Dammartin e Porte des Vincennes: due blitz per chiudere un attacco ancora misterioso. Diciassette morti, una donna in fuga: Hayat Boumeddiene. E un mandante strombazzato a tutti: Al Qaida dello Yemen. Ma il terzo uomo ha detto di essere dell'ISIS
Dodici morti nella strage di Charlie Hebdo. Una poliziotta uccisa in mezzo alla strada. Quattro ostaggi ammazzati nel supermarket kosher. Il computo finale del piano dei fratelli Said e Chérif Kouachi e di Amedy Coulibaly, forse in accordo con Hayat Boumeddiene farà felici chi li ha mandati: Al Qaida dello Yemen, come hanno tenuto a ripetere i due fratelli a chiunque incontrassero e decidessero di risparmiare nella loro corsa che li ha portati da rue Nicolas-Appert, XI arrondissement di Parigi, fino a Rue Clement a Dammartin en goele, dove hanno trovato la morte mentre il loro complice Coulibaly ieri sparava a una poliziotta in prova e oggi ha sequestrato in un supermarket kosher una ventina di ostaggi e ne ha uccisi quattro prima di essere ucciso nel secondo dei due blitz partiti in contemporanea e la cui dinamica è ancora poco chiara. «Sono un componente dello Stato islamico», ha invece detto Coulibaly, che alle 15 di questo pomeriggio – mentre teneva in ostaggio le persone all’interno del supermercato kosher della Porte de Vincennes a Parigi – ha contattato BFM-TV.
I FRATELLI KOUACHI: PROFESSIONISTI DEL TERRORE
Di certo non si potrà sostenere che i tre fossero sconosciuti alla polizia. Said Kouachi, uno dei due presunti autori del massacro a Charlie Hebdo, ha frequentato un’università fondamentalista in Yemen, prima di addestrarsi all’uso delle armi con Al Qaida e combattere contro i miliziani sciiti. E’ quanto hanno riferito alla France presse fonti locali, dopo che un funzionario Usa aveva già rivelato al New York Times della permanenza di Said nel Paese della penisola arabica. Said, 34 anni, il maggiore dei due fratelli sospettati dell’attentato a Charlie Hebdo, si sarebbe sicuramente recato in Yemennel 2011, secondo fonti Usa e francesi. Tuttavia, un compagno di università ha raccontato che fu nel 2009 che il giovane francese di origini algerine arrivò per la prima volta a San’a. Qui, insieme a numerosi europei, iniziò a frequentare l’Università al-Imane, fondata dal religioso fondamentalista Abdel Majid al-Zindani, legato all’ex presidente Ali Abdallah Saleh, quindi agevolato nell’avere accesso ai mezzi per ottenere visti e organizzare i soggiorni degli studenti stranieri. Le tracce di Said Kouachi si perdono tra il 2010 e il 2012, ma fonti della sicurezza yemenita ritengono che possa aver soggiornato nel sud e nel sud-est del Paese, dove è più radicata la presenza di al Qaida, per addestrarsi all’uso delle armi. All’Università al-Imane, Said Kouachi si faceva chiamare Mohammed, ha raccontato alla France presse il suo compagno di studi.
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