sabato 16 agosto 2014

Occorre prendere i responsabili di questo massacro e processarli per aver commesso crimini contro l'umanità.


BAGDAD - Più di cento tra donne e bambini rapiti, almeno 80 uomini uccisi. Cadaveri dovunque per le strade di Kocho, un piccolo villaggio del Nord dell'Iraq. Gli abitanti, perlopiù yazidi, non avevano abbandonato le proprie case né si erano piegati all'ultimatum jihadista per convertirsi all'Islam. Contro di loro si è scatenata così la furia dei miliziani dello Stato Islamico. Un convoglio di uomini armati ha assediato e poi sterminato, ieri pomeriggio, gli abitanti del villaggio che si trova venti chilometri a sud del monte Sinjar, dove nelle ultime settimane si erano rifugiati migliaia di yazidi. L'area di Kocho è sotto il controllo dello Stato Islamico dove i giornalisti non possono operare.

I primi dettagli emergono della nuova strage arrivano da racconti dei pochi sopravvissuti. "I combattenti dell'Is hanno assediato il villaggio per molti giorni e dato agli abitanti un ultimatum per convertirsi all'Islam - ha detto Mahma Khalil - quando si sono rifiutati è avvenuto il massacro".

"Si sono scagliati contro gli abitanti - ha detto l'alto funzionario curdo Hoshyar Zebari - hanno compiuto un massacro". Mohsen Tawwal, un combattente yazida, ha raccontato alla France Presse di aver visto molti corpi senza vite nelle strade: "Siamo riusciti a entrare in una zona di Kocho, dove gli abitanti erano assediati, ma siano arrivati troppo tardi. C'erano cadaveri ovunque. Siamo riusciti a trovare solo due persone vive. Tutti gli altri erano stati uccisi". Nello stesso raid sono state rapite anche oltre un centinaio di persone, tra donne e bambini, portate dai miliziani nelle roccaforti di Mosul e Tal Afar.

E nella zona di Mosul sono ripresi anche i raid dei caccia-bombardieri Usa contro le postazione dei jihadisti. Questa mattina gli F-18 hanno martellato le aree controllate dallo Stato Islamico vicino alla diga di Mosul. L'azione - a quanto riferisce l'agenzia curda Radaw citata dalla Cnn - sarebbe stata coordinata con i peshmerga curdi.

Atterrato il primo volo umanitario dall'Italia. 
Intanto è atterrato oggi a Erbil, nel Kurdistan iracheno, il primo dei sei voli umanitari decisi dal governo italiano per garantire aiuti agli sfollati e ai profughi in fuga dai jihadisti dallo stato islamico, che hanno trovato rifugio nel nord dell'Iraq. Lo ha confermato sul proprio account Twitter l'ambasciatore italiano in Iraq, Massimo Marotti.


Boldrini: Camera pronta a discutere. I ministri degli esteri, Federica Mogherini, e della difesa, Roberta Pinotti, avevano annunciato giovedì scorso il via libera a un ponte aereo, con sei voli. Mentre ieri dal vertice Ue di Bruxelles è arrivato il via libera alla fornitura di armi ai curdi, impegnati nei combattimenti contro i jihadisti. Sulle modalità dovrà decidere adesso il Parlamento. "La Camera dei deputati è pronta in ogni momento a discutere di quanto è stato deliberato ieri a Bruxelles", ha fatto sapere Laura Boldrini.

Intanto a Bagdad è arrivato stamattina il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, che ha incontrato il presidente iracheno Fuad Masum e il premier incaricato di formare il nuovo governo, Haidar al-Abadi. I colloqui sono incentrati "sulla situazione politica e della sicurezza" nel Paese, oltre che sui "modi di portare aiuto ai profughi nel nord del Paese".
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