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MILANO - Il Prodotto interno lordo (Pil) rischia di crescere a un ritmo inveriore del 7% annuo? Investiamo 950 miliardi di euro (circa 7mila miliardi di yuan) in 300 opere pubbliche per aggiungere efficienza e sostenibilità al nostro Paese e sostenere l'economia. Quando si parla della Cina, ci si confronta con ordini di grandezza che sfuggono alla visione europea, dove il piano di investimenti di Juncker - giusto per fare un esempio - si basa su 21 miliardi di cartucce effettive e attende un effetto leva (da molti criticato) che porti gli investimenti per la crescita a 300 miliardi.

Secondo quanto riporta Bloomberg, tornando a Pechino e dintorni, le autorità stanno spingendo sull'acceleratore di 300 progetti infrastrutturali proprio per dare nuova spinta all'economia. Il piano del premier Li Keqiang è all'interno di un disegno più ampio, che guarda fino al 2016, di 400 progetti, per 10mila miliardi di yuan di valore. La mossa rappresenta però anche la preoccupazione delle autorità, che ancora non riescono a cogliere a pieno il dividendo - in termini di crescita - del cambio strategico verso un'economia sostenuta anche dai consumi interni, oltre che dal noto export.

I progetti infrastrutturali verranno finanziati dai vari livelli di governo (centrale e locali), dalle imprese statali e anche dai privati. Sette i settori industriali coinvolti, tra i quali oleodotti e gasdotti, salute, energia pulita, trasporti e minerario. Le fonti dicono poi che la National Development and Reform Commission potrebbe valutare altri segmenti di mercato, qualora ci fosse bisogno di supportare ancor più la crescita. Secondo alcuni analisti, gli investimenti nel settore ferroviario solo quest'anno dovrebbero essere di circa 1.100 miliardi di yuan (150 miliardi di euro).

"Non è un nuovo 2008" dice Zhao Xijun, professore di finanza alla Renmin University of China di Pechino, facendo un paragone con il pacchetto di stimoli da 4mila miliardi di yuan allora approvato. "Quando la Cina ha lanciato quel grande pacchetto di stimolo nel 2008 per far fronte alla crisi finanziaria globale,ha voluto soltanto centrare una crescita più rapida; ora la Cina si sta concentrando più su qualità, efficienza e sostenibilità". Secondo Deutsche Bank, la crescita potrebbe riservare sorprese al ribasso nel primo trimestre del 2015 al 6,8%, motivo per cui alla Banca centrale si chiedono maggiori stimoli monetari.