tutti i tempi. Proprio perché questo voto non potrà essere negato o rifatto, non può essere un voto solo per noi, per la nostra generazione. Davanti a un punto di non ritorno bisogna prendere in considerazione i propri figli, il futuro e i secoli a venire. Perciò se avete dei dubbi sul futuro, delle domande che restano senza una risposta, dei rischi che non vi sono chiari, se non avete un'idea, allora votate "NO".
Ma se voi, come me, credete che il modo di andare avanti non sia la separazione ma la giusta cooperazione, allora vi dico oggi:
Tenetevi stretta la vostra dignità. Siate fiduciosi. I nostri valori sono i valori del popolo scozzese. Abbiate fiducia. Il nostro Parlamento scozzese, più forte, saprà rispondere ai bisogni e alle aspirazioni degli Scozzesi. Abbiate fiducia. Il nostro futuro sta nella cooperazione e nella condivisione, non nella separazione e nella divisione. L'unità è la nostra forza. Abbiate la confidenza di alzarvi e di dire, per il bene della Scozia: non ora, non adesso, non con quei rischi, no grazie.
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