"Polemiche demagogiche, strumentalizzazioni". Così John Elkann respinge lenumerose critiche che gli sono piovute addosso dopo le sue dichiarazioni sui giovani italiani. "Personalmente sono rammaricato che un messaggio nato per essere di incoraggiamento alla fine sia stato interpretato come un segnale di mancanza di fiducia nei giovani" afferma il presidente di Fiat e rampollo della dinastia Agnelli.
"Non credo e non ho mai detto che il problema della disoccupazione, quella dei giovani in particolare, non esista né che tutto dipenda dalla mancanza di determinazione di chi cerca lavoro" prova a chiarire Elkann, in un intervento sul sito della Fondazione Agnelli. "Ho invece posto l'accento su cosa è possibile, anzi si deve fare, proprio ora che la debolezza dell'attuale quadro economico, soprattutto in Italia, rende tutto più difficile".
Per Elkann la via è studiare. "Si sente spesso dire che studiare non serve a niente, perché non garantisce un lavoro. Dati alla mano, le ricerche più attendibili in questo campo dicono il contrario", ovvero che in media "chi ha un diploma di scuola superiore ha maggiori probabilità di trovare lavoro rispetto a chi si è fermato alla licenza media. E chi ha una laurea, ha ancora maggiore probabilità di trovare lavoro rispetto a un diplomato e nell’arco della vita migliori prospettive di carriera e di retribuzione". A questo si aggiunge, prosegue Elkann che "alcune lauree offrono maggiori possibilità: conseguire un titolo di studio tecnico-scientifico richiede grande fatica e determinazione, ma nella stragrande maggioranza dei casi lo sforzo viene ripagato. Ad esempio più di 9 laureati in ingegneria su 10 risultano occupati a 4 anni dalla fine degli studi".
Il manager sottolinea quindi che "soprattutto oggi, chi sa essere ambizioso, investe su se stesso e sulla propria istruzione, ha l'atteggiamento giusto". Il senso della dichiarazione di Elkann è quindi che "non bisogna mai rinunciare, ma avere la forza di credere in se stessi ed essere molto determinati. E chi dice che è tutto inutile e che non vale la pena provarci, sbaglia".