Invia per email
Stampa
ROMA - "Un simbolo. Un totem ideologico. Proprio per questo trovo inutile stare adesso a discutere se abolirlo o meno. Serve solo ad alimentare il dibattito agostano degli addetti ai lavori". Così Matteo Renzi in un'intervista a Millennium in onda questa sera su Raitre, rispondendo indirettamente al vicepremier e leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano, che in un'intervista a Repubblicaha "suggerito" l'abolizione dell'articolo 18 nel Consiglio dei Ministri del 29 agosto. Innescando un nuovo, ampio dibattito.

DOSSIER L'eterno dibattito sull'articolo 18

Sul lavoro, aggiunge Renzi, "c'è il dl Poletti, che prima non c'era, e ha consentito di creare 108mila nuovi assunti. Come certifica l'Istat. Inoltre si è fatta una legge delega che si sta discutendo in Parlamento. E' giusto riscrivere lo statuto dei lavoratori? Sì, lo riscriviamo - spiega il capo del governo - e riscrivendolo pensiamo alla ragazza di 25 anni che non può aspettare un bambino perché non ha le garanzie minime. Non parliamo solo dell'articolo 18 che riguarda una discussione tra destra e sinistra. Parliamo di come creare posti per le nuove generazioni".

"Con Forza Italia solo per riforme e Italicum". A proposito di lavoro ed economia, Forza Italia presenta delle proposte. Il governo è pronto ad allargare la collaborazione con FI, andando oltre il Patto del Nazareno su riforme costituzionali e nuova legge elettorale? "Ci deve essere rispetto per tutti", premette il presidente del Consiglio, aggiungendo: "I dossier degli altri li leggo sempre, ma per noi l'accordo è su due punti: le riforme istituzionali e la legge elettorale".

"Alitalia? Bisogna avere il coraggio di far fallire i carrozzoni". Altro argomento caldo dell'intervista a Renzi è l'accordo su Alitalia, con il controllo della compagnia assunto da Ethiad. Accordo che dovrebbe chiudere il rubinetto dei fondi pubblici per Alitalia. "E' del tutto doveroso - concorda il premier -, soldi ne abbiamo messi talmente tanti che sarebbe inaccettabile". Soprattutto perché, secondo Renzi, si è "sbagliato" ad elargire quei soldi pubblici in passato. "In alcuni casi bisogna avere il coraggio di far fallire alcune aziende che sono dei carrozzoni - spiega il premier -. Ma bisogna anche far pagare i manager che hanno buttato via i soldi, invece di dargli i premi di produzione. Le regole ci sono già. Basterebbe applicarle. Il problema è che molto spesso, in Italia, si è preferito far finta di niente". Ragionando sull'inarrestabile declino della compagnia di bandiera, Renzi afferma che "ad Alitalia è mancata una capacità di guida manageriale forte".

"Riforme, d'accordo con Draghi. Ce ne fossero...". Matteo Renzi si dice incompleto accordo con Mario Draghi e spiega perché. Il governatore della bce ("ad avercene come Mario Draghi") "ha parlato genericamente di cessione di sovranità degli Stati e poi ha detto che l'Italia, se vuole attrarre investimenti, deve fare le riforme. Non ha parlato di un collegamento tra le parole 'cessione di sovranità' e 'riforme' dell'Italia. Erano due questioni diverse. Sulle riforme italiane io condivido dalla a alla z le parole di Draghi".

A proposito dei risultati del governo sulle riforme, Renzi ricorda: "Le riforme di cui ho parlato, io le ho tutte presentate, ma le riforme non sono come una bacchetta magica che immediatamente produce effetti".

La riforma del Senato, tiene a evidenziare Renzi, "è molto importante perché finalmente cominciamo a non fare sconti a nessuno e mandare a casa un po' di politici. Dopo di che posso andare in faccia al burocrate, al dirigente, all'imprenditore, al sindacalista e dire 'ragazzi la musica è finita'". "La non eleggibilità del Senato - aggiunge - non significa che manca democrazia. Ma che si riduce il numero dei politici, perché i senatori vengono scelti tra chi già fa politica ed è consigliere regionale. Se poi un cittadino si elegge un consigliere regionale che non va bene, deve prendersela con se stesso".

Poi una frecciata a chi ha criticato baci e abbracci in aula al momento dell'approvazione del ddl Boschi: "Che dopo aver approvato le riforme dei colleghi si siano congratulati" gli uni con gli altri "non credo abbia scandalizzato l'Italia. Mentre fa scandalizzare gli italiani chi ha cercato di bloccare le riforme, anche con proposte come quella di chiamare il Senato la 'gilda' perché il cabaret lo guardano gratis altrove, non in Parlamento".

"Correnti? Solo nel Pd, ma meno forti". Sulla riforma della Giustizia, Renzi spiega: "Bisogna che un giudice faccia carriera perché è bravo e non perché appartiene a una corrente". Correnti che "non esistono più, a parte nel Pd - afferma il premier - dove sono vive e lottano insieme a noi, ma forse sono meno forti di prima. Perché quando il Pd ha scoperto che si possono vincere anche le elezioni, ha capito che forse non vale la pena stare lì a recriminare per qualche sedia".

Quanto alla nuova legge elettorale, "la preferenza non lo considero un punto centrale, ma non ho cambiato idea, tant'è che ho proposto più volte di mettere le preferenze in splendido isolamento, perché i miei amici di partito hanno sempre detto che sono fonte di corruzione, ma a mio giudizio non è così. O facciamo i collegi uninominali o plurinominali piccolini, dove vedo in faccia il candidato, o mettiamo le preferenze". "Questa discussione - aggiunge - è all'attenzione del Parlamento e troveremo una soluzione, ma il punto centrale è che si deve sapere chi vince le elezioni, perché devo sapere a chi dare la colpa se sbaglia".

"Ridurre tasse per tutti? Ci proverò ma non prometto". Ci sarà una riduzione della pressione fiscale per tutti? "Mi sento di provarci, perché la pressione fiscale in Italia è troppo alta. Ma non di prometterla. Ma credo che sarebbe un errore farla" allo stesso modo per tutti. "Se ho dieci miliardi - spiega Renzi - preferisco che siano indirizzati di più su alcune categorie e non spalmati su tutti".

"Non siamo arroganti". "Ci chiamano arroganti ma in realtà siamo semplicemente molto decisi". Renzi risponde anche alle critiche di 'stile' che vengono fatte a lui e al suo governo: "C'è un gruppo di ragazzacci al governo che è convinto di potercela fare.

'Quota 96'? "Primo problema chi non ha lavoro". "Ci sono 4.000 mila persone che vorrebbero andare in pensione e ne hanno legittima aspettativa, non direi un diritto. Il problema non sono quei 4.000, che un lavoro ce l'hanno, bensì i milioni di persone che non ce l'hanno", ha continuato il premier parlando del problema dei quota 96 nella scuola.

"Prossima manovra, ridurre spesa di 16 miliardi". "Una nuova manovra? La rismentisco, noi l'abbiamo già fatto la manovra e abbiamo abbassato le tasse", ribatte Renzi, che sulla manovra del prossimo anno invece è prodigo di dettagli. "Dobbiamo prendere 16 miliardi di riduzione della spesa per stare dentro il 3 per cento" nel rapporto tra deficit e Pil "che noi vogliamo rispettare" sottolinea il premier. "Per arrivare a questa cifra - osserva - di solito lo Stato alza le tasse. Ma questo meccanismo non può continuare. Questo Paese ha più o meno 800 miliardi di spesa pubblica. Sedici miliardi sono il 2 per cento. Cioè, come 20 euro per una famiglia che guadagna mille euro. Il 2 per cento si trova agevolmente. Ma il punto è capire dove mettiamo i soldi. Perché su alcune voci, come la scuola e gli insegnanti, bisogna mettere più soldi. Bisogna scommettere. E su questo ci sarà una sorpresa a settembre".

Renzi, poi, dubita che 30 milioni di italiani quest'anno non andranno in vacanza. "E' sicura?" chiede all'intervistatrice Mia Ceran, "siamo circondati da un elenco di dati pazzesco. Ma che ci siano 30 milioni di italiani che non vanno in vacanza, non credo. Certo, ci sono molte persone che non hanno le risorse economiche per andare avanti", aggiunge Renzi, ricordando come gli 80 euro abbiano fatto comodo ai redditi medio bassi. Riuscirà ad estendere il taglio degli 80 euro ad altre categorie? "Non lo so, vediamo. Esiste la possibilità di estenderli. Ribadisco: sicuramente lo manteniamo per chi ce l'ha, vediamo se possiamo estenderlo".

Il premier, in ogni caso, trascorrerà ferragosto a Palazzo Chigi. Un buon segno? "Sì - risponde Renzi - è il segno che ci sono molti cantieri da far partire e che l'Italia può ritrovare slancio e speranza contro tutti questi profeti del pessimismo: i gufi, gli sciacalli, gli avvoltoi. Ormai potremo farne uno zoo".

"Tavecchio? Il governo non può metter bocca"Al premier viene chiesto della nomina, alquanto controversa, del nuovo presidente della Federcalcio. "C'è una norma del regolamento Fifa che dice che il governo non può mettere bocca nelle organizzazioni sportive. E se lo fa, la Fifa può decidere l'esclusione dalle competizioni internazionali. Se lo avessi fatto, Juve, Napoli, Roma avrebbero rischiato di essere escluse dalla Champions League. Bisogna avere rispetto, mi accusano di essere autoritario ma in questo caso il capo del governo deve stare zitto, a maggior ragione se il nome è controverso". "Io posso fare il tifo per la Fiorentina - aggiunge - ma in questo settore non posso entrare".

In Italia, conclude Renzi, "c'è una situazione drammatica" ma "l'idea che l'Italia sia una macchina sgangherata che non funziona è insopportabile, non è vero. L'Italia ha tutto per andare avanti. Dobbiamo stare attenti che i freni funzionino, un buon pilota lo vedi da come frena in curva, non da come va dritto sull'accelerazione. Dobbiamo verificare che i passeggeri abbiano chiaro qual è l'obiettivo finale. Ma l'Italia è un paese che è molto più forte delle paure, delle gufate, delle delusioni che qualche volta vengono a riempire il dibattito politico".

Sacconi a Renzi: articolo18, se ne deve parlare adesso. Il presidente dei senatori di Ncd non molla la presa sull'art.18: "Gli imprenditori sopra i quindici addetti chiedono all'unisono il suo superamento, perché il futuro è incerto e nessun rapporto di lavoro può essere per sempre" dichiara, replicando all'intervista di Renzi a Millennium, "se ne deve parlare ora, quindi, per poter decidere tra poco quando a fine mese faremo lo 'Sblocca Italia' e riprenderemo l'esame della delega lavoro".

"Devo ricordare al presidente del Consiglio che la legge delega sul lavoro si è fermata proprio sul punto della riscrittura dello Statuto dei lavoratori. Noi chiediamo che si faccia un nuovo testo unico, che semplifichi in particolare il contratto a tempo indeterminato rendendolo piu conveniente per i datori di lavoro, con particolare riguardo alla flessibilità delle mansioni e alla certezza delle conseguenze della cessazione del rapporto di fiducia".