giovedì 15 maggio 2014

Cose che non possono accadere in un paese conformista come l'Italia.

Omaggio a Socrates, rivoluzionario e intellettuale che aiutò il Brasile a farsi democrazia

Pubblicato: 14/05/2014 16:05

Socrates
Questa è la storia dell'ingenua Comune, repubblica democratica o incredibile soviet calcistico, che fiorì e prosperò in Brasile nello Sport Club Corinthians Paulista. Tra il 1982 e il 1985 il destino riunì nello stesso popolarissimo club di calcio di San Paolo un dirigente sociologo, un terzino sindacalista, un centravanti ribelle e un attaccante dal nome di filosofo, laureato in medicina. Attorno a loro, in quell'avventura, si radunarono in tanti: compagni di lotta, di vita e di stadio. Personaggi giusti nel posto giusto, nel momento storico ingiusto della tortura e del silenzio - una dittatura militare longeva e assassina, da sconfiggere a ogni costo.
Comincia così il bellissimo libro della giornalista e traduttrice brasiliana Solange Cavalcante "Compagni di stadio, Socrates e la Democrazia corinthiana", (Fandango, traduzione di Fabio Ferri, Roma 2014, 317 pagine, euro 18,50). È il racconto della rivoluzione di Socrates ("un attaccante dal nome di filosofo") e di un gruppo di audaci che, dentro uno spogliatoio e in campo, trasformarono un colpo di tacco, una rovesciata, un gol e una parata in gesti ribelli e sovversivi.
Scendevano sul prato verde con le magliette con sopra scritto "Democrazia", invitavano i tifosi ad andare a votare per l'elezione diretta del presidente, nelle interviste parlavano di Gramsci e di Marx, sono stati loro, quei campioni del pallone e della vita, a dare un fondamentale contributo per portare il Brasile verso la libertà e la giustizia, mettendo in ginocchio i generali criminali. A meno di un mese dal mondiale vogliamo ricordare, con le splendide pagine di Solange, quell'esperienza, quell'avventura, quel laboratorio.
E come servirebbe, oggi, un Socrates non soltanto nel nostro football, ma nella nostra politica!
Il grande fuoriclasse se n'è andato il 4 dicembre 2011. Allo stadio Pacaembu, quel giorno, si disputava il derby con il Palmeiras, il mio Plameiras: venne osservato un minuto di silenzio, i giocatori del Corinthians e la torcida del Timao salutarono il loro amico, beniamino, fratello e compagno alzando il pugno chiuso. La partita finì 0-0 e i corinthiani si laurearono campioni. Lorenzo Iervolino, nel suo altrettanto imperdibile "Un giorno triste così felice", Socrates viaggio nella vita di un rivoluzionario, (66thand2nd, Roma 2014, 343 pagine, euro 17), ricostruisce quel pomeriggio di lacrime, lutto e dolore recuperando una profezia: ventotto anni prima, un giornalista loro connazionale nel corso di un'intervista aveva chiesto: "Socrates, come vedi la tua morte?". E lui, il Doutor, aveva risposto così: "La mia morte? Se ci penso vorrei morire di domenica, e col Corinthians campione".
Ho avuto la fortuna di conoscere Socrates. Non lo dimenticherò mai. Perché è impossibile dimenticare l'intelligenza, l'ironia e il coraggio del Dottore.

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