Quando Beppe Grillo tifava Merkel e difendeva Schulz
VENERDÌ, 16 MAGGIO 2014SCRITTO DA
Andrea MollicaCONDIVIDI SU
Nella campagna elettorale per le Europee 2013 l’ obiettivo principale degli attacchi di Beppe Grillo è, oltre a Matteo Renzi, la Germania di Angela Merkel e Martin Schulz. La retorica anti tedesca è particolarmente efficace nel nostro paese, e da diversi anni caratterizza i paesi più colpiti dalla crisi del debito sovrano. C’è stato un tempo però, neppure così lontano, in cui Beppe Grillo invece evocava la Germania con toni lirici, invitandola a salvare l’Italia dalla sua classe politica corrotta, e difendendo Schulz dalle offese di Silvio Berlusconi. Ripubblichiamo sul sitoun articolo scritto dall’allora solo comico genovese nel febbraio del 2008, poco prima delle elezioni politiche del 18 aprile stravinte da Berlusconi, per il settimanale tedesco “Die Zeit”.
“L’Italia lancia un appello ai fratelli tedeschi. Dichiarateci guerra. Ci arrenderemo volentieri. Non dovrete sparare neppure un colpo di fucile. Lanceremo violacciocche e mimose ai vostri Franz e Gunther in sfilata. Siete la nostra ultima speranza. Intanto, mentre riflettete e preparate i vostri carri armati, vorremmo che vi prendeste cura dei nostri dipendenti pubblici. Ogni giorno vi inviamo i nostri rifiuti dalla Campania in treno. I nostri politici sono rifiuti tossici, basta aggiungere qualche vagone in più, ben chiuso per farli arrivare a Berlino o a Colonia. Prendete anche loro per favore. All’arrivo termovalorizzateli subito, sono contagiosi più dell’Ebola e della febbre del Nilo. Vi pagheremo bene. Vi do la mia parola che non avrete in cambio bond della Parmalat, il più grande fallimento della Storia, o della Cirio e neppure azioni dell’Alitalia, che perde un milione di euro al giorno. Posso rassicurarvi anche sui titoli di Stato: non faranno parte del compenso. L’Italia ha il debito pubblico più grande di Europa, circa 1.626 miliardi di euro. Se dovesse rimborsare tutti i BOT e i CCT lo Stato italiano dichiarerebbe bancarotta e la gente sparerebbe per le strade.
Vorrei suggerirvi qualche nome per i passeggeri dei vagoni piombati. Molti li conoscete, sono famosi anche all’estero come Berlusconi che ha offeso un vostro rappresentante alla Comunità Europea dandogli del kapò. Un uomo che si è fatto da solo con un piccolo aiuto da parte degli amici. In Italia l’amicizia è sacra e se gli amici si chiamano Bettino Craxi, morto latitante in Tunisia, o Marcello Dell’Utri, condannato per frode fiscale e false fatturazioni e creatore di Forza Italia, o Licio Gelli, condannato per aver infiltrato la sua organizzazione, la P2, in tutti i settori dello Stato italiano, si può chiudere un occhio. Gli amici non si tradiscono mai, soprattutto se ricambiano. Craxi, ad esempio, gli ha permesso con un decreto legge ad hoc di disporre di tre canali televisivi nazionali con cui fa propaganda politica per il suo partito e Gelli lo ha iscritto alla sua organizzazione di delinquenti. Berlusconi possiede anche la Mondadori, il più importante gruppo editoriale italiano. Se lo è aggiudicato grazie alla corruzione di giudici del suo avvocato di fiducia, Cesare Previti, poi finito in galera. Se la Merkel possedesse tre televisioni e 40 tra giornali e settimanali non avrebbe bisogno di fare la Grosse Koalition. Alle elezioni avrebbe l’80% dei voti. Perché non glielo proponete?
Il conflitto di interessi da noi è una barzelletta che ci racconta da anni il centro sinistra. I suoi esponenti passano in realtà il loro tempo a parlare di banche e di assicurazioni al telefono, qualcuno va in barca, qualcuno ad Arcore a rassicurare Berlusconi. Si chiamano Violante, Fassino, D’Alema. Gli ultimi due sono sotto indagine da parte della Procura di Milano. Il giudice si chiama Clementina Forleo, i suoi genitori sono morti in uno strano incidente dopo essere stati minacciati e lei è stata fatta passare per matta dai media, messa sotto processo e trasferita. Vorrei che vi prendeste anche Veltroni, il nuovo che ci avanza, un politico formatosi negli anni 70 e riverniciato con i colori del Partito Democratico (PD). Un nuovo brand che sostituisce quello dei Democratici di Sinistra (DS) che aveva rimpiazzato il nome Partito Democratico della Sinistra (PDS) che veniva dopo il Partito Comunista Italiano (PCI). I nostri politici sono come i camaleonti, cambiano nome e colore rimanendo sempre gli stessi. Sperano che gli elettori si dimentichino che la politica italiana è stata la peggiore di Europa negli ultimi vent’anni.
Non vorrei che vi dimenticaste Mastella che vive a Ceppaloni. Un signore che ha fatto divertire il mondo. Lui credeva di fare il ministro della Giustizia, ma era una comparsa. Lo hanno fatto ministro con un lecca lecca gigante e con un incarico preciso: fare l’indulto. Il primo atto del governo Prodi è stato la messa in libertà di 24.000 detenuti e la non messa in carcere di centinaia di funzionari pubblici, legati ai partiti. Mastella ha passato così tanto tempo a farsi fotografare in carcere con i galeotti che loro lo hanno adottato. Si è dovuto dimettere perché sua moglie è finita agli arresti domiciliari per concussione insieme a un numero imprecisato di esponenti del suo partito a conduzione familiare. Dini, un ex presidente del Consiglio, è un rifiuto extra tossico. Ha 77 anni e i suoi organi interni, in particolare il cervello, sono decomposti. La sua bella moglie è stata condannata per bancarotta a due anni e qualche mese. In Italia è un merito e lui ne è giustamente orgoglioso.
Vi chiedo di fare una retata in Parlamento per riempire i vagoni. Troverete 24 condannati in via definitiva per reati che vanno da associazione in banda armata, alla truffa, alla falsa testimonianza, all’associazione mafiosa. Ai magnifici 24 vanno aggiunti i condannati in primo e in secondo grado e i prescritti, in tutto un centinaio di gaglioffi. Prescritto da noi significa che la condanna è arrivata troppo tardi per finire in galera. Il campione mondiale di questo reato è il novantenne Giulio Andreotti, da scortare al binario in carrozzella. E’ stato condannato per contiguità con la mafia, ma a tempo scaduto. Per questo è stato promosso senatore a vita. Forse siete venuti a conoscenza del fatto che il Governatore della Sicilia è stato riconosciuto colpevole in gennaio, per aver favorito alcuni mafiosi, con una condanna a cinque anni, oltre all’interdizione dai pubblici uffici. Ha mangiato un piatto di cannoli per festeggiare (pensava di prendere molto di più) e poi è stato costretto alle dimissioni. Ma non farà neppure un giorno di galera anche se sarà condannato in via definitiva (da noi ci sono tre gradi di giudizio). Due anni sono abbonati a ogni cittadino e tre sono un grazioso regalo della legge sull’indulto del facondo Mastella (ha un giro vita di 200 centimetri, mangia come un facocero). In compenso Cuffaro entrerà in Parlamento nominato dal suo partito. Infatti, la nostra legge elettorale, imposta con un colpo di mano da Berlusconi prima di mollare la presidenza del Consiglio nel 2006, prevede che deputati e senatori siano nominati dalle segreterie di partito e non eletti dagli italiani. In parlamento ci sono mogli, amanti, impiegati, portaborse, signorsì, pregiudicati, mafiosi, camorristi. Il cittadino può solo fare una croce su un simbolo.
Molti dicono che faremo la fine dell’Argentina, in realtà l’abbiamo già fatta, ma ci vergogniamo a dirlo in giro. Ci sono quasi sei milioni di precari in Italia che lavorano un mese si e uno no. I più fortunati guadagnano 800 euro al mese. Sono ragazzi e ragazze che non avranno mai una pensione. Ogni anno aumentano. L’industria italiana è la Fiat e poco altro. I grossi gruppi sono concessionari dello Stato, autostrade, telecomunicazioni, energia: sono dei monopoli. Gli investimenti stranieri in Italia sono crollati. La Spagna ci ha superato. Nelle classifiche europee siamo sempre penultimi o ultimi, ce la giochiamo ogni volta con la Grecia. L’Italia ha il più alto numero di truffe nei confronti della Comunità Europea. I fondi europei, circa 9 miliardi all’anno, finiscono quasi tutti a tre Regioni italiane, Campania, Calabria e Sicilia, dove comandano Camorra, Ndrangheta e Mafia. Un buco nero di commistioni tra politica e criminalità organizzata. Potrei andare avanti per ore, ma mi manca il coraggio e lo spazio. Fate partire il treno al più presto e invadeteci. Gli italiani sono dalla vostra parte. “Cry for me, Deutschland”. Beppe Grillo
Vorrei suggerirvi qualche nome per i passeggeri dei vagoni piombati. Molti li conoscete, sono famosi anche all’estero come Berlusconi che ha offeso un vostro rappresentante alla Comunità Europea dandogli del kapò. Un uomo che si è fatto da solo con un piccolo aiuto da parte degli amici. In Italia l’amicizia è sacra e se gli amici si chiamano Bettino Craxi, morto latitante in Tunisia, o Marcello Dell’Utri, condannato per frode fiscale e false fatturazioni e creatore di Forza Italia, o Licio Gelli, condannato per aver infiltrato la sua organizzazione, la P2, in tutti i settori dello Stato italiano, si può chiudere un occhio. Gli amici non si tradiscono mai, soprattutto se ricambiano. Craxi, ad esempio, gli ha permesso con un decreto legge ad hoc di disporre di tre canali televisivi nazionali con cui fa propaganda politica per il suo partito e Gelli lo ha iscritto alla sua organizzazione di delinquenti. Berlusconi possiede anche la Mondadori, il più importante gruppo editoriale italiano. Se lo è aggiudicato grazie alla corruzione di giudici del suo avvocato di fiducia, Cesare Previti, poi finito in galera. Se la Merkel possedesse tre televisioni e 40 tra giornali e settimanali non avrebbe bisogno di fare la Grosse Koalition. Alle elezioni avrebbe l’80% dei voti. Perché non glielo proponete?
Il conflitto di interessi da noi è una barzelletta che ci racconta da anni il centro sinistra. I suoi esponenti passano in realtà il loro tempo a parlare di banche e di assicurazioni al telefono, qualcuno va in barca, qualcuno ad Arcore a rassicurare Berlusconi. Si chiamano Violante, Fassino, D’Alema. Gli ultimi due sono sotto indagine da parte della Procura di Milano. Il giudice si chiama Clementina Forleo, i suoi genitori sono morti in uno strano incidente dopo essere stati minacciati e lei è stata fatta passare per matta dai media, messa sotto processo e trasferita. Vorrei che vi prendeste anche Veltroni, il nuovo che ci avanza, un politico formatosi negli anni 70 e riverniciato con i colori del Partito Democratico (PD). Un nuovo brand che sostituisce quello dei Democratici di Sinistra (DS) che aveva rimpiazzato il nome Partito Democratico della Sinistra (PDS) che veniva dopo il Partito Comunista Italiano (PCI). I nostri politici sono come i camaleonti, cambiano nome e colore rimanendo sempre gli stessi. Sperano che gli elettori si dimentichino che la politica italiana è stata la peggiore di Europa negli ultimi vent’anni.
Non vorrei che vi dimenticaste Mastella che vive a Ceppaloni. Un signore che ha fatto divertire il mondo. Lui credeva di fare il ministro della Giustizia, ma era una comparsa. Lo hanno fatto ministro con un lecca lecca gigante e con un incarico preciso: fare l’indulto. Il primo atto del governo Prodi è stato la messa in libertà di 24.000 detenuti e la non messa in carcere di centinaia di funzionari pubblici, legati ai partiti. Mastella ha passato così tanto tempo a farsi fotografare in carcere con i galeotti che loro lo hanno adottato. Si è dovuto dimettere perché sua moglie è finita agli arresti domiciliari per concussione insieme a un numero imprecisato di esponenti del suo partito a conduzione familiare. Dini, un ex presidente del Consiglio, è un rifiuto extra tossico. Ha 77 anni e i suoi organi interni, in particolare il cervello, sono decomposti. La sua bella moglie è stata condannata per bancarotta a due anni e qualche mese. In Italia è un merito e lui ne è giustamente orgoglioso.
Vi chiedo di fare una retata in Parlamento per riempire i vagoni. Troverete 24 condannati in via definitiva per reati che vanno da associazione in banda armata, alla truffa, alla falsa testimonianza, all’associazione mafiosa. Ai magnifici 24 vanno aggiunti i condannati in primo e in secondo grado e i prescritti, in tutto un centinaio di gaglioffi. Prescritto da noi significa che la condanna è arrivata troppo tardi per finire in galera. Il campione mondiale di questo reato è il novantenne Giulio Andreotti, da scortare al binario in carrozzella. E’ stato condannato per contiguità con la mafia, ma a tempo scaduto. Per questo è stato promosso senatore a vita. Forse siete venuti a conoscenza del fatto che il Governatore della Sicilia è stato riconosciuto colpevole in gennaio, per aver favorito alcuni mafiosi, con una condanna a cinque anni, oltre all’interdizione dai pubblici uffici. Ha mangiato un piatto di cannoli per festeggiare (pensava di prendere molto di più) e poi è stato costretto alle dimissioni. Ma non farà neppure un giorno di galera anche se sarà condannato in via definitiva (da noi ci sono tre gradi di giudizio). Due anni sono abbonati a ogni cittadino e tre sono un grazioso regalo della legge sull’indulto del facondo Mastella (ha un giro vita di 200 centimetri, mangia come un facocero). In compenso Cuffaro entrerà in Parlamento nominato dal suo partito. Infatti, la nostra legge elettorale, imposta con un colpo di mano da Berlusconi prima di mollare la presidenza del Consiglio nel 2006, prevede che deputati e senatori siano nominati dalle segreterie di partito e non eletti dagli italiani. In parlamento ci sono mogli, amanti, impiegati, portaborse, signorsì, pregiudicati, mafiosi, camorristi. Il cittadino può solo fare una croce su un simbolo.
Molti dicono che faremo la fine dell’Argentina, in realtà l’abbiamo già fatta, ma ci vergogniamo a dirlo in giro. Ci sono quasi sei milioni di precari in Italia che lavorano un mese si e uno no. I più fortunati guadagnano 800 euro al mese. Sono ragazzi e ragazze che non avranno mai una pensione. Ogni anno aumentano. L’industria italiana è la Fiat e poco altro. I grossi gruppi sono concessionari dello Stato, autostrade, telecomunicazioni, energia: sono dei monopoli. Gli investimenti stranieri in Italia sono crollati. La Spagna ci ha superato. Nelle classifiche europee siamo sempre penultimi o ultimi, ce la giochiamo ogni volta con la Grecia. L’Italia ha il più alto numero di truffe nei confronti della Comunità Europea. I fondi europei, circa 9 miliardi all’anno, finiscono quasi tutti a tre Regioni italiane, Campania, Calabria e Sicilia, dove comandano Camorra, Ndrangheta e Mafia. Un buco nero di commistioni tra politica e criminalità organizzata. Potrei andare avanti per ore, ma mi manca il coraggio e lo spazio. Fate partire il treno al più presto e invadeteci. Gli italiani sono dalla vostra parte. “Cry for me, Deutschland”. Beppe Grillo
117 COMMENTI
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Cosi parla la VENTRILOQUA DELLA MOSCERINI!!!!!!
negli anni 60,
venivano con le pezze nel culo nel triangolo del miracolo economico di Torino, Milano, Genova,
Quanto ti paga Gad per questi servizi?
2 euro a post?
Sempre in sonno, con mezzo occhio aperto e subito richiuso, quando la “false flag” di Odessa, prima attribuita a russi del luogo e perfino a russi di Russia (in Italia la velinara eccellente è stata, al solito, Roberta Zunini de “Il Fatto Quotidiano“, mentre i russofobi del “manifesto” traccheggiavano imbarazzati), è stata disintegrata da chilometri di video, manco fossimo sotto le Torri Gemelle o al matrimonio di William e Kate. E’ che la “falsa bandiera” studiata a tavolino a Langley e poi commissionata ai putschisti messi su a Kiev dalla sottosegretaria Nuland, moglie del neocon-ultrà Robert Kagan, fondatore del programma nazimperiale PNAC (“Fanculo la UE, noi vogliamo Yatzeniuk, il nostro Yats”), s’immaginava che le ormai inevitabili videocamere potessero restare sotto il controllo, sia di operatori “nostri”, sia dei menzognocrazia mediatica. Sfiga cosmica. Di videocamere ce n’erano altre e il blindato mediatico è stato sbrindellato da mille RPG audiovisivi. Far passare per russi e russofoni coloro che hanno sterminato con botte e fuoco 116 (questa è la cifra non edulcorata) russi e russofoni nella loro stessa Camera del Lavoro, non sarebbe riuscito neanche ai più patentati dei bugiardi, da Goebbels a Renzusconi. S’imponeva il Piano B: Abbiamo esagerato un po’, ma la causa era giusta, siamo stati noi. Serviva come provocazione a Mosca perché intervenisse e così avvicinasse lo scontro finale Est-Ovest. Che deve arrivare prima che il blocco eurasiatico, imperniato sulla Russia, finisca con l’attrezzarsi alla risposta. E prima che le nostre masse, scarnificate dal neoliberismo e schiacciate da Stati di polizia, si dessero una vera sveglia.
Io li immagino e qui, nel gentile consesso credono siano video-game.
gli Italiani potranno diventare definitivamente il popolo più buffonamente deriso del pianeta!!!!!
le cose solo se gli torna il conto.
Non che Grillo e grillini siano onesti e
gli altri ladri.
Dando tempo al tempo la sua bella
percentuale di ladri non gliela toglie
nessuno.
E così si dirà che illudersi sull’onestà
del genere umano è sempre sbagliato.
Non riesci più nemmeno a concepire che qualcuno possa NON diventare ladro.
E comunque se i ladri sono inevitabili, cambiamo almeno un po’ d’aria alla casa aprendo le finestre.
nell’ obiettivo di giungere alla creazione di un’ unica nazione planetaria che,
eliminando tutti i conflitti,
permetta di dirottare tutte le spese militari verso i consumi dell’ intera umanità,
Il Cremlino ha fatto sapere di aver intenzione di proibire la vendita agli Stati Uniti dei suoi motori necessari al lancio dei satelliti militari. Questi motori – gli RD-180 e gli NK-33 – saranno ceduti alla controparte solo nel caso in cui Washington garantisca il loro esclusivo utilizzo a fini civili. Rogozin ha spiegato che lo stop alla vendita dei motori russi per i missili Usa è la risposta alla decisione americana di sospendere la concessione di nuove licenze. “Ci preoccupa continuare a sviluppare progetti di alta tecnologia con un socio così poco affidabile come sono gli Stati Uniti” ha detto senza peli sulla lingua Rogozin che pure ha negato l’evidenza, cioè che le misure decise negli ultimi giorni rappresentino una forma di contro sanzione russa nei confronti degli Stati Uniti.
che vuoi che sia, in italia ve ne son tanti… hanno questo privilegio e che nemmeno vanno in gabbia