Expo, Matteo Renzi commissaria con Raffaele Cantone, authority anti corruzione
Pubblicato il 11 maggio 2014 21:00 | Ultimo aggiornamento: 11 maggio 2014 22:10
di Redazione Blitz
PORDENONE – “Raffaele Cantone segua i lavori dell’Expo“. Questa la richiesta di Matteo Renzi aCantone,presidente dell’Autorità nazionale sullacorruzione. Secondo quanto appreso dall’Ansa, proprio dopo questa richiesta martedì 13 maggio a Milano con il premier Renzi sarà presente anche Cantone.
Renzi ha detto:
“Milano ce la farà, noi non molliamo. L’Expo è un’occasione troppo grossa per buttarla via”.
Come riferisce Francesca Chiri dell’Ansa, il Governo ha mobilitato
“una “task force” affidata a Raffaele Cantone e all’Authority anti-corruzione da lui presieduta”.
Matteo Renzi intende affiancare ai tecnici dell’Expo e al suo commissario
“un pool di avvocati, magistrati contabili, esperti di contratti. E sarà Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, ad occuparsi di “rimettere a posto le cose” a Milano”.
e ha detto anche:
“Se ci sono problemi con la giustizia, si devono fermare i responsabili e non le grandi opere”.
Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, comincerà da subito il suo lavoro di super garante della moralità degli appalti alla Expo 2015 e alla riunione di martedì a Milano parteciperà anche lui, come ha fatto sapere il ministro delle politiche agricole con delega a Expo, Maurizio Martina.
Tutti, nei partiti, tendono a prendere le distanze dai coinvolti. “Greganti e Frigerio sono signori che si facevano gli affari propri”, precisa il consigliere politico di FI, Giovanni Toti.
L’unica cosa concreta l’ha detta Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia:
“Bene se il governo incarica Raffaele Cantone di seguire Expo: è magistrato capace che stimo molto, piena collaborazione”.
Per il resto, nella giornata di domenica è impazzito il solito bla bla di banalità delle grandi occasioni:
Rosy Bindi, presidente dell’Antimafia:
” Penso sia arrivato il momento di dedicare una sessione speciale del Parlamento. È ora che la politica esprima un giudizio su se stessa. Quando la magistratura indaga scoperchia la pentola di un Paese ricattato dalla corruzione”, ma la via giudiziaria non basta, “è ora che la politica “impari a sanzionare se stessa”.
Pietro Grasso, presidente del Senato,
propone di ripartire da quella che è stata anche la sua proposta che ha già portato allo stralcio delle norme sul 416 ter. Proprio per evitare una nuova Tangentopoli si potrebbe ricominciare con quel ddl che, nel suo primo giorno da senatore, aveva presentato per colpire assieme al voto di scambio anche altre fattispecie di corruzione, il riciclaggio, l’auto-riciclaggio e il falso in bilancio.
Laura Boldrini, presidente della Camera:
“È una grande occasione e si deve buttare fuori quello che di sporco c’è, ma la corruzione non è un fatto endemico. Si può e si deve distinguere. Sull’Expo non ci debbono essere ombre di alcun tipo”.
Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione:
“L’Expo è un grande progetto, e lo era fin dall’inizio. Lo valorizzeremo”.
Matteo Salvini, segretario della Lega Nord:
Può diventare anche “un vantaggio” il fatto di aver trovato le “mele marce”, perché così si può tornare al “progetto originario” abbandonando quello “faraonico”.
Giuliano Pisapia, sindaco di Milano,
sottolinea come “l’immagine internazionale di Milano e dell’Expo non sia compromessa perché non è quella delle infrastrutture, ma quella dei grandi temi del futuro del pianeta”.
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