D’ora in poi, l’ex magistrato Raffaele Cantone, capo dell’authority anti-corruzione del governo, avrà poteri di supervisione sulle procedure e sulla trasparenza amministrativa relativa all’Expo e garantirà un presidio fisso sulle commissioni di gara che aggiudicano gli appalti. E’ la decisione presa nel vertice a Milano tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi, i ministri Maurizio Martina e Maurizio Lupi, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il governatore della Lombardia Roberto Maroni e naturalmente lo stesso Cantone. Già, ma il compito è ovviamente più semplice a dirsi che a farsi. Perché il commissario scelto dal governo per vigilare sulla trasparenza della macchina Expo, dopo gli arresti degli ultimi giorni per appalti truccati e tangenti, avrà bisogno di una cornice legislativa adeguata per poter operare. Una materia non semplice da districare, che non a caso in queste ore è allo studio del governo, in vista del consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi venerdì. Il punto è che bisognerebbe agire subito, data l’urgenza e i ritardi già accumulati da Expo, esposizione universale al nastro di partenza tra soli 11 mesi. Bisognerebbe fare presto, ma in Senato il ddl anti-corruzione verrà discusso in aula solo il 27 maggio, dopo le elezioni. Lo ha deciso in giornata la conferenza dei capigruppo che non poteva decidere una data più ravvicinata, visto che la settimana prossima le aule parlamentari non si riuniscono per via della pausa pre-elettorale.
“Bisognava fare prima”, mormora qualche deputato renziano alla Camera, ricordando che nei mesi scorsi “abbiamo lavorato per sottrarre al Senato la discussione sul ddl anti-corruzione fermo da più di un anno in commissione Giustizia, presieduta da Francesco Nitto Palma di Forza Italia…”. Insomma, hanno tentato la manovra che invece è ben riuscita sulla legge elettorale, ‘scippata’ a Palazzo Madama prima di Natale e passata alla discussione di Montecitorio che poi ha infatti approvato l’Italicum. L’operazione non è riuscita sul ddl anticorruzione, proposta di legge su falso in bilancio e voto di scambio presentata dal senatore Pietro Grasso nel primo giorno della nuova legislatura, prima di essere eletto presidente dell’aula di Palazzo Madama. Oggi, su richiesta del M5s, il ddl anticorruzione è stato calendarizzato in aula al Senato per il 27 maggio. Significa che entro il 26 maggio dovrà uscire dalla commissione Giustizia. Ma tra i Dem a Palazzo Madama c’è preoccupazione, circa gli eventuali stop che possono arrivare dal centrodestra, da sempre non entusiasta della proposta in discussione. Per dire che il cammino del ddl anticorruzione non appare proprio liscio e privo di ostacoli, anche perché il tutto accadrà dopo le europee, vale a dire senza la spada di Damocle del giudizio immediato degli elettori che a quel punto si saranno già espressi.
E così, il rischio è che Cantone resti in attesa di avere quei margini di operatività che ha chiesto fin da oggi. "Non intendo fare da spettatore – dice a Radio Città Futura, prima di visitare con il premier i cantieri dell’Expo - Il controllo ha senso se si ha possibilità e capacità di incidere. Ne parlerò con Renzi, ma sono convinto che anche lui la pensa così”. Reintrodurre reati come il falso in bilancio e rivedere i tempi della prescrizione "sarebbe utilissimo – continua il commissario - così come credo sarebbe opportuno qualche ritocco alla legge Severino, soprattutto per dare maggiori poteri all'Autorità anti-corruzione". L'auto riciclaggio? "Un reato senz'altro da introdurre, anche se ad onor del vero - ha concluso - credo che abbia un'incidenza più limitata nella lotta alla corruzione". Da parte sua Renzi sottolinea: “Vogliamo coinvolgere Cantone in formule che nelle
prossime ore avranno efficace concretizzazione. E non è certo un cappello che mettiamo ex post e l'idea che questo paese possa rafforzarsi con leggi che già ci sono”.
A Palazzo Chigi studiano come garantire la piena operatività di Cantone, prima della discussione in Senato, che però a questo punto è cruciale. Nella riunione di oggi a Milano è stato deciso di istituire un ufficio presso la presidenza del Consiglio che sarà di aiuto dal punto di vista tecnico-amministrativo per i provvedimenti che serviranno per Expo. Si tratta di quella task force che lo stesso Sala aveva chiesto. Ma le modifiche legislative chieste da Cantone e anche dal pm di Milano Francesco Greco (“Bene la nomina di Cantone, ma non basta: bisogna introdurre norme come il falso in bilancio e l’autoriciclaggio”), dipendono dalla discussione in Senato. Ovvero dalle dinamiche della strana maggioranza di governo che di certo Renzi metterà sotto una lente di ingrandimento alla luce del voto del 25 maggio: per capire come e se continuare la legislatura.