lunedì 11 agosto 2014

Renzi doveva essere il presidente del consiglio che andava in Europa con il cappello in mano. Salvini e Grillo possono provare a scusarsi con gli italiani e con Renzi?

Matteo Renzi al Financial Times “Stiamo portando l’Italia fuori dalla crisi. Nè la Troika né la Bce né la Ue possono dire cosa e come fare. Deciderò io”

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Matteo Renzi al Parlamento Europeo a Strasburgo (Getty images)
“Sarò io a fare le riforme e decidere come saranno fatte”. A ribadirlo è il premier Matteo Renzinel corso di un’intervista al Financial Times. Il premier è durissimo, quasi sprezzante sull’affermazione di un principio: “ Nè la Troika, nè la Bce, né la Commissione Europeadevono spiegarci cosa e come fare”. In poche ora dunque il premier ritorno due volte sul punto, già ribadito nel corso dell’intervista rilasciata alla Stampa. Questione cruciale sollevata dal presidente della Bce Mario Draghi nel corso della conferenza stampa al termine dell’ultimo consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. Draghi proprio rispondendo ad una sollecitazione di un giornalista del FT aveva affermato, riferendosi ai dati istat che certificavano certificavano la recessione del Paese aveva osservato che “la generale incertezza che circonda le riforme economiche” era motivo di forte freno per gli investimenti. Da lì l’ipotesi di un intervento della Ue per fare quelle riforme che l’Italia non riusciva a compiere. Dapprima Renzi si era detto d’accordo con il presidente della Bce ma successivamente non erano mancati i distinguo e le rivendicazioni di pena autonomia, sino all’affermazione orgogliosa rilasciata oggi al quotidiano economico britannico.”Stiamo portando il Paese fuori dalla crisi – ha detto premier –l’Italia ha un grande futuro davanti, le finanze sono sotto controllo. Continueremo ad abbassare le tasse, faremo cose rivoluzionarie. Il Paese sarà consegnato in ordine a chi verrà dopo di me. Il tempo dimostrerà se questa è arroganza o coraggio. Da parte mia non ho intenzione” di indietreggiare e andrò avanti”. Alla domanda sulla possibilità di superare il rapporto debito/Pil al 3% il premier assicura che il limite verrà superato “è un regola vecchia ma è una questione di credibilità e reputazione” ha detto .

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