Il peggior calcio del mondo
Tavecchio non solo è inadeguato al ruolo. Inadeguato perché fa ampiamente parte della classe dirigente che ha portato il nostro calcio ai minimi storici; è inadeguato ai problemi del nostro calcio che avrebbe bisogno di una rivoluzione che un uomo di oltre settant’anni non può portare. Inoltre, Tavecchio è l’espressione di quei poteri che – da Galliani a Lotito, passando per Carraro e Matarrese – da anni domina il gioco più bello del mondo, nel nostro paese.
Possiamo solo dire che, dopo quelle parole intrise di razzismo, Tavecchio avrebbe dovuto fare un passo indietro. Gli è stato chiesto da molti: dai giornali, da qualche presidente di società, dalla politica, dal presidente del Coni. E’ andato avanti con la forza che solo i mediocri e gli arroganti posseggono. Dimostrando, qualora ce ne fosse bisogno, una totale assenza di cultura sportiva e di cultura istituzionale.
Ma è anche questo è un atteggiamento tipico della nostra classe dirigente, che va avanti a colpi di fedeltà e relazioni personali, piuttosto che dimostrando competenza e genialità.
Possiamo aggiungere solo una cosa. Ci sentiamo profondamente umiliati. Come tifosi e appassionati di calcio. Umiliati davanti agli occhi del mondo, che, ancora una volta potrà farsi una risata sui “soliti italiani”.
Il calcio italiano aveva bisogno di una rivoluzione, di una scelta coraggiosa, si è accontento di affidarsi alla più tranquillizzante delle soluzioni. Una scelta fatta guardando indietro. Un’opzione confermata anche quando la candidatura di Tavecchio era diventata impresentabile.
I presidenti delle società di calcio, almeno la stragrande, hanno dimostrato di essere come – se non peggio – certi politici di cui spesso e volentieri ci vergogniamo. Perché se c’è qualcuno che esce peggio di Carlo Tavecchio da questa storia, sono proprio coloro che oggi lo hanno eletto.
Su queste basi, il nostro calcio, già ampiamente malato, non può che peggiorare.
Nessun commento:
Posta un commento