giovedì 15 maggio 2014

E mentre in Italia accade tutto questo per i grillini la cosa più importante non è quella di pensare ai disoccupati ed al lavoro che non c'è per i giovani. Per loro la cosa più importante è votare per l'arresto di Genovese. Si poteva fare tra dieci giorni? No. Come avrebbero i grillini potuto parlare di qualcosa che non sia la casta per prendere qualche voto in più. Non hanno argomenti se non la lotta alla casta. Per il resto Rodotà, Rodotà, Rodotà, Rodotà, Rodotà.............Vai con i pecoroni che ripetono a memoria quello che dice il Generale Grillo Pound.

Crisi: 3.811 aziende fallite nei primi tre mesi del 2014

Pubblicato il 15 maggio 2014 da Daniele Errera  
La crisi economica non è finita, è certo. Si dice che la notte sia sempre più buia prima dell’alba e, qualora venissero confermati i dati sulla ripresa della crescita a cavallo tra 2014 e 2015, ancora una volta il detto non sarebbe sbagliato. Infatti i dati Cerved, business unit dedicata ai servizi per le banche e per le finanziarie, analizzati dall’Ansarivelano come nei primi tre mesi dell’anno sono state 3.811 le aziende chiuse per fallimento (+ 4,6% rispetto al primo trimestre 2013). Tuttavia vanno posti alcuni punti fermi: anzitutto la crescita spropositata dei default degli anni passati. Ecco perché, oggi, il dato ha valore numerico in controtendenza.
chiuso per fallimento2
Ecatombe imprese. Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato del Cerved, spiega i numeri: “nel primo trimestre 2014 si contano in tutto 23mila chiusure di aziende. Il 3,5% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo miglioramento è attribuibile alla diminuzione delle liquidazioni volontarie, che hanno fatto registrare un calo del 5%, e delle procedure non fallimentari (-1,4%)”. Entrando nello specifico è il nord est a registrare il calo dei fallimenti più visibile: -1,8%. Alti i default, invece, nelle altre zone d’Italia: +3,7% nel nord-ovest, +5,7% nel Mezzogiorno e nelle isole e +10,3% nel centro Italia.
Nelle conclusioni De Bernardis entra nello specifico delle voci: “a soffrire maggiormente è il settore dei servizi (+7,3%) e quello delle costruzioni (+6,3%). Ancora in leggero rialzo la manifattura(+0,8%), anche se segna una decisa frenata rispetto ai dati dell’ultimo trimestre 2013”.
Daniele Errera

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