Il ritrovamento della carta d'identità di Chérif Kouachi è indicata da molto esperti investigatori dell'Interwebs come la prova del False Flag di Charlie Hebdo. Purtroppo non è così, che noia la realtà
Un’immensa caccia all’uomo si è scatenata in queste ultime ore in una zona rurale ad 80 chilometri da Parigi. Migliaia di agenti di polizia stanno cercando Said e Chérif Kouachi, i responsabili della strage nella redazione del giornale di satira Charlie Hebdo. Tutto questo è stato possibile, a soli due giorni dalla carneficina di Parigi perché nell’auto abbandonata dai Kouachi è stata ritrovata la carta d’identità di Chérif. Un momento, avete detto che hanno trovato la carta d’identità di uno dei due? “Sarebbe quasi come lasciare una busta con scritto “indizi” sul luogo del delitto!”. Questo il ragionamento che è stato fatto per dimostrare che in realtà, l’attentato di Parigi altro non è che un “false flag”, ovvero un’operazione orchestrata dai Servizi Segreti francesi per: far aumentare il livello di islamofobia, uccidere un economista che di lì a poco avrebbe rivelato l’esistenza del signoraggio bancario, nascondere il default francese ed infine nascondere la prova dell’esistenza delle scie chimiche (che sono finanziate dal signoraggio).
COINCIDENZE? NOI CREDIAMO DI NO!1
Il ritrovamento della carta d’identità di Kouachi è un vero rompicapo per gli investigatori dell’Internet. È mai possibile che dei terroristi, che se ne vanno in giro col passamontagna con l’intenzione di fare una strage se ne andassero in giro con i documenti per essere identificati? Dai è chiaramente un complotto e stanno manipolando l’informazione per farvi credere a quello che vogliono.
Il primo paragone “inquietante” è con gli attentati dell’11 settembre: in molti sull’Interwebz hanno subito ricordato il caso del passaporto di Mohammed Atta ritrovato intatto tra le macerie delle Torri Gemelle e che consentì agli investigatori di risalire ai responsabili dei dirottamenti. Un po’ troppo comodo no? Peccato che questo “ricordo” sia leggermente errato. Come spiegano gli autori di Undicisettembre che hanno raccolto le notizie confermate riguardanti gli attentati il passaporto ritrovato non era quello di Atta ma di un altro attentatore (Satam al-Suqami) e non fu nemmeno trovato sotto le macerie (altra coincidenza incredibile per i complottisti) ma per strada e PRIMA del crollo delle Torri. Non si tratterebbe quindi di un modo per i Servizi di far trovare i due Kouachi in modo rapido. In fondo, cosa che gli ispettori Manetta dell’Internets dimenticano sempre, le forze dell’ordine dispongono di strumenti d’indagine più sofisticati di Facebook e YouTube. Cosa avrebbe impedito agli organizzatori della cospirazione di lasciare indizi più sottili? Un capello o una traccia biologica dalla quale i bravi scienziati forensi sarebbero stati in grado di risalire al profilo di un terrorista schedato perché già arrestato o sottoposto a sorveglianza in passato? Certo, in quel caso il complotto non sarebbe stato così evidente, e allora nessuno avrebbe potuto ammirare il lavoro dei Servizi Segreti francesi nell’ordire una trama così complessa.
PERCHÉ HANNO DIMENTICATO LA CARTA D’IDENTITÀ
Per quale motivo Chérif Kouachi ha dimenticato la carta d’identità? Perché, se doveva andare a fare una strage, se l’era portata con sé? Naturalmente non lo sappiamo, però ci sono alcune ipotesi che sono più probabili di altre e quindi superano la prova del rasoio di Ockham. La prima è davvero così banale che non avrebbe nemmeno senso sottolinearla: anche i piani più perfetti hanno degli inconvenienti e degli imprevisti. Non è da escludere che nella fretta di abbandonare l’auto (con l’adrenalina che pompava a mille dopo l’assalto) i due abbiano davvero dimenticato il particolare della carta d’identità. E, come ci spiega Le Monde, non è l’unica cosa ritrovata nell’auto dei due attentatori:
La carta d’identità poi non è stato l’unico elemento che ha consentito di arrivare all’identificazione dei due sospettati, uno dei due è stato riconosciuto da una fotografia:
Un lettore del Le Monde azzarda l’ipotesi che Kouachi abbia voluto intenzionalmente lasciare il documento per “firmare” l’attentato e far sapere “ai suoi” chi aveva compiuto “l’eroico gesto” ma riguardo a quest’eventualità non ci sono conferme:
E perché allora se la sono portata appresso sta benedetta carta d’identità? Di nuovo la spiegazione più plausibile è: per non dare nell’occhio. Non dimentichiamo che i due non sono usciti di casa vestiti come li abbiamo visti nei video (altrimenti sarebbero stati fermati subito) quindi la carta d’identità era necessaria in caso venissero fermati per un controllo per non “dare nell’occhio” (in Francia, come in Italia, è vietato circolare senza documenti) ed evitare un’eventuale perquisizione della loro vettura che avrebbe rivelato la presenza delle armi usate per l’assalto e delle molotov ritrovate in seguito. Immaginate cosa sarebbe successo se la polizia avesse fermato “due arabi sospetti” senza documenti, se credete che il racial profiling sia una prerogativa della polizia USA vi sbagliate di grosso. Certo, questa è un’ipotesi davvero poco fantasiosa e molto noiosa. Meglio pensare che le cose stiano come le vede questo utente di Facebook:
Ed avere le idee chiare su chi siano i reali mandanti come quest’altro:
Nessun commento:
Posta un commento