lunedì 5 gennaio 2015

Grandissimo. Che musica ascolteremo adesso?

Il partenopeo cittadino del mondo

Il partenopeo cittadino del mondo

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Pino Daniele è morto, e il dolore che colpisce chiunque ami la musica è davvero enorme. Non solo perché Daniele è stato uno dei più grandi tra i cantautori e i musicisti del nostro paese. Non solo perché ha portato la nostra musica nel cuore del mondo, collaborando con alcuni dei più grandi musicisti internazionali. Ma anche e soprattutto perché le sue canzoni sono state parte integrante della nostra vita, colonna sonora naturale di gioie e dolori, materia sentimentale con la quale abbiamo impastato giornate intere, melodie bellissime che ci hanno fatto piangere, ritmi travolgenti che ci hanno fatto ballare, storie che abbiamo legato al nostro cuore e che non andranno mai via dalla nostra memoria.

Aveva iniziato la sua avventura nel mondo della musica nel pieno dell'esplosione del rock jazz, nel 1975, dividendosi tra l'attività di sessionman e quella di cantante e autore, ma l'esordio discografico arriva l'anno successivo, quando pubblica il suo primo singolo, "Che calore", che lo porta all'attenzione del pubblico. E' con "Terra mia" del 1977, il suo primo album, che Pino Daniele mette a fuoco la sua musicalità, le sue doti di autore, interprete e chitarrista, assieme ad un gruppo di musicisti, tra i quali James Senese, Enzo Avitabile, Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo, Ernesto Vitolo, Rosario Jermano, Joe Amoruso, che saranno assieme a lui responsabili del rinascimento musicale napoletano e che, con Agostino Marangolo e Tony Esposito, collaboreranno con lui per tutta la vita. Basta ricordare canzoni come l'inarrivabile "Napul'è" o "Terra mia" e "'Na tazzulella 'e cafè" per comprendere come Daniele, poco più che ventenne, avesse già saputo trovare uno stile personalissimo e inconfondibile. Ma è con "Nero a metà" del 1979 che Daniele diventa una star del nostro panorama musicale, un album di straordinaria bellezza e originalità, il disco che meglio ha raccontato Daniele, la sua anima, il suo essere profondamente partenopeo e al tempo stesso cittadino del mondo, in grado di mescolare soul, blues, jazz, rock, tradizione, in un insieme coloratissimo e appassionante, che in canzoni come "I say i' sto 'cca" o "Quanno chiove" incontrava magicamente il cuore del pubblico. 

La lunga discografia di Daniele conta altre magnifiche perle, da "Vai mo'" a "Bella 'mbriana", da "Bonne soiree" a "Mascalzone latino", da "Non calpestare i fiori nel deserto" a "Medina", fino all'ultimo "La grande madre", capitoli di un percorso musicale straordinario, nel quale Daniele a messo insieme suoni e culture lontane, senza mai essere provinciale, tenendo sempre gli occhi aperti alle novità, cercando costantemente, senza sosta, di rinnovarsi, di trovare nuove strade, nuove intuizioni, magari sbagliando alle volte, ma guidato sempre da una inarrestabile passione per la musica. Passione che lo ha portato a lavorare, unico tra tutti i cantautori italiani, con alcuni dei più grandi musicisti del mondo, da Eric Clapton a Wayne Shorter, da Pat Metheny a Chick Corea, da Gato Barbieri a Billy Cobham, e a decine di altri. E lo ha spinto a collaborare con moltissimi esponenti della musica italiana, da Jovanotti a J-Ax, da Giorgia a Eros Ramazzotti, da Lucio Dalla a Luciano Ligabue, da Laura Pausini a Fiorella Mannoia, solo per citarne alcuni. E a Massimo Troisi, al quale era legato da una profonda amicizia, e per il quale aveva scritto la colonne sonore di "Ricomincio da tre", "Pensavo fosse amore e invece era un calesse" e "Le vie del signore sono finite". Amava molto lavorare per il cinema e ha collaborato con molti altri registi, da Marco Risi a Vincenzo Salemme, da Nanni Loy a Alessandro Siani.

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È il suo terzo album, quello della consacrazione: "Nero a metà", il disco di "A me me piace'o blues" e "Quanno chiove". Pino Daniele rivivrà le emozioni di quel progetto, a 34 anni di distanza, con il concerto evento all'Arena di Verona, il prossimo 1° settembre. "Torneremo con lo stesso feeling", dice, "è una bella scommessa, ma alla fine la musica vince sempre". Quarant'anni di carriera alle spalle, Pino ha portato il suo rock blues partenopeo ovunque. "Di momenti tristi o dolorosi nella mia carriera non credo di averne avuti, invece di momenti belli ce ne sono stati tanti: il concerto di Napoli nell'81, il concerto all'Apollo di New York... sono stato fortunato". La celebrazione di "Nero a Metà" non si esaurirà con il concerto all'Arena, saranno pubblicati anche alcuni inediti dell'epoca. Il progetto è di raccoglierli in un vinile insieme a "Nero a metà". di Daniela Accadiariprese di Fabio Lesmo

Era un uomo con un carattere dolce e esplosivo al tempo stesso, carattere che riversava esattamente nella sua musica, fatta di tinte forti così come di velature sottilissime, sostenute da una vocalità particolarissima, basata su un falsetto naturale che lo accostava ai grandi cantanti del soul afroamericano ma che lui impreziosiva con inflessioni partenopee rendendo il suo stile unico. Ed era un'autore in grado di scrivere canzoni destinate alla storia della nostra musica, come "Alleria", "Quando", "A me me piace 'o blues", "Io per lei", "Notte che se ne va", "Je sò pazzo", solo per citare alla rinfusa alcuni dei moltissimi titoli di un canzoniere ricco e vasto, vario e affascinante.

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Da 'Napule è' a 'Yes I know my way' ecco una raccolta dei concerti di Pino Daniele con il gruppo storico insieme a James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, Tony Esposito e Tullio De Piscopo

Aveva avuto problemi cardiaci dai primi anni Novanta e per questo si era dovuto allontanare dalle scene per qualche anno, ma era tornato, dal 1994 in poi, a calcare i palcoscenici, con rinnovata energia, offrendo concerti sempre più belli, tour musicalmente più ricchi, esplorando nuovi territori, riproponendo le sue canzoni più belle, regalando alla sua città, Napoli, alcuni indimenticabili eventi in Piazza Plebiscito, assieme a tutti i suoi amici musicisti.

Non ci sarà modo di colmare il vuoto che Pino Daniele lascia nella musica italiana. E nemmeno quello che lascia nei nostri cuori.

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