venerdì 15 agosto 2014

Introduciamo il reddito di cittadinanza unica proposta dei grillini e così risolviamo tutti i problemi. In che mani abbiamo messo l'Italia.

Famiglie italiane al verde: debiti per ventimila euro

I dati della Cgia di Mestre: le famiglie italiane sono indebitate per un importo medio pari a 19.251 euro. Monza Brianza prima per debiti, Milano seconda e Enna ultima
Redazione 15 Agosto 2014
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ROMA - Se l'Italia, Stato, non ride. L'Italia, quella dei cittadini, piange. Se il debito pubblico fa segnare un altro record, il debito dei privati arriva a quota + 35,1% rispetto al 2007. Le famiglie italiane, mostrano i dati resi noti giovedì dalla Cgia di Mestre, sono indebitate per un importo medio pare a 19.251 euro. Complessivamente, i passivi accumulati con le banche e gli istituti creditizi ammontano a 496,5 miliardi di euro. I numeri sono riferiti al 2013 e restano comunque tragici nonostante siano in calo rispetto al 2011 e 2012. Il segno meno è infatti giustificato dal fatto che si tende a privilegiare il risparmio e non da una presunta ripresa economica. Le province più "esposte" sono quelle lombarde, con in testa Monza-Brianza con un debito familiare di 27.544 euro. All’ultimo posto, Enna, con 8.371 euro.
Dall’anno di inizio della crisi (2007) l’incremento del debito medio nazionale delle famiglie consumatrici è stato del 35,1% (da 367.491 milioni del 2007 a 496.529 milioni del 2013), anche se dopo il picco massimo toccato nel 2011 (506.206 milioni) le esposizioni sono in calo. L’inflazione, invece, sempre tra il 2007 e il 2013 è aumentata del 13,4%.
"Con il riacutizzarsi della crisi - ha commentato il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi -dal 2011 le famiglie italiane hanno preferito indebitarsi sempre di meno, privilegiando il risparmio. Infatti, tra la fine del 2011 e lo stesso periodo del 2013, i depositi delle famiglie consumatrici sono aumentati a livello nazionale del 12%, con punte del 28% in Trentino Alto Adige e di oltre il 18% nelle Marche e in Emilia Romagna. In buona sostanza, l’esponenziale aumento delle tasse registrato in questi ultimi anni, gli effetti della crisi e la paura che la situazione generale peggiori ulteriormente hanno condizionato le scelte economiche delle famiglie. Meno acquisti, meno investimenti e più risparmi". 
Riguardo i risultati emersi a livello territoriale, "premesso che i territori più indebitati sono anche quelli dove i livelli di reddito sono i più elevati - ha specificato Bortolussi - è evidente che tra queste realtà in difficoltà vi sono anche molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, ci devono preoccupare solo fino ad un certo punto".
"La maggiore incidenza del debito sul reddito - ha concluso il segretario della Cgia - si riscontra nelle famiglie economicamente più deboli: è evidente che con l’ aumento della disoccupazione e la conseguente riduzione del reddito disponibile questa situazione rischia di peggiorare. Non dimentichiamo, inoltre, che in Italia esiste un ampio mercato del prestito informale che non transita per i canali ufficiali. Vista la forte contrazione degli impieghi bancari avvenuta in questi ultimi anni, non è da escludere che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell’usura assuma dimensioni preoccupanti".

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