STRATEGIE
Movimento 5 stelle, Orellana e le espulsioni dal territorio
Dietro la sfiducia del senatore ci sarebbe il guru M5s. Battista: «Così arginano il dissenso».
di Paola Alagia
Per il senatore grillino Luis Alberto Orellana è arrivato il giorno della sfiducia. Questa volta, però, a decretarla è stato il territorio della provincia di Pavia, come si è affrettato ad annunciare in un tweet Beppe Grillo e come si può leggere in un post in bella mostra sul blog ( «I gruppi del Movimento 5 stelle del territorio della Provincia di Pavia», si legge nella nota del meetup pavese, «prendono ufficialmente le distanze dalle dichiarazioni e dalle azioni a titolo politico o personale di Luis Alberto Orellana, non riconoscendo più in lui un portavoce affidabile e rappresentativo»).
Niente a che vedere, insomma, con le espulsioni di un tempo.
A quanto pare i guru pentastellati, dopo le epurazioni eccellenti di Giovanni Favia, Federica Salsi e Adele Gambaro, con tutto il seguito di mugugni e critiche che ne scaturirono, hanno imparato la lezione. E soprattutto hanno compreso la necessità di un cambio di strategia. La nuova bussola per arginare il dissenso, dunque, diventa la Base locale.
IL GIALLO DELLA MAIL. A confermare questa tesi è Lorenzo Battista, uno dei senatori 5 stelle che non ha mai risparmiato critiche alla condotta del Movimento. «È evidente che Casaleggio adesso si muova sul territorio e dal territorio», dice a Lettera43.it. Rivelando l’esistenza «di una mail di convocazione degli attivisti di Pavia», firmata - pare - anche di Maurizio Benzi.
Missiva di cui Lettera43.it è entrata in possesso (leggi il pdf).
L'UOMO DI CASALEGGIO. Benzi, si diceva. Non uno qualunque, rincara la dose il pentastellato, «ma un dipendente della Casaleggio associati». E, in effetti, Benzi figura nell’organigramma della società: dall’aprile 2004 si occupa di strategie di Rete.
«Questo metodo non è stato inaugurato con Orellana», racconta poi Battista. «Un po’ di tempo fa, infatti, anch’io appresi attraverso un articolo di giornale che un consigliere comunale di Trieste era stato contattato dai vertici per sapere cosa pensasse il territorio del mio operato».
LA STRATEGIA DELLE «DIMISSIONI SPONTANEE». Secondo il senatore, insomma, la via maestra adesso «non è più quella delle espulsioni. L’obiettivo», spiega, «è condurre chi dissente alle dimissioni ‘spontanee’».
Pure questo nuovo modus operandi, però, a sentire Battista, rischia di far cadere il M5s in nuove contraddizioni. «Ma come?», si chiede ironico, «il Movimento ha gridato allo scandalo dopo la direzione del Pd che ha dato il via alla staffetta Letta-Renzi nel chiuso di una stanza e ora avalla la bocciatura locale di Orellana?».
Tuttavia, non è la sola ipotesi di doppiopesismo avanzata da Battista.
IL CASO SALSI. Sulla vicenda Orellana, infatti, il senatore pentastellato rievoca pure la procedura di espulsione di Federica Salsi. «Oggi leggiamo l’esito del meetup pavese conta», conclude, «nel caso Salsi, invece, l’assemblea, che si era pronunciata a suo favore fu sconfessata da Grillo».
In effetti, allora, il comico genovese fu categorico. «I giornalisti insistono con la fiducia a questo o a quell'altro esponente del M5s data con l'applausometro o con il voto per alzata di mano di poche decine di persone la cui l'iscrizione al M5s non viene certificata formalmente», scrisse in un post sul blog. «I ragazzi del M5S da sempre si riuniscono per discutere con i loro portavoce, ma la fiducia va gestita in modo formale. Non siamo all'asilo Mariuccia, cari pennivendoli».
Chissà , forse, sic et simpliciter, Grillo ha cambiato idea.
A quanto pare i guru pentastellati, dopo le epurazioni eccellenti di Giovanni Favia, Federica Salsi e Adele Gambaro, con tutto il seguito di mugugni e critiche che ne scaturirono, hanno imparato la lezione. E soprattutto hanno compreso la necessità di un cambio di strategia. La nuova bussola per arginare il dissenso, dunque, diventa la Base locale.
IL GIALLO DELLA MAIL. A confermare questa tesi è Lorenzo Battista, uno dei senatori 5 stelle che non ha mai risparmiato critiche alla condotta del Movimento. «È evidente che Casaleggio adesso si muova sul territorio e dal territorio», dice a Lettera43.it. Rivelando l’esistenza «di una mail di convocazione degli attivisti di Pavia», firmata - pare - anche di Maurizio Benzi.
Missiva di cui Lettera43.it è entrata in possesso (leggi il pdf).
L'UOMO DI CASALEGGIO. Benzi, si diceva. Non uno qualunque, rincara la dose il pentastellato, «ma un dipendente della Casaleggio associati». E, in effetti, Benzi figura nell’organigramma della società: dall’aprile 2004 si occupa di strategie di Rete.
«Questo metodo non è stato inaugurato con Orellana», racconta poi Battista. «Un po’ di tempo fa, infatti, anch’io appresi attraverso un articolo di giornale che un consigliere comunale di Trieste era stato contattato dai vertici per sapere cosa pensasse il territorio del mio operato».
LA STRATEGIA DELLE «DIMISSIONI SPONTANEE». Secondo il senatore, insomma, la via maestra adesso «non è più quella delle espulsioni. L’obiettivo», spiega, «è condurre chi dissente alle dimissioni ‘spontanee’».
Pure questo nuovo modus operandi, però, a sentire Battista, rischia di far cadere il M5s in nuove contraddizioni. «Ma come?», si chiede ironico, «il Movimento ha gridato allo scandalo dopo la direzione del Pd che ha dato il via alla staffetta Letta-Renzi nel chiuso di una stanza e ora avalla la bocciatura locale di Orellana?».
Tuttavia, non è la sola ipotesi di doppiopesismo avanzata da Battista.
IL CASO SALSI. Sulla vicenda Orellana, infatti, il senatore pentastellato rievoca pure la procedura di espulsione di Federica Salsi. «Oggi leggiamo l’esito del meetup pavese conta», conclude, «nel caso Salsi, invece, l’assemblea, che si era pronunciata a suo favore fu sconfessata da Grillo».
In effetti, allora, il comico genovese fu categorico. «I giornalisti insistono con la fiducia a questo o a quell'altro esponente del M5s data con l'applausometro o con il voto per alzata di mano di poche decine di persone la cui l'iscrizione al M5s non viene certificata formalmente», scrisse in un post sul blog. «I ragazzi del M5S da sempre si riuniscono per discutere con i loro portavoce, ma la fiducia va gestita in modo formale. Non siamo all'asilo Mariuccia, cari pennivendoli».
Chissà , forse, sic et simpliciter, Grillo ha cambiato idea.
Venerdì, 21 Febbraio 2014
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