"Espulsioni? L'assemblea dovrà discuterne e prendere una decisione. Non abbiamo anche deciso il giorno in cui terremo la congiunta, ma ci sarà la prossima settimana, subito dopo il voto di fiducia". Il capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, Maurizio Santangelo, parlando con l'Adnkronos, conferma l'avvio della procedura di allontanamento per i quattro senatori "fotosegnalati" sul blog di Beppe Grillo per averne criticato la gestione dell'incontro con Matteo Renzi.
Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Orellana hanno mezzo piede fuori dal Movimento. Sarà il gruppo parlamentare ad esprimersi in prima battuta, poi, in caso di pollice verso, saranno gli attivisti sul blog a certificarne l'allontanamento. È l'irritazione di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio a spingere i senatori ribelli lontano dal gruppo. Ma Santangelo si trincera dietro bizantinismi procedurali: "Per avviare la procedura deve arrivare la richiesta di un parlamentare, e me ne sono giunte parecchie", ergo, ci si dovrà riunire e votare. Arrivarono sollecitazioni in tal senso anche per i deputati Tommaso Currò e Paola Pinna, ma non ebbero alcun seguito. Ovvio che la discrezionalità tra le diverse situazioni ha il suo nord magnetico in direzione di Genova e Milano.
Forti dubbi sull'autonomia della scelta del gruppo parlamentare si nascondono tra le righe di un altro passaggio del presidente dei senatori: "L'input è arrivato dal territorio, per cui non si può non prendere in considerazione quanto richiesto dalla base". Santangelo si riferisce ad un comunicato diramato dai meetup di Pavia e provincia, e ripreso oggi dal blog del leader M5s: "I gruppi del Movimento Cinque Stelle del territorio della Provincia di Pavia prendono ufficialmente e con amarezza le distanze dalle dichiarazioni e dalle azioni a titolo politico o personale di Luis Alberto Orellana, non riconoscendo più in lui un portavoce affidabile e rappresentativo". Seguono firme.
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Adesso occorre fare un passo indietro. Il 19 settembre scorso Orellana chiese un'apertura al dialogo con gli altri partiti. Grillo lo bastonò, ma allora non si parlava di procedura d'espulsione, almeno in prima battuta. La strategia era un'altra Lo stesso giorno, infatti, Huffpost scriveva:
Partiranno ‘sfiduce’ da parte della base. Era stato messo in allarme il meetup di Pavia, città di Orellana, erano stati mobilitati quelli friulani.
Colpire dal basso per indebolire la posizione dei dissidenti. Un'indiscrezione, raccolta parlando con lo staff M5s, che trovava conferma quattro giorni dopo. Il 23 settembrefurono proprio i meetup friulani a mobilitarsi per chiedere l'allontanamento di Battista:
Messa in atto la nuova strategia: una pressione dal basso, da parte degli eletti locali e dei meetup della zona, per isolare il malcapitato e costringerlo a mollare. Successe già con la senatrice emiliana, è capitato con Luis Orellana. Allora ci furono dei contatti informali con il meetup di Pavia, ma è con Battista che il nuovo modus operandi è stato impiegato nella sua interezza. Il contenuto della mail l’ha scovato il Messaggero: “A seguito intervista [era quella concessa a La Stampa] rilasciata dal nostro cittadino portavoce alla stampa nazionale urge presa di distanza dalle sue dichiarazioni. Vi giro il comunicato da mandare. Se avete contrarietà fatemi sapere entro un’ora”.
L'estensore, a quanto risulta, era Stefano Patuanelli, consigliere comunale triestino con un legame particolare con la Casaleggio&associati. Così particolare che ai due deputati friulani stellati arrivò una telefonata: "Sottoscrivete entro un'ora o la sfiducia riguarderà anche voi". I due resistettero, parte della base del Friuli Venezia Giulia manifestò forti perplessità e tutto si arenò.
Una ricostruzione utile per leggere quanto sta succedendo oggi. "Il comunicato apodittico dei meetup di Pavia non fa seguito a nessun voto assembleare. È una decisione presa da pochi senza consultare nessuno, di cui si è fatto promotore Maurizio Benzi". Una telefonata arrivata da un insider che ben conosce le dinamiche locali. E che fa squillare un campanello.
Benzi, infatti, non è un semplice attivista, ma un dipendente di Casaleggio. Con lui fin dai tempi della Webegg, lo ha seguito nella Casaleggio&associati. Scrisse di lui Federica Salsi che fu il fondatore del primo meetup italiano degli amici di Beppe Grillo, quello di Milano 1.
Una collaborazione lavorativa certificata sul sito del guru: "È stato web-marketing consultant per Webegg e coordinatore dell'Osservatorio Intranet Files con il Politecnico di Milano. Dall'aprile 2004 si occupa di strategie di Rete in Casaleggio Associati".
Che Benzi, già candidato non eletto al Parlamento, abbia avuto un ruolo attivo nella scomunica di Orellana non è materia di retroscenisti. In un'assemblea convocata lo scorso 7 febbraio per "processare" il senatore dissidente, si alzò proclamandosi "tra le persone che hanno chiesto questo incontro".
Poi scagliò una lunga invettiva contro Orellana: "Il suo chiaro intento è quello di sminuire il Movimento 5 stelle e il gruppo parlamentare con dichiarazioni inopportune. Io avverto un profondo disagio. Luis lo conosco da tempo, non aveva mai avanzato critiche fino allo scorso agosto, ma gli ultimi giorni sono stati assurdi. So che lui riporterà tutto al discorso del portale e della democrazia diretta, ma tutto questo non può essere organizzato in un battibaleno, gli iscritti non sono ancora abituati. Devi parlare prima con noi, poi con i giornalisti, anche se, per quanto mi riguarda, hai già dato per i prossimi anni".
Parole che danno il polso di come la si pensa dalle parti di Casaleggio. Quel giorno non si arrivò a nessun voto, e il comunicato dei meetup di Pavia è arrivato ieri senza che ci sia stata una consultazione democratica. Molti degli attivisti lombardi sono sul piede di guerra. Alcuni non hanno dubbi: "Benzi da mesi sta lavorando per far fuori Luis. E non è una sua iniziativa personale, ma viene dall'alto". Raccontano che un candidato alle comunali nel capoluogo del pavese si sia sfogato: "Non mi riconosco più nei gruppi che hanno firmato il comunicato contro Luis". Con il piccolo dettaglio che è un documento "certificato", con tanto di simbolo e pubblicazione sul blog. Chi l'ha deciso? Chi l'ha coordinato?
"Benzi", sostengono con forza molti attivisti locali. Orellana si limita a dire che "non è stata una decisione presa da un'assemblea, e per questo sono amareggiato. Io ero disponibile a incontrarci di nuovo, ci metto sempre la faccia. Ma questo è un comunicato che non è espressione dei nostri meetup. Ne dovrò tenere conto, come devo tenere conto che sono un senatore della Lombardia, non di qualche meetup comunale, che comunque non si è espresso con un voto".
Qualche giorno fa era stato Francesco Rubiconto, candidato sindaco a Voghera (città di Benzi) a mollare gli ormeggi, accusando gli ex compagni: "C'è stata una chiusura totale. Si è creata una specie di setta. È impossibile dialogare con loro per una persona come me che ha una grande libertà". Un segnale di quanto sarebbe successo qualche giorno dopo.
Si chiedeva a ottobre Federica Salsi: "Quale spontaneità ha un movimento creato a tavolino da un’azienda di marketing, da Casaleggio e dai suoi dipendenti? Uno vale uno? Democrazia spontanea?". Tancredi Turco, deputato stellato, prende il toro per l'altro corno, parlando di dossieraggio:
D'altronde un comunicato analogo a quello contro Orellana venne diffuso (a nome di tutti i meetup locali) da una decina di attivisti contro Campanella e Bocchino. Prontamente sconfessati da cinquanta loro colleghi.
Un caos organizzato, che porterà i senatori sotto mira a rafforzarsi nella loro convinzione: "Non avremmo mai votato Renzi - spiegano - figurati se lo faremo adesso, servendo sul piatto d'argento il motivo per espellerci. All'assemblea, se mai ci si arriverà, tanti saranno con noi, potrebbe essere la morte del gruppo parlamentare". Anche perché, raccontano fonti della Camera, "ci sono richieste di espulsione anche per alcuni deputati, come Ivan Catalano e Paola Pinna". "E non è escluso che se ne possa discutere nel corso della stessa assemblea".