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ROMA - Per la Lega Nord "siamo in guerra". Secondo Forza Italia "è necessario dire stop al multiculturalismo buonista" mentre dal blog di Beppe Grillosi arriva a dire che sulla strage di Parigi "i conti non tornano" e che "c'è puzza di bruciato". All'indomani del massacro compiuto nella redazione del settimanale francese Charlie Hebdo ad opera di un commando che ha fatto strage al grido di "Allah è grande", in Italia piovono le reazioni politiche nonostante dall'Europa arrivi il monito: ora lutto e silenzio, poi azione.

Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, dichiara: "E' in atto un tentativo di occupazione militare e culturale da parte di una comunità prepotente e ben organizzata, che ha la facilità di affondare il coltello in un burro che è l'Occidente. Questa è una vera e propria guerra, quindi rispondere con tolleranza e buonismo è un suicidio". E ancora, ma su Radio Padania, il segretario della Lega si rivolge anche a Papa Francesco: chiedendo di "dialogare con l'Islam", dice, "Bergoglio non fa un buon servizio" ai cattolici. "Va bene la pace, ma sei il portavoce dei cattolici, preoccupati di chi ti sta sterminando in giro per il mondo".

Da Fi, è Giovanni Toti a dire ad Agorà che "la legge finanziaria prevede la riduzione dei militari nelle strade italiane. Spero che il governo e il ministro Alfano abbiano invertito questa tendenza e che i militari tornino nelle strade perché la libertà di stampa è un pilastro fondamentale che dobbiamo proteggere con i mezzi adeguati, quindi vorrei che le redazioni dei giornali venissero considerate obiettivi sensibili dopo quello che è successo in Francia". Abbiamo detto che questo è l'11 settembre dell'Europa e spero che l'Europa sappia reagire rapidamente e in modo efficace. L'Isis è stato sottovalutato ampiamente. Triton deve cambiare ragione sociale perché stiamo accogliendo centinaia di migliaia di immigrati senza alcun censimento. Bisogna cambiare il modo di difendere i nostri valori: un multiculturalismo buonista non ha portato a grandi risultati alla nostra Europa. Non voglio che siano posizioni estremiste a dettare la linea dell'Europa, ma proprio per questo spero che il Ppe e il Pse sappiano prendere decisioni serie. La Libia non può essere lasciata con un Califfato alle porte".

E anche oggi il blog di Grillo torna apertamente sui sospetti di una sorta di regìa dietro l'attentato alla redazione francese: "Come in tutti i 'grandi casi', Kennedy, piazza Fontana, Palme, 11 settembre, morte di Osama bin Laden, anche in questo di Parigi, i conti non tornano e ci sono un sacco di cose da spiegare". E' sempre Aldo Giannuli ad analizzare una serie di elementi a sostegno della teoria del dubbio su modalità dell'agguato e risposta delle forze dell'ordine francesi. Beninteso, chiarisce "resto dell'idea che la pista della strage jihadista sia quella nettamente più probabile, perché coerente con tutto un quadro formatosi da 10 anni in qua, questo però non vuol dire - avverte - che nella questione non possano esserci altre 'manine' di ben altra qualità". "E neppure - osserva - che gli attentatori non siano stati lasciati fare, magari perché qualche sentore c'era, ma non ci si aspettava una cosa di questa gravità. O che gli organi inquirenti non abbiano altri scheletri nell'armadio, che non c'entrano con la strage, ma che qualche aspetto della strage potrebbe portare alla luce e che, invece, occorre tener nascosti. O anche che nella vicenda le mani che intervengono a vario titolo (mandanti, organizzatori, utilizzatori occasionali, infiltrati, esecutori, intervenuti marginali) siano decisamente più di due, quattro o sei...".

Dalla Cei, invece, è il cardinale Angelo Bagnasco ad affermare al Tg3 Liguria: "Il mondo islamico moderato, quello vero, deve prendere le distanze in modo netto da questo atto". Secondo Bagnasco bisogna anche "superare il rischio di reagire in modo violento".

Nelle stesse ore, in Europa interviene il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, secondo il quale queste sono le ore da dedicare al lutto e al silenzio: solo in un secondo momento, ha detto, si dovrà passare all'azione: "Siamo scandalizzati, costernati, commossi - ha osservato Juncker, a Riga per l'inaugurazione del semestre di presidenza lettone del Consiglio Ue - è un attentato che ha ucciso 12 persone ma è anche un attentato contro il nostro modo di vivere. Insieme, l'Europa deve reagire di conseguenza". In particolare, "nelle prossime settimane la Commissione presenterà un nuovo programma di lotta al terrorismo, ma ora è presto per entrare nei dettagli". Secondo Juncker, si può cercare di rendere più efficaci le norme che regolano lo spazio Schengen e "rafforzare la cooperazione fra Europol e le agenzie nazionali" di lotta al terrorismo.