L'Italia piace agli stranieri. Oltre la metà di fusioni&acquisizioni arrivano dall'estero
Gli investitori esteri puntano sull'italia: delle 184 acquisizioni del primo semestre, oltre il 50% è stato concluso da società o fondi stranieri. Diminuisce il valore (10 miliardi), ma aumenta il numero delle operazioni. L'interesse è suscitato dai prezzi appetibili. Quote di Pirelli, Fiat, Generali, Eni, Enel e Cdp Reti sono finite fuori dai confini nazionali
MILANO - L'economia italiana non cresce ma cresce l'interesse degli investitori esteri per il Belpaese. È targato estero infatti oltre la metà del valore delle acquisizioni e fusioni realizzate in Italia nei primi sei mesi dell'anno secondo l'analisi realizzata da Mergermarket. La ritrovata stabilità, la fine dei timori sul futuro dell'euro ma anche prezzi allettanti sono i catalizzatori del ritorno di interesse degli investitori oltre confine nei confronti delle imprese italiane. I numeri infatti dicono che nella prima metà dell'anno in italia sono state realizzate acquisizioni per un valore superiore ai 10 miliardi di euro, in flessione del 13,7% rispetto allo stesso periodo del 2013. In deciso aumento invece il numero delle operazioni, ben 182 che rappresenta una crescita del 18% sull'anno scorso ed è il livello più alto dal 2008, l'anno prima del crac della finanza mondiale. Molto attivi, secondo l'analisi, i fondi di private equity. Dall'estero in totale sono arrivati 5,7 miliardi di euro per acquisizioni in Italia, un aumento dell'81% rispetto al primo semestre dell'anno scorso e tra le cinque principali per valore sono quattro quelle realizzate da operatori esteri.
In dettaglio l'ingresso dei russi di Rosneft in Pirelli per 748 milioni di euro, l'operazione Allianz su Milano assicurazioni per 440 milioni e poco oltre 400 milioni di euro gli assegni staccati da Charterhouse capital partners per l'80% di Nuova Castelli e da Renova group per Octo
In dettaglio l'ingresso dei russi di Rosneft in Pirelli per 748 milioni di euro, l'operazione Allianz su Milano assicurazioni per 440 milioni e poco oltre 400 milioni di euro gli assegni staccati da Charterhouse capital partners per l'80% di Nuova Castelli e da Renova group per Octo
La Cina è stata protagonista in questa prima metà dell'anno. People bank of china a fine luglio ha acquistato quote del 2% nel gotha del capitalismo italiano, Fiat,Generali, Telecom, Prysmian che vanno ad aggiungersi allo shopping fatto a marzo con quote analoghe in Eni edEnel. In totale quasi 3,3 miliardi di euro. State grid ha staccato un assegno da 2,1 miliardi per il 30% di Cdp retimentre all'inizio dell'anno sempre Cdp ha venduto il 40% di Ansaldo energia a shanghai electric.
I numeri di luglio lasciano immaginare un secondo semestre con sensibile aumento del volume e del valore del mercato di fusioni e acquisizioni. Sempre a luglio è stata annunciata la vendita del controllo della Indesitdalla famiglia Merloni al colosso americano Electrolux per un corrispettivo intorno ai 750 milioni. La febbre di fusioni e acquisizioni contagia anche le aziende italiane. Tornando all'analisi di mergermarket le imprese italiane hanno realizzato all'estero acquisizioni per un valore di 4,3 miliardi di euro, il livello più elevato dal primo semestre del 2009. Dopo la chiusura del semestre è arrivato l'annuncio dello shopping di Gtech negli usa. L'ex lottomatica pagherà 4,7 miliardi di euro per rilevare la International game technology.
(12 agosto 2014)
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