martedì 13 maggio 2014

Grazie a grandi intellettuali come Rodotà l'Italia è rimasto un paese arretrato. Rodotà, Rodotà, Rodotà, Rodotà, Rodotà.....

Stefano Rodotà si scaglia contro le riforme

di   - 13/05/2014 - Il costituzionalista sull'Italicum: « è anticostituzionale rispetto ai principi fissati dalla Corte con la sentenza sul Porcellum»»

Stefano Rodotà si scaglia contro le riforme
«Io ho ritenuto che le proposte di riforma costituzionale debbano essere considerate nel loro insieme perché non si può separare ciò che accade alla Camera da quello che sta accadendo al Senato perché il modo in cui viene costruita la Camera in questo momento con un sistema ipermaggioritario, mette in discussione la democrazia rappresentativa perché lì c’è solo una democrazia di investitura e poi un potere di ratifica della Camera dominata dal governo». Sono le parole di Stefano Rodotà, interpellato dall’Agenzia “Dire”, dopo un’audizione in commissione Affari costituzionali al Senato sulle riforme.
CAMERA DEPUTATI - COMMEMORAZIONE UGO LA MALFA
L’ITALICUM - Quando è stato interpellato sul fatto che l’Italicum possa distorcere la democrazia, Rodotà ha risposto: «Assolutamente e poi è anticostituzionale rispetto ai principi fissati dalla Corte con la sentenza sul Porcellum». Dovrebbe essere corretto uscendo «dalla logica ipermaggioritaria, ci sono tanti sistemi che vanno dai collegi uninominali ad altre soglie che non sono assolutamente quelle» contenute nella legge elettorale frutto dell’accordo Pd-Fi-Ncd. Parlando di riforma del Senato, il costituzionalista pensa che «sarebbe meglio un Senato elettivo con un sistema proporzionale perché mentre la Camera ha questa forzatura maggioritaria per ricostituire una condizione di rappresentanza, altrimenti ci sono enormi esclusioni, lì ci vuole un voto proporzionale».
LE RIFORME - Secondo Rodotà, nello schema delle riforme pensato dal governo con l’Italicum e il ddl Renzi-Boschi sulle riforme «c’è un’alterazione degli equilibri costituzionali, per cui se rimane questa impostazione, in particolare per quanto riguarda la Camera, il Senato non può essere considerato soltanto come un luogo dove più o meno si attribuisce un ruolo marginale all’istituzione in sè coperto da una presunta competenza in materia di autonomie. C’è un problema di riequilibrio complessivo del sistema intorno al rispetto della democrazia rappresentativa, degli equilibri costituzionali e soprattutto della corrispondenza al sistema costituzionale nel suo complesso». Continua Rodotà: «Il vero punto critico è rappresentato dal fatto che oggi la materia del contendere è se noi dobbiamo mantenere una democrazia rappresentativa o passiamo a una democrazia di investitura, quindi un cambiamento della forma di governo. Questo a mio giudizio non è accettabile e allora la discussione, soprattutto per quanto riguarda il Senato, è vedere nell’insieme del sistema come si possono recuperare gli equilibri costituzionali, che è la condizione della legittimità della riforma costituzionale. Altrimenti c’è una modifica non accettabile della forma di governo e della stessa forma di Stato».

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...