sabato 16 agosto 2014

Le grandi donne italiane.

Europei Atletica: Argento Straneo, impresa italiana nella maratona

16/08/2014 - di 

L'atleta alessandrina Valeria Straneo dopo il mondiale di Mosca, arriva seconda anche a Zurigo e rimpingua il medagliere azzurro

Europei Atletica: Argento Straneo, impresa italiana nella maratonaSono ancora le donne a rimpinguare il bottino italiano agli Europei di Atletica Leggera di Zurigo. Una splendida impresa ha infatti portato agli azzurri una medaglia d’argento nella specialità piú nobile e difficile, la maratona. A vincerla è Valeria Straneo, che in un’età in cui altri e altre si ritirano, ha trovato una seconda giovinezza. E cosí dopo Mosca 2013, che l’ha consacrata vicecampione mondiale, ecco che arriva un’altra piazza d’onore, agli Europei. A 38 anni.
22nd European Athletics Championships - Day Five
VALERIA STRANEO, ANCORA ARGENTO – Si ferma anche questa volta a un passo dalla vittoria. Se in Russia Edna Kiplagat la superó solo nell’ultima parte della gara, dopo 40 chilometri eroici, qui è stata protagonista di una bella lotta con Christelle Daunay, un anno in piú dell’alessandrina e molto furba nello sfruttare il lavoro inesorabile della campionessa italiana che chilometro dopo chilometro ha fiaccato ogni avversaria. Una bella favola questa, di un’atleta meravigliosa per stile e tenacia: ha scoperto la corsa solo nel 2000 (e almeno 4 anni dopo è diventata la sua vita) e si è affermata anche dopo l’aggravarsi, nel 2010, di una sferocitosi ereditaria (colpisce una persona su 5000 ed è la forma d’anemia piú frequente nella popolazione bianca) che le ha provocato l’asportazione della milza.
VALERIA STRANEO, LA MALATTIA E LE VITTORIE – La sferocitosi è una disfunzione genetica della membrana dei globuli rossi, che per la forma che assumono diventano più fragili e vengono distrutti dalla milza, che di conseguenza s’ingrossa, creando una situazione di anemia perenne. La sua ascesa, peró, non si è fermata e come il buon vino, Valeria, invecchiando migliora, pagando l’aver abbracciato questa attività troppo tardi con una scarsa brillantezza nello sprint, già costatale due ori. E’ inevitabile che sia un tratto della sua corsa ormai non piú modificabile, ma ció non toglie nulla alla performance sportiva eccezionale che ha offerto oggi. Christelle Daunay ha conquistato la medaglia d’oro in 2h25’14, 13″ dopo (2h25’27) è arrivata la Straneo (quasi due minuti sopra il suo personale, ma trenta secondi sotto il tempo di Mosca 2013), bronzo alla portoghese Jessica Augusto (2h25’41”): ma i numeri non testimoniano l’andamento della gara, giocatosi nei quattro scollinamenti durissimi che hanno visto l’italiana prevalere in salita e la transalpina in discesa, in un gioco di strappi, strategia e resistenza che ha reso il loro un duello indimenticabile. Sono rimaste da sole attorno al 30imo chilometro, e sempre a poco dal traguardo (questa volta al km 39) Valeria ha subito un distacco che ha stoicamente mantenuto entro lo spazio di pochi secondi senza, peró, riuscire a colmarlo.
L’ITALIA VINCE LA COPPA EUROPA – Grazie al sesto posto di Anna Incerti (2h29’58) – campionessa uscente sfortunatissima: mamma da 15 mesi, era con le prime e al km 18 ha perso contatto per allacciarsi le scarpe: ha poi corso sempre sola – e il 12° di Nadia Ejjafini (2h32’34”) ha conquistato per la seconda volta la Coppa Europa per nazioni della maratona. Quattordicesima Emma Quaglia, 2h32’45”, 16ª Deborah Toniolo, 2h33’02” e 40ª Rosaria Console, 2h43’40”.
VALERIA STRANEO, LA DEDICA – “Ringrazio i miei tifosi. Molti di loro si sono svegliati a mezzanotte per arrivare qui a Zurigo, da Alessandria, e tifare per me”. E ora Valeria sogna i prossimi mondiali e le Olimpiadi, che a Londra la videro arrivare ottava. Mamna di due bimbi e capace di sconfiggere ogni nemico, sulla strada e fuori, potrà darci ancora tante soddisfazioni. E tiferemo per lei con un trasporto speciale: la sua medaglia, come quella della Grenot, ci offrono uno sguardo su un mondo di sacrifici, fatica e orgoglio femminile. Un bel punto da cui ripartire per riscoprire uno sport piú pulito e vincente.

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