sabato 16 agosto 2014

Ma si rendono conto quelli che hanno votato uno così cosa accadrebbe all'Italia se fossimo governati dai grillini incapaci e incompetenti?

Iraq, Di Battista (M5S): «Il terrorismo 

unica arma rimasta a chi si ribella»

In un lungo post pubblicato sul blog di Grillo, il deputato del M5S, prende posizione su Isis. La reazioni «Parole inconcepibili»

di M.Ser.

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A interrompere la calma di Ferragosto nei corridoi dei palazzi della politica ci pensa Alessandro Di Battista, deputato del M5S e vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari, considerato uno dei volti più amati dai Cinque Stelle, che sul blog di Grillo, in un post dal titolo «Isis, che fare?» si lancia in una lunga analisi sulle origini di Isis e del terrorismo jihadista, che in questi ultimi mesi sta imperversando in Medio Oriente. «Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana». E ancora: «Il terrorismo la sola arma violenta rimasta a chi si ribella», scrive il deputato. Con il collega, senatore, Nicola Morra che gli fa eco citando una canzone di Ligabue, Jovanotti e Pelù: «Non è che ripetiamo quanto è avvenuto con il governo D’Alema nel 1997 nei Balcani? Ma non cantavamo «Il mio nome è mai più?».
Colin Powell diverso da un miliziano di Isis?
Il post sul blog di Grillo
Il post sul blog di Grillo
Nel post di Di Battista non mancano attacchi diretti agli Stati Uniti e all’intervento in Iraq: «Mi domando quanto un miliziano dell’Isis capace di decapitare con una violenza inaudita un prigioniero sia così diverso dal Segretario di Stato Colin Powell colui che, mentendo e sapendo di mentire, mostrò una provetta di antrace fornitagli da chissà chi per giustificare l’imminente attacco all’Iraq». E non mancano accuse al ministro degli Esteri Mogherini e al governo: «Comprare F35 mentre l’Italia muore di fame o bombardare un villaggio iracheno mettendo in prevenivo i “danni collaterali” sono azioni criminali che hanno la stessa matrice: il primato del profitto sulla politica». Tutte parole che, come da copione, hanno suscitato una serie di reazioni sdegnate. Non basta che Di Battista scriva «Non sto ne giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire», immediata si scatena una sfilza di reazioni politiche. Tra i più critici Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd «La teoria di fondo che anima le inconcepibili e pericolose parole di Di Battista è che dietro ogni terrorista ci sia una giusta motivazione da ascoltare. In realtà quanto invece emerge dalla vicenda dell’Isis, citata dal parlamentare 5 stelle, ci parla piuttosto di una ventata integralista, priva di ogni fondamento di diritto o di una pur aberrante rivendicazione, ma che pone come base l’idea che chiunque non si assoggetti al volere o al credo di quella fazione è un soggetto da eliminare fisicamente». Preoccupazione viene manifestata anche da esponenti del centro destra. Tra questi, il senatore di Forza Italia Francesco Giro che tuona: «Le dichiarazioni di Di Battista sono stupide e inutilmente provocatorie. Fanno parte del personaggio. Spiace perché sono parole che giungono nel giorno in cui si celebrano i funerali del giovane fotoreporter Camilli che con i suoi reportage ci racconta la tragedia di Gaza attraverso storie anche piccole e minute di uomini, donne e ragazzi che vivono con grande dignità e coraggio la loro tragedia con la speranza nel cuore di giustizia e pace». Anche sul blog di Grillo non sono mancate le critiche degli attivisti. «Nell’impianto storico della tua analisi ci sono alcuni punti che proprio non quadrano e hanno più le caratteristiche di una presa di posizione ideologico-sociale che di una seria analisi storica», scrive Claudio da Ferrara.«Di Battista parla di argomenti che non conosce e di cui non ha la più pallida idea!!», è il commento di Tarcisio. Ma sono anche tanti quelli che salutano con favore la posizione del deputato del M5S.
I precedenti
Già nei giorni scorsi Manlio Di Stefano, deputato del Movimento 5 Stelle e capogruppo M5S alla commissione Esteri, aveva ribadito in un’intervista a «La Stampa» la posizione del Movimento, contraria a qualunque tipo di intervento armato in Iraq, affermando che «fenomeni radicali come l’Isis - la posizione del Movimento - sarebbero da approfondire con calma e rispetto». Parole, che anche in questo caso, avevano lasciato perplessi gli avversari politici, così come in passato hanno fatto discutere altre dichiarazioni in materia di politica estera di esponenti del Movimento, tra cui quella di Paolo Bernini che, durante un intervento in Aula, aveva descritto l’11 settembre come «opera degli americani».

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